Addio a Goffredo Fofi, l’intellettuale che riportò in auge Totò e Sordi

Goffredo Fofi si è spento all’ospedale Cavalieri di Malta a Roma all’età di 88 anni. Saggista, critico teatrale e cinematografico, ha avuto il merito di diventare una delle voci più controcorrente e profonde di tutta la cultura italiana del ‘900, schierandosi spesso dalla parte degli esclusi. A giugno 2025 la rottura del femore aveva peggiorato notevolmente le sue condizioni fisiche.

Una carriera a tutto tondo

Nato nel 1937 a Gubbio, Goffredo Fofi ha visto in prima persona le atrocità della seconda guerra mondiale, che hanno influenzato il suo pensiero e inevitabilmente la sua carriera lavorativa. A cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, insieme ad alcuni intellettuali, ha contribuito alla nascita di alcune riviste come “Quaderni Piacentini” o “Ombre Rosse”, divenute cardine di quella sinistra eterodossa che andava affermandosi.

Molta della sua fama proviene però dalle opere nel ruolo di critico cinematografico, nel senso più profondo del termine. Fofi non si limitava a scrivere recensioni o commenti, ma li analizzava come fossero specchi della vita reale da cui trarre considerazioni e conclusioni. E, sempre dalla parte dei più “deboli”, ha supportato e aiutato attori e registi di nicchia ad emergere. Per dare spazio a menti brillanti schiacciate da un mondo, quello cinematografico, spesso poco meritocratico.

Non manca però il mondo della scrittura e dell’editoria nella sua carriera. Fra le sue opere più importanti si ricordano soprattutto “Prima il pane”, “Le nozze coi fichi secchi” e “Sotto l’ulivo”. Negli ultimi anni è stato direttore della rivista “Lo Straniero”, uno dei pochi spazi critici indipendenti e capace di essere provocatoria. In piena linea con Goffredo Fofi essere umano e le sue scelte di vita quotidiana.

Goffredo Fofi
La rinascita di Totò

Se Totò ricopre ora un ruolo di primo piano nella cultura italiana, gran parte del merito va attribuito a Goffredo Fofi. Quest’ultimo, seguendo un primo tentativo di Pasolini, nel 1968 pubblico il saggio “Totò. L’uomo e la maschera”. La profondità e la complessità con cui analizzò le opere di Totò furono fondamentali nello smuovere letterari e critici del tempo, che rivalutarono così l’importanza dell’attore napoletano nella storia del cinema italiano.

Il saggio di Fofi sulle opere di Totò
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