Alcaraz, la serie Netflix fa discutere. E intanto Roma riaccoglie Sinner

I ritardi alle conferenze. Le nottate in discoteca. La libertà di sbagliare. È un Carlos Alcaraz inedito quello che emerge dalla miniserie Netflix “Carlos Alcaraz: alla mia maniera”. Un unicum sul campo, un ragazzo come mille altri nel quotidiano. Che vuole essere il migliore della storia, ma facendolo alle sue regole. E mentre alcuni retroscena emersi fanno discutere, Jannik Sinner fa il suo ritorno ufficiale a Roma.

La vita fuori dal campo

Giugno 2023. Alcaraz perde in semifinale contro Djokovic al Roland Garros. Wimbledon è alle porte e il suo team vuole prepararlo al meglio. Lui però ha altre idee, deve staccare. Così va a Ibiza quattro giorni con amici e il fratello maggiore. Serate, discoteche, divertimento e poco sonno. Lo fanno migliaia di ragazzi della sua età. Ma essere numero 1 al mondo impone spesso una disciplina e un rigore che con le luci e le hit dei locali notturni hanno poco a che fare. Il coach Juan Carlos Ferrero accetta, ma non concorda. “Non è così che ci si comporta. Non se vuoi diventare il migliore”, dice apertamente davanti alle telecamere di Netflix. Poi però Alcaraz vince Wimbledon e quindi le carte in tavola si rimescolano.

E se per rendere al meglio lo spagnolo abbia davvero bisogno di evadere, anche solo per qualche giorno, dalla routine di un professionista del suo calibro? Certo, abituati a Nadal, Federer e Djokovic, che al tennis hanno dedicato anima e corpo, sicuramente è un atteggiamento inedito. Che alla lunga difficilmente potrà portare più benefici che danni. Eppure questo non voler essere “schiavo” del proprio sport, rende il tennista di Murcia ancora più umano agli occhi della gente. Peggiore forse è la mancanza di motivazione emersa in diversi momenti della serie. Perché difficilmente gli stimoli aumenteranno col passare del tempo. E perché i titoli dei più grandi sono ancora tanto lontani se il suo obiettivo è veramente diventare “il migliore”.

La serie Netflix su Alcaraz
Le reazioni

“Non penso vincerà molto se fa le 7 in discoteca invece che riposare”, ha detto il connazionale Roberto Bautista-Agut in merito a quanto emerso in una delle puntate. Parole a cui fanno eco tante voci del mondo tennistico. “Questo sarebbe il nuovo Nadal?”, uno dei commenti più ricorrenti in Spagna. La realtà è che per ora ha avuto ragione lui, con già 4 slam in bacheca alla soglia dei 22 anni.

L’altro lato della medaglia è che per pensare di poter continuare diversi anni a questo livello, Alcaraz ha bisogno di trovare un equilibrio che pare mancargli al momento. Nelle ore extra tennis, ma anche con sé stesso. Troppi dubbi, domande e paure per pensare di reggere le pressioni che lo circondano. Le stesse che già lo hanno sovrastato ad esempio dopo le Olimpiadi, chiuse in un mare di lacrime dopo la sconfitta in finale contro Djokovic.

Roma accoglie il suo re

Mentre la vita di Alcaraz fa chiacchierare, il Foro Italico si trasforma in un teatro pronto per una commedia dal lieto fine. Il protagonista si chiama Jannik Sinner e ha finito di scontare la squalifica di 3 mesi dopo il patteggiamento con la Wada per il famigerato caso Clostebol. Il 5 maggio si è allenato per la prima volta sul Centrale, gremito per l’occasione, con Jiri Lehecka. Cori da stadio e entusiasmo a mille per un momento atteso oltre 90 giorni. Sabato 10 maggio giocherà il primo match ufficiale del suo rientro contro il vincente fra l’argentino Navone e il giovane talento azzurro Federico Cina.

Per ritrovare la forma migliore ci vorrà del tempo, anche se il suo livello è parso ottimo già dai primi scambi. “So che farò fatica, l’obiettivo è il Roland Garros”, ha dichiarato infatti l’azzurro nella conferenza stampa pre torneo. Ma questa volta, per la prima volta dopo tanto tempo, non sarà il risultato sportivo a condizionare la gioia dei suoi tifosi, bramosi di rivederlo all’opera. Il numero 1 al mondo è ufficialmente tornato. E ha qualche sassolino da togliersi dalla scarpa.

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