Milano è la capitale dell’amianto con record di casi di mesotelioma, una forma di neoplasia. Sono stati presentati infatti dal presidente dell’Osservatorio nazionale sull’amianto (Ona) Ezio Bonanni al Tribunale del capoluogo lombardo una serie di dati epidemiologici sulla presenza delle “fibra killer” e sulla sua natura cancerogena.
La malattia, che colpisce i polmoni e la parte interna del torace, è causata dall’esposizione alle fibre aereodisperse del materiale, e ha una latenza che può durare fino a quarantacinque anni e un decorso di un biennio. A questo proposito, Bonanni dichiara che in Lombardia sono avvenuti «2.000 decessi solo nel 2017 per patologie asbesto correlate».
A Milano c’è stata «una particolare trascuratezza nelle misure di sicurezza che, seppur in sé poco efficaci», precisa, «avrebbero diminuito le esposizioni e dunque l’impatto della fibra killer sulla salute dei lavoratori e dei cittadini».
L’amianto si trova dappertutto. Essendo un materiale isolante e resistente al calore, è stato utilizzato diffusamente per la coibentazione di edifici, tetti, treni e navi. Il deterioramento o danneggiamento dei materiali ha causato, in seguito, la dispersione nell’aria delle fibre di amianto, che sono state poi inalate.
Data la sua natura cancerogena, in Italia, la legge 257 emanata nel 1992, ne ha vietato la produzione e l’installazione.
(db)