La redazione di MasterX ha condotto un’inchiesta condivisa insieme ai master di giornalismo di Torino (Giorgio Bocca), Roma (Lumsa) e Urbino (Ifg) per comprendere gli effetti del carovita sugli studenti fuorisede. Dal costo dell’alloggio ai trasporti, passando per i beni alimentari e il tempo libero, l’indagine, con oltre 500 risposte, restituisce una fotografia estremamente attuale delle difficoltà dei fuorisede italiani.
L’inchiesta
Affitti
Dall’indagine è emerso come in media tra Torino, Milano, Urbino e Roma, un alloggio oscilli tra i 300 e i 600 euro (65,2% del totale), ma in proporzione la fetta più ampia riguarda i canoni di 500-600 euro (25,2%). Le stanze singole risultano di gran lunga l’opzione più gettonata (65,8%) rispetto a soluzioni più “comode” come un monolocale (9%) o un bilocale (14.7%), con oltre un quarto del campione che dichiara di dividere la casa con tre coinquilini (25,8%).
La ricerca di un alloggio per i fuorisede, poi, rappresenta un fattore determinante anche in funzione al prezzo da pagare. Oltre la metà del campione dichiara di aver cercato casa tra luglio e settembre (54,9%), ma è interessante notare come più di un quinto abbia anticipato la ricerca tra i mesi di aprile e giugno (20,3%), nella speranza di poter scegliere tra una rosa di soluzioni più ampia. Infine, è interessante notare come, dietro il dominio dei social network (35,6%), ci siano due fette quasi equivalenti del campione che dichiarano di essersi affidati a canali più “tradizionali” ma decisamente differenti: la mediazione di un’agenzia immobiliare (23,3%) e il passaparola o annunci informali (22,2%).
Mezzi di trasporto
La maggior parte dei fuorisede raggiunti dall’indagine dichiara di prediligere il trasporto pubblico (58,1%), seguito da una fetta consistente di chi invece preferisce spostarsi a piedi (30,4%). Non sembra decollare invece la mobilità in car sharing: la quasi totalità del campione (95,2%) dichiara di non possedere un abbonamento il cui costo mensile, però, come testimoniato dalla restante parte, si mantiene al di sotto dei 50 euro (66,7%), sebbene siano in pochissimi a fruire di agevolazioni per studenti (2,3%). Se naturalmente sulla scelta dei trasporti incide primariamente il fattore distanza, è interessante notare come meno della metà dei fuorisede oggetto dell’inchiesta sia provvisto di abbonamento ai mezzi pubblici, il cui costo oscilla tra cifre al di sotto dei 30 euro (35,8%) arrivando a un tetto massimo che mediamente non supera i 50 euro (47,5%), mentre agevolazioni su scala reddituale sembrano esistere soltanto in minima parte (17%).
Carrello della spesa e salute
La fetta più rilevante dei fuorisede spende al mese tra i 100 e i 200 euro (41,9%), con le due estremità quasi egualmente distribuite (il 21,6% spende tra 50 e 100 euro, il 22,8% tra i 200 e i 300). Un’altra voce che potrebbe incidere fortemente sulla spesa mensile è la salute, ma poco meno di un quinto del campione ha svolto una visita pubblica da quando è fuorisede, con un’alta percentuale che ignora l’esistenza di strutture sanitarie dedicate appositamente ai più giovani (56,8%).
Tempo libero
Infine, ultimo punto, il costo del tempo libero. Si tratta chiaramente di spese accessorie ma l’idea di approfondire anche questo campo nasce dalla considerazione dell’importanza che aspetti come cultura, svago e divertimento hanno sulla formazione dei giovani in quanto persone e cittadini, prim’ancora che in qualità di studenti fuorisede.
Ebbene, l’italianissimo caffè a 1 euro sembra aver ormai ceduto il passo a tazzine il cui costo si aggira tra 1,20 (25%) fino a 1,50 euro (30%), e peccato non aver chiesto di specificare se il bicchiere d’acqua è compreso o si paga a parte. Sullo spritz, invece, le differenze sono meno marcate: l’aperitivo nostrano per eccellenza costa dai 5 ai 7 euro (72,1%), ma resistono parti d’Italia in cui è possibile spendere tra i 4 e i 5 euro (19,9%) o addirittura tra i 3 e i 4 euro (7,5%).
Passando agli hobby più tradizionali, lo sport costa in media tra i 50 e i 100 euro mensili (45,3%) mentre per un ingresso al cinema, un evergreen dal sapore un po’ vintage, servono tra i 7 e i 9 euro (50,5%). Detto dell’assenza di agevolazioni al supermercato e per la mobilità in sharing, gran parte del campione non usufruisce neppure di agevolazioni per studenti in relazione al trasporto pubblico (88%), caso contrario se si prendono in considerazione eventi culturali come mostre e spettacoli (68,5%).
L’indagine a Milano
Affitti
Il 2023 ha incoronato Milano come la città con il costo più alto in tutta Italia. Il report Non è una città per chi lavora dell’Osservatorio Casa Abbordabile (Oca) ha evidenziato come il prezzo medio di un affitto abbia raggiunto 22.70€ al metro quadrato, un aumento di oltre il 70% rispetto al 2015, quando il prezzo ammontava a circa 13€. Volendo trasportare i dati in un esempio pratico, un appartamento di 70 metri quadrati può essere affittato per una media di 1540€, mentre nel 2015 il prezzo medio era di 910€.
I dati sono stati confermati anche dal campione intervistato. Dall’indagine è emerso che a Milano il 32% degli studenti è costretto a dover sborsare più di 700€ per una stanza o un piccolo appartamento, il 24% del campione invece ha dichiarato di spendere i 600 e i 700€. La restante metà del campione spende per il 23% tra i 500 e i 600€ e per il 20% tra i 400 e i 500€. A completare il quadro, l’eccezione che conferma la regola. L’1% degli studenti, infatti, è riuscito ad affittare una stanza per un prezzo tra i 300 e i 400€.
I tempi di attesa arrivano dai tre ai sei mesi per più del 40% degli intervistati. I fuorisede sono costretti a doversi confrontare con intermediari definiti spesso «truffaldini», con case in condizioni disastrose e, in alcuni casi, «con veri e propri colloqui per convincere il proprietario ad affittare la stanza».
Ecco allora che per il 50% del campione la soluzione è stata trovata tramite passaparola o annunci informali, molto più rapidi ed economici perché privi di prezzi di intermediazione. Il resto del campione, per il 26% si è affidato ai Social per la ricerca del posto letto, mentre solamente il 24% si è rivolto a un’agenzia.
Il Paniere essenziale
Doversi confrontare con una situazione immobiliare del genere è difficile, ma diventa quasi impossibile se al tutto si somma l’aumento del costo del paniere essenziale di beni e servizi di Milano.
Per comprendere il quadro in maniera chiara, è utile un report realizzato dal think-tank Tortuga insieme al progetto di media activism Adesso. Dalla ricerca è emerso che la soglia della povertà assoluta, cioè il costo minimo del paniere di beni e servizi considerati essenziali, conferisce a Milano la maglia nera di città italiana con il costo della vita più elevato. Se per un giovane tra i 18 e i 29 anni che vive in un’altra grande città metropolitana il costo del paniere si attesta intorno ai 950€ mensili, a Milano raggiunge i 1175€, circa il 19% in più.
La tendenza del report è stata confermata anche dall’inchiesta condivisa con le altre scuole di giornalismo. L’indagine è andata nel dettaglio, prendendo in considerazione le singole voci di spesa di uno studente fuorisede.
Partendo da quella alimentare e domestica, oltre il 50% del campione intervistato ha risposto di pagare tra i 100 e i 200€ mensili. Mentre solo il 20% ha dichiarato di spendere meno di 100€. Infatti, stando ai dati pubblicati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, molti prodotti del paniere hanno sfiorato aumenti del 30% rispetto al 2022, in alcuni casi con picchi di oltre il 60%. I beni alimentari vedono aumenti maggiori, con un pacco da 1kg di riso passato da una media di circa 2,20€ nel 2022 a oltre 3,70€ nel 2024 (+68%).
Trasporti
Un altro capitolo di spesa vincolato alla vita da fuorisede in una città è quello che riguarda i trasporti. Solo il 4% del campione ha dichiarato di utilizzare la propria auto personale negli spostamenti urbani, mentre l’11% ha detto di muoversi a piedi o in bicicletta. Il restante ha risposto di possedere un abbonamento per i mezzi pubblici, tuttavia con costi diversi. Circa il 50% ha dichiarato di pagare meno di 30€ al mese (beneficiando della tariffa per i giovani) mentre il 27% di pagare tra i 30 e i 50€ mensili. Il 23% ha invece risposto di dedicare al trasporto pubblico più di 50€ al mese.
Tempo libero
Dati interessanti quelli che riguardano il costo del caffè e degli spritz, due voci fondamentali nella vita di uno studente fuorisede. Partendo dal primo, il 30% del campione ha risposto di pagare il caffè al bar 1€, il 23% di pagarlo 1,10€ e l’11% 1,20€. Il resto del campione, circa il 35%, ha invece dichiarato di spendere tra 1,20€ e 2€. Lo spritz ha invece messo d’accordo quasi tutti. Il 90% degli studenti ha dichiarato di spendere tra i 5 e i 7€ mentre solo il 10% ha dichiarato di riuscire a cavarsela con una spesa tra i 4 e i 5€.
Prendi in Casa: storia di un’alternativa al caro affitti
«Cercavo un affitto ad un prezzo accessibile, ma ci ho guadagnato soprattutto dal punto di vista umano». Così Alberto, giovane lavoratore sardo di 27 anni, racconta di Prendi in Casa, un progetto milanese che si presenta come una valida alternativa al caro affitti.
L’iniziativa nasce su proposta dell’associazione no profit MeglioMilano. Nel 2004, l’istituzione ha avviato un “progetto di abitare collaborativo tra residenti e fuorisede”. In particolare, nel quartiere di Bovisa, dove da poco era stato aperto il Politecnico di Milano. L’idea prevede, infatti, che gli studenti si mettano a disposizione all’interno delle abitazioni ospitanti. In cambio, ottengono un alloggio a un prezzo calmierato, che si aggira attorno ai 300€. Non si può dire che affittino una stanza, in quanto non viene stipulato un contratto di locazione, ma un accordo di ospitalità. Attraverso questa forma di scrittura privata si garantisce tutela alle parti, in merito alla durata della convivenza e al rimborso mensile.
Nessuna percentuale spetta, infatti, all’associazione, cui bisogna versare solo un contributo associativo una tantum. Ed è quello che ha fatto Alberto. Dopo tre anni passati all’estero, lontano da casa, decide di fare ritorno in Italia, a Milano. Una città in cui cercare casa per lui, come per molti altri, è un incubo: «Fin da subito la situazione mi è sembrata difficile. I prezzi degli affitti qui sono esagerati e il costo della vita non ha paragoni. Ho trovato solo stanze attorno ai 1000 euro. Ora vivo con Michele, pensionato milanese di 79 anni e pago 320 euro al mese. Ho il coinquilino perfetto, meglio degli studenti con cui ho convissuto all’università».
Le inchieste delle altre scuole