I latini lo avrebbero definito annus horribilis, il Time si è affidato alla più moderna espressione «l’anno peggiore di sempre». Al di là delle locuzioni, l’impressione è la stessa per chiunque, quella che il 2020 non ci abbia lasciato respiro per un solo giorno. Iniziato con la paura di un’imminente terza guerra mondiale, poi totalmente disattesa, causata dall’omicidio di Soleimani in Iran, ha proseguito con l’epidemia Covid-19, uscita dai confini cinesi, per trasformarsi in pandemia.
Attraverso 11 vignette abbiamo voluto percorrere questo anno sui generis.
Le brutte intenzioni, la maleducazione
I primi di febbraio inizia Sanremo, Morgan si fa espellere dalla competizione e in Italia imperversa il meme che stazionerà sui social e nelle conversazione tra amici per mesi. L’ossessione per quella frase «Dove è Bugo?» dice molto di quanto l’opinione pubblica fosse serena, lontana da altri pensieri – molto più angoscianti – che di lì a poco si sarebbero presentati per restare durante tutto l’anno.
DA ZERO A migliaia contagiati
Tra gennaio e febbraio il virus è percepito come un pericolo lontano, tanto che molti giornali e media lo definiscono “il virus cinese”. C’è qualche caso sporadico di infezione altrove, in Australia, Francia, Stati Uniti, ma i casi sono isolati e controllati. In Italia, ad esempio arrivano due coniugi cinesi, affetti da coronavirus che sono tenuti sotto controllo allo Spallanzani di Roma. Si è in allerta, ma non troppo. Tra il 21 e il 22 febbraio, però, succede qualcosa: si trova il primo caso di Covid-19 contratto da un cittadino italiano, è a Codogno, vicino Milano. Non si riesce a risalire però al paziente “0”, forse per le troppe frequentazioni del contagiato o perché, l’ipotesi peggiore, il virus circola nel nostro paese già da parecchie settimane. In pochissimi giorni i contagi salgono e diventano centinaia. Il coronavirus sta investendo con forza l’Italia, i focolai maggiori sono nel Lodigiano e in Veneto. Per contrastare il coronavirus si creano le zone rosse: nessuno può uscire e nessuno può entrare da quei territori.
La grande fuga
CANTARE DAI BALCONI
Gli italiani sono in lockdown da pochi giorni o settimane. Anche se non si sa la data precisa di quando si potrà uscire, prevale l’ottimismo. Palazzi interi organizzano canti dai balconi, con strumenti o impianti stereo. La classe politica si impegna a rassicurare gli italiani e un motto rimbalza ovunque: «Andrà tutto bene».
NON SI CANTA PIù
L’ottimismo è finito, nessuno canta più dal balcone. Lo stress per molti si trasforma, settimana dopo settimana, in disperazione. Psicologica o economica. La quarantena non è uguale per tutti, alcuni la devono passare dentro monolocali in solitudine, altri in case piccole e sovraffollate. Il lavoro è in stop forzato, ma i sussidi tardano ad arrivare.
Le città vuote
A partire dal duomo di Milano, passando per piazza San Marco e arrivando al Colosseo, i monumenti italiani sono vuoti, così come le strade e ogni angolo d’Italia. Le immagini documentate mostrano città spettrali, un evento senza precedenti, come quello della messa Urbi et Orbi di pasqua, recitata da Papa Francesco davanti a una piazza San Pietro deserta e cupa.
Il lockdown dimenticato
La rinnovata libertà, iniziata con la riapertura graduale di maggio, fa dimenticare i mesi passati di lockdown, il pericolo e le regole da rispettare. Alle discoteche è permesso di riaprire e – nonostante i virologi continuino a parlare del concreto rischio di una seconda ondata – ad agosto 2020 i locali sono pieni come lo erano prima dell’epidemia.
THE DONALD è FUORI
Bisogna saper perdere, recita un vecchio detto. Chi non lo sa fare è Donald Trump che, i giorni che seguono le elezioni del 3 novembre appena odorato la sconfitta, decide di urlare alla frode. Le elezioni per eleggere il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti di America riconoscono Joe Biden come vincitore. Ma ad oggi The Donald non ha ancora ammesso la sconfitta.
ADDIO DIEGO
Per gli amanti del calcio era un dio, per tutti era una leggenda. Per questo quando il 25 novembre Diego Armando Maradona muore per un arresto cardiaco il lutto tocca molte sfere, quella familiare, quella calcistica e anche chi di calcio ne conosce poco e nulla.
NATALE CON I TUOI. O FORSE NO
Con la seconda ondata è arrivato anche il secondo lockdown, fatto per “salvare il Natale” – espressione bipartisan – e l’economia. Nonostante le precauzioni, la curva non è scesa come sperato, a causa anche dei numeri decisamente più alti rispetto alla prima ondata (con picchi di 40mila contagi al giorno). Il 2020 si è concluso quindi con un Natale anomalo, pochi parenti e niente cenoni, rinfreschi e ritrovi. Un Natale in solitudine, esattamente come per molti lo è stato il 2020 tutto.