“Sto provando la stessa ansia di quando vado in scena. Sento questo momento come se fossimo prima di un concerto”,
così esordisce Biagio Antonacci in un dietro le quinte virtuale prima di una chiacchierata a “tu per tu” con due studentesse dell’università IULM e il rettore, professore e critico cinematografico Gianni Canova.
L’ auditorium, che ospita centinaia di persone, è vuoto. Sul palco siamo in tre e non abbiamo la percezione di chi ci stia ascoltando o se ci stia ascoltando. Ma non importa. Biagio Antonacci – l’uomo non l’artista – decide di raccontarsi a noi e si immola a tutte le nostre curiosità.
Quasi come se fossimo seduti nel salotto di casa parliamo della vita, del sacrificio, dell’esperienza e della sensibilità.
“Dovete tenere costantemente aperti tutti i sensi. La vita è fatta di sensazioni e dovete stare attenti”.
I consigli di Biagio sono tanti e lui è visibilmente interessato a parlare con noi.
“Non ho mai fatto niente di simile” dice. Eppure si è esibito al Colosseo, il simbolo dell’Impero Romano, una delle Sette Meraviglie del Mondo nonostante questo però il luogo che ricorda con l’amore nel cuore è la Budineria sui Navigli a Milano dove da giovane faceva piano bar. Luogo in cui si è fatto conoscere e dove, racconta, si è trovato a esibirsi perfino di fronte a una coppia che stava litigando: “Non potete immaginare quanto potesse essere difficile cercare di convincerli con la mia musica a fare pace e a rimanere! Alla fine ce l’ho fatta e, pensate un po’… Sono tornati la settimana dopo!”
E poi qualche stralcio di canzone tra parole, pochi accordi e una chitarra… Biagio, che si potrebbe descrivere come un vulcano, sarebbe rimasto a parlare con noi per ore e ore.
Carta Blanche, il nome dell’evento organizzato dall’università, si è dimostrato così un importante momento di unione ed emozione dove l’energia era palpabile.
Ma giudicate voi, sotto il link per rivivere con noi questi momenti di condivisione e di racconto di un uomo che si è fatto da sé.
https://www.youtube.com/watch?v=j0xD7RydTHc