Giamaica, dicembre 1976. Le imminenti elezioni sono macchiate di sangue. Per le strade di Kingston e Trench Town le gang armate affiliate al People National Party e al Jamaica Labour Party seminano il panico, dall’inizio dell’anno non c’è stato un giorno libero da scontri o sparatorie. Più di 1000 persone rimaste uccise in quella che da lotta politica si è diramata in un’inquietante rete di criminalità organizzata.
SMILE JAMAICA E L’ATTENTATO A BOB MARLEY
Michael Manley, leader del PNP, il partito al governo, deve trovare una soluzione che riesca a stemperare la tensione di quei giorni. Lancia così l’iniziativa Smile Jamaica Concert, un concerto gratuito fissato per il 5 dicembre 1976 al National Heroes Park di Kingston.
Per radunare più persone possibili il PNP invita Bob Marley, che già aveva cantato per le manifestazioni del partito, ad esibirsi al concerto. Dopo anni di assenza, Marley sarebbe tornato in patria su invito del governo Giamaicano. Il pubblico locale accoglie la cosa come un evento leggendario. L’annuncio non fa che portare gli attriti al punto massimo. Il tentativo di distensione viene additato dal JNL e dai suoi affiliati come una mera mossa propagandistica.

Bob Marley arriva in Giamaica pressoché ignaro della situazione in cui versa il Paese. Il lungo periodo trascorso fuori dalla terra natale lo ha allontanato anche dalle vicende politiche. Il 3 dicembre 1976 Bob è a Kingston, al 56 di Hope Road, insieme al manager Don Taylor, quando un gruppo armato affiliato al JNL raggiunge l’appartamento e inizia a sparare. Sia Marley che Taylor vengono colpiti, nello stesso momento dei proiettili rompono i vetri dell’auto della moglie del cantante, che resta lievemente ferita.
Il giorno del concerto, le oltre 80.000 persone presenti si chiedono se Bob Marley sarà presente o meno dopo quanto accaduto. Nonostante tutti attorno a lui glielo abbiano sconsigliato, il cantante si presenta sul palco per un set di 90 minuti, in cui presenta anche brani inediti tra cui la stessa Smile Jamaica.
LA SFIDA ALLA VIOLENZA POLITICA
49 years ago, on December 3, 1976, Bob Marley survived an assassination attempt at his home in Jamaica 🇯🇲
At the time, the country was in the grip of political tensions fueled by the rivalry between two parties, the JLP and the PNP.
Marley, perceived as a champion of peace, .. pic.twitter.com/3449UAMFqr— Marcus Origa (@Iya_Livity) December 3, 2025
Durante il concerto Bob mostra più volte i segni della sparatoria. In seguito, a chi gli chiederà il perché della scelta di presentarsi risponderà: «Le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero, come potrei farlo io?». Sedici mesi dopo, l’artista organizzerà il suo One Love Peace Conert, durante il quale inviterà i leader del PNP e del JLP a stringersi la mano sul palco.
Sebbene la violenza in Giamaica non smetterà totalmente, il coraggio di Marley è considerato, a oggi, uno degli atti politici più potenti nella storia della musica.
A cura di Alessandro Zanetti