I Musei Vaticani al centro di una truffa. A essere rubate non sono le opere d’arte che, ogni anno, attraggono più di sei milioni di visitatori. Secondo un’inchiesta del sito americano The Daily Wire, una casa editrice italiana avrebbe venduto i diritti per il riutilizzo delle immagini delle opere vaticane. Tutto senza autorizzazione da parte della Santa Sede.
Diritti rubati: cosa è successo
Facciamo un passo indietro. In un libro curato dall’editore italiano Scripta Maneant sono pubblicate immagini ad alta risoluzione degli interni del Vaticano. A marzo, un’avvocata di New York, Sarah Rose Speno, contatta la casa editrice allo scopo di ottenere, per conto di alcuni clienti, i diritti di utilizzo di quelle immagini. In virtù della collaborazione – presunta – tra Scripta Maneant e Monsignor Paolo Nicolini, vice-direttore dei Musei Vaticani, l’editore tratta direttamente il rilascio delle licenze e richiede una somma di 550mila dollari, presumibilmente divisi con la Santa Sede.
La vicenda
La Speno, che vanta un’esperienza trentennale in questo campo, rimane scettica, soprattutto dopo la richiesta di un bonifico in contanti di 82.500 dollari da versare su un conto corrente non ufficiale. «Se e solo se» il pagamento fosse andato a buon fine, racconta la legale al Daily Wire, Scripta Maneant avrebbe rilasciato le licenze. Tutto senza alcuna autorizzazione formale da parte del Vaticano: la casa editrice non ha fornito nessun documento che ufficializzasse la vendita dei diritti.
Monsignor Nicolini, contattato dal Daily Wire, ha chiarito la posizione della Santa Sede. Nel 2015, Scripta Maneant ha realizzato un libro in edizione limitata in cui ha inserito immagini ad alta risoluzione delle opere vaticane. Questa volta previa approvazione ufficiale, ma la licenza è stata rilasciata unicamente per quel progetto. L’editore non era autorizzato a riutilizzare le stesse immagini per pubblicazioni successive, tantomeno poteva subappaltarne i diritti.
I precedenti
Non si tratterebbe di un caso isolato. Un anno fa, Scripta Maneant ha venduto la licenza a Lighthouse Immersive, organizzazione che si è occupata della mostra Immersive Rome and The Vatican, a Boston. «In collaborazione con Scripta Maneant sotto concessione del Governatorato dello S.C.V. Direzione dei Musei» si legge sotto il logo dell’esposizione. Anche in questo caso, non c’è stato nessun accordo con la Santa Sede. Richard Ouzounian, consulente creativo di Lighthouse Immersive, ha riferito al Daily Wire che il Vaticano «non doveva dare l’approvazione» e che «non aveva potere di veto» sul rilascio delle licenze da parte di Scripta Maneant. Tuttavia, non è stato inviato nessun documento che lo provasse.
Per fare luce sulla vicenda, il Daily Wire ha proposto a Francesco Iori, responsabile logistico di Scripta Maneant, di partecipare a una telefonata «a tre» con Lighthouse Immersive. Iori ha rifiutato e la casa editrice si è detta pronta a fare causa al sito per diffamazione.
Lunedì 7 novembre, Monsignor Nicolini ha incontrato privatamente Papa Francesco, ma per il momento la Santa Sede non rilascia nessuna dichiarazione.