Addio ad Andrea Purgatori, cronista, sceneggiatore, autore ed esperto di terrorismo, intelligence e criminalità. Come informa la famiglia, è morto a Roma in ospedale dopo una breve fulminante malattia. Aveva 70 anni.
Il giornalista si batté più di tutti per la verità sulla strage di Ustica (1980) e diventò così famoso da spingere il regista Marco Risi a girare il film Il muro di gomma. Su La7 ha condotto, con grande successo, il programma Atlantide. Tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al docu-film «Vatican Girl» sul caso di Emanuela Orlandi.
Con Purgatori l’inchiesta sulla strage di Ustica è rimasta aperta
Grazie al suo impegno e a un lavoro che non ha conosciuto né pause né incertezze, l’inchiesta sulla strage di Ustica è rimasta aperta. Andrea Purgatori ha svelato le bugie e le omissioni di chi portava avanti la tesi di una bomba esplosa a bordo dell’Itavia su cui, il 27 giugno 1980, viaggiavano 81 persone. 64 adulti, 13 bambini e 4 uomini dell’equipaggio: nessun sopravvissuto. Purgatori ha rivelato come il disastro fosse stato causato dall’impatto con un missile ed è rimasto sempre al fianco dei familiari delle vittime, soprattutto garantendo la ricerca della verità.
I colleghi in ricordo di Andrea Purgatori
Alessio Lasta, giornalista d’inchiesta di Piazza Pulita:
«Uno dei migliori giornalisti d’inchiesta in Italia. Un innamorato del giornalismo. Rigoroso e appassionato. Se le indagini su Ustica continuano lo dobbiamo anche a lui. Se in Vaticano si sono decisi a rivedere alcune posizioni sul caso Orlandi lo dobbiamo a lui.
Il buon giornalismo può fare molto di più di quanto non faccia la cattiva politica, la corruzione del potere e di chi lo esercita in spregio ai diritti dei cittadini. Il giornalismo, se appassionato, coraggioso e genuino, può cambiare le cose.
La miglior difesa della qualità di questo lavoro e l’unica speranza per innalzarla è che tutti noi come giornalisti siamo consapevoli delle opere di valore che sono state prodotte perché il pubblico potesse capirne di più e la politica potesse dare risposte alle domande per anni senza esito. Se tutti noi saremo quello che dovremo essere, facendo questo incredibile e meraviglioso mestiere, avremo contribuito, ciascuno nel proprio ambito, a rendere questo Paese migliore».
Paolo Conti, giornalista del Corriere della Sera:
«Si potrebbero scrivere intere pagine sulle inchieste di Andrea Purgatori, sul suo stile, sulla sua classe professionale e umana, sul suo amore per la vita, per i tre figli e anche per le occasioni di felicità e di bellezza che l’esistenza può offrirti. Una magnifica e fiera persona, incapace di ipocrisie e di patteggiamenti, schietta, ironica ed elegantissima.
Un vero giornalista, un protagonista della nostra storia civile.
Un amico che nessuno potrà mai sostituire. Mai».