Aiuti all’esame per la patente: cinque indagati e un’autoscuola sequestrata

Con l’accusa di aver favorito i candidati all’esame per la patente, una ex scuola guida, a Milano, è stata sottoposta a sequestro preventivo e cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati. È il bilancio dell’operazione Patente per tutti della Polizia locale di Milano. Per gli indagati, l’accusa formale è di repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche, allo scopo di far ottenere la patente di guida.

Le indagini sono scattate nel novembre 2018, dopo la scoperta da parte degli agenti della Polizia locale del Comando Decentrato 8 che della strumentazione tecnologica era stata nascosta addosso ad alcuni candidati alla sessione dell’esame teorico per la patente di guida alla Motorizzazione civile di Milano. In particolare, delle telecamere nascoste in un capo di abbigliamento inquadravano lo schermo del PC. Le domande venivano trasmesse in diretta a dei suggeritori, che comunicavano le risposte tramite micro-auricolari inseriti nell’orecchio dei candidati.

Il filo d’indagine ha dato conto dell’esistenza di una banda che offriva questo servizio per compensi che variavano dai 3mila ai 4mila euro, dove il discrimine era rappresentato dalla nazionalità dell’acquirente. Al vertice della ex autoscuola posta sotto sequestro, una cittadina marocchina cui facevano capo un padre e un figlio italiani per il procacciamento dei clienti. Il suggeritore, invece, era un cittadino rumeno con il compito, inoltre, di provvedere al camuffamento della strumentazione tecnologica negli abiti dei candidati alla sessione d’esame.

I protagonisti della vicenda rischiano da un minimo di uno a un massimo di tre anni di prigione. Pena che si aggraverebbe fino a dieci anni di detenzione con l’aggravante dell’associazione a delinquere. Al vaglio degli investigatori tutti gli elementi probanti necessari per la configurazione del reato: dagli strumenti tecnologici, fino agli indumenti forniti ai candidati. Gli investigatori della polizia locale stanno invece ispezionando ricevute e contabilità informale, PC e chiavette USB e cellulari personali degli indagati.

«Operazioni come queste servono a prevenire che per le nostre strade circolino con mezzi a motore persone prive delle conoscenze di base del Codice della Strada», ha dichiarato Marco Ciacci, comandante della Polizia locale di Milano. «Quest’attività illecita metteva a rischio la sicurezza di tutti».

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