Dall’analogico al digitale. Dalla era della carta stampata a quella dei social. Dal 2001, in soli vent’anni, il mondo dell’informazione ha subito profonde trasformazioni. Il Master in Giornalismo IULM le ha intercettate, ma è stato anche in grado di governarle. Sopratutto negli ultimi due anni: quelli della pandemia.
L’intervista al direttore Daniele Manca:
Giornalismo digitale e metodo
Sono due le ragioni che rendono il Master IULM un unicum nel panorama italiano delle scuole di giornalismo. Le elenca Daniele Manca, direttore del Master e vice direttore del Corriere della Sera: «La prima sta nella collaborazione con Mediaset, che ha reso il Master digitale sin dalla nascita. Grazie a TGCOM24, inoltre, possiamo offrire ai nostri studenti due mesi aggiuntivi di stage rispetto alle altre scuole».
La seconda ragione, invece, è il metodo giornalistico. «È uno strumento decisivo», spiega il direttore, «consente agli allievi di adeguarsi con rapidità ai cambiamenti del mondo dell’informazione». Un settore reso sempre più centrale dalla pandemia, che ha stretto il rapporto tra giornalisti e opinione pubblica: «Eravamo abituati a un giornalismo in divenire, che giorno dopo giorno aggiungeva un pezzo a una storia. Oggi l’agenda è mutata: il Covid-19 l’ha trasformata in quella dei cittadini», conclude Manca.
La comunicazione scientifica
Anche Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, si sofferma sulle enormi responsabilità dei giornalisti: «In Italia, purtroppo, non siamo abituati a una buona divulgazione scientifica. Non sempre siamo precisi. La comunicazione è spesso veicolata attraverso le opinioni personali e non si tiene conto delle sfumature di grigio della scienza».
Una tonalità, il grigio, che i giornalisti dovrebbero invece raccontare, traducendo la complessità del mondo della ricerca ai cittadini. «Il giornalismo deve rimediare a queste storture», continua la ministra. «Deve farsi interlocutore vero tra la scienza e i cittadini: è una responsabilità deontologica molto importante».
L’intervista al rettore Gianni Canova:
Il ricordo di Angelo Agostini
Uno dei punti di forza degli studenti del Master in Giornalismo IULM è proprio quello di saper raccontare le sfumature di grigio. Gli allievi della Scuola, del resto, possono contare sul sostegno della IULM, un’università che – come sottolinea il rettore Gianni Canova – fa della comunicazione il suo punto di forza. «Stiamo già dando una risposta concreta alle riflessioni della Ministra», dice infatti il rettore, che annuncia la nascita di un nuovo master in comunicazione scientifica.
Poi si abbandona ai ricordi: «Nel 2001 io e Angelo Agostini, il primo direttore del Master in Giornalismo, abbiamo vinto il concorso per diventare professori associati. La IULM ci ha dato la missione di presidiare la comunicazione: io mi sono dedicato al cinema, mentre Agostini si è occupato della sfera giornalistica. Ha reso il Master un fiore all’occhiello della nostra Università».
L’intervista a Paolo Liguori:
La mostra e Mediaset
Sono trascorsi due decenni, dunque, dalla nascita del Master in Giornalismo IULM. Vent’anni sembrano tanti, anche se in realtà sono pochi. Per rendersene conto basta visitare la mostra fotografica il «Master in Giornalismo IULM: vent’anni in 20 scatti», a cura di Marco Capovilla e Marta Zanichelli. Osservando le foto esposte, infatti, si comprende quanto il tempo scorra veloce nel mondo dell’informazione, sempre in perenne trasformazione. Come Mediaset, che nel 2001 ha scelto di essere accanto al Master IULM.
«Quest’Università a Milano rappresenta qualcosa di speciale: i simili si attraggono», spiega Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset. Che paragona il legame con la IULM a un matrimonio: «La nostra è una storia lunghissima. Il Master continua a convincerci perché ha formato 300 ragazzi che continuano a distinguersi». Per il Biscione, quindi, la Scuola della IULM è un bollino di qualità. Anche nell’era del giornalismo in diretta, in cui bisogna essere sempre pronti: «In televisione è impossibile rimediare agli errori. Ecco perché è così importante avere dei giovani come quelli del Master IULM», conclude Crippa.