Addio a Raffaella Carrà, è morta a 78 anni

Carrà

Una icona storica del ventesimo secolo italiano, uno dei primi simboli della tv: tutto questo era Raffaella Carrà. La leggendaria conduttrice e showgirl si è spenta a 78 anni dopo una lunga malattia.

CHI ERA RAFFAELLA CARRÀ

Caschetto biondo, sguardo caparbio e un talento infinito: era ballerina, cantante, conduttrice, attrice. Una carriera letteralmente infinita, iniziata addirittura negli anni 50 come bambina prodigio. La sua storia professionale iniziò proprio con il cinema, recitando in numerosi film. Sfiorò anche il recitare in “La ciociara” con Sophia Loren, ma le venne preferita un’altra attrice. Insieme a Mike Buongiorno, Corrado, Pippo Baudo è stata l’icona televisiva più nota del 1900 in Italia.

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Raffaella Carrà. icona italiana sin dal 1900
IL SUCCESSO OLTRE LA TV, L’ICONA POPOLARE

Mediaticamente è entrata nell’immaginario collettivo, coniando persino delle nuove frasi: “Carramba che sorpresa” è diventata una frase così nota da entrare nel linguaggio comune. La canzone “Tuca tuca sì” è diventata una delle più note canzoni italiane di sempre, così come “A far l’amore comincia tu”, “Tanti auguri” e “Pedro”. Tutte dimostrazioni dell’infinita ecletticità dell’artista bolognese.

LE REAZIONI ALLA SCOMPARSA

Come era prevedibile, le reazioni sono state numerosissime, a partire da uno dei suoi storici amori, Sergio Japino: «Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre» ha detto. Mogol, storico autore musicale, ha commentato la scomparsa: «La ricordo sorridente ed allegra, la ricordo che comunicava allegria, simpatia. I suoi spettacoli erano allegri, lei era sorridente, gioiosa e bella.»

Pippo Baudo, storico amico e altro leggendario conduttore tv, ha parlato di Raffaella e dell’unico rimpianto rimasto tra loro: «Sono immensamente scosso. È stata un’artista eccezionale, un’autodidatta straordinaria, io la conosco dagli inizi della sua carriera. Io non sono riuscito mai a fare un programma con lei, era l’unico rimprovero che le facevo sempre, è il mio grandissimo rimpianto

L’ultimo desiderio di Raffaella Carrà, espresso prima di spirare, è stato quello di ricevere una celebrazione funebre semplice e sobria.

Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

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