A due mesi dalla firma degli accordi a Gaza, si inizia a cercare i veri responsabili delle atrocità commesse nella Striscia di Gaza. Dopo che a fine 2024 la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti di Netanyahu, oggi l’accusa è verso Hamas e parte da Amnesty International.
L’accusa di Amnesty International
Amnesty International, organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, muove un’accusa verso Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi. In un report di 173 pagine, l’ONG accusa l’organizzazione terroristica di “violazioni della legge umanitaria internazionale, crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante i loro attacchi nel sud di Israele che hanno avuto inizio il 7 ottobre 2023”. Questo arriva dopo che fonti mediche hanno fatto sapere che il numero delle vittime di Gaza dal giorno dell’attentato al Nova Festival supera quota 70mila. Questo non è il primo tentativo di trovare un responsabile per gli orrori che si sono consumati. Già nel 2024 la Corte penale internazionale aveva emesso mandati d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas Mohammad Deif.
La posizione di Hamas
Intanto, a due mesi dagli accordi di pace per Gaza siglati in Egitto, Hamas si dichiara aperta a un «congelamento» delle armi, ma respinge la richiesta di disarmo. Lo dichiara l’ex numero uno dell’organizzazione fondamentalista, Khaled Meshaal. «L’idea di disarmo totale è inaccettabile per la resistenza. Per un palestinese significa strappargli l’anima». Meshaal fa anche sapere che Hamas è aperta a una forza internazionale di mantenimento della pace lungo il confine di Gaza con Israele, ma non accetterebbe che operasse all’interno del territorio palestinese, definendo tale piano un’«occupazione». Donald Trump ha fatto poi sapere che all’inizio del 2026 saranno annunciati i membri del Consiglio di Pace della Striscia di Gaza: tra loro, stando a quanto detto dal presidente, ci saranno diversi leader mondiali.
Trump contro l’Unrwa
Proprio dalla Casa Bianca arriva un’altra sferzata: il Times of Israel riferisce che i funzionari dell’amministrazione del presidente statunitense potrebbero sanzionare la United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (in acronimo UNRWA) per presunti legami con Hamas. L’Onu e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno sempre descritto l’Unrwa come la spina dorsale della risposta umanitaria a Gaza. Tuttavia Israele e l’amministrazione Trump hanno accusato l’agenzia di legami con Hamas, fornendo prove della partecipazione di dipendenti dell’Agenzia all’attacco del 7 ottobre 2023 e alla cattura e alla custodia di ostaggi. Gli Stati Uniti sono stati tra i principali donatori dell’Unrwa, ma solo fino a gennaio 2024, quando Israele aveva sollevato i primi sospetti. L’agenzia ha energicamente contestato le accuse