Giugno 2024, in Italia la politica parla quasi solo di Europa. Le elezioni per il Parlamento di Strasburgo e Bruxelles di sabato 8 e domenica 9 sono alle porte e tutti i partiti sono alla disperata ricerca di consensi in patria. Già, in patria. Ma gli italiani non vivono solo in Italia: molti di loro si sono traferiti fuori dal Paese. A maggio 2023 l’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, raccoglieva i nomi di oltre 6 milioni di persone. Italiani e italiane sparsi in giro per il mondo. Di questi, circa 1 su 3 abita negli altri 26 Stati dell’Unione Europea. Di loro e a loro nessuno parla. Non un leader politico, non un partito. Eppure si tratta pur sempre di italiani, tali e quali a chi vive nello Stivale.
O forse no. Perché se alle elezioni politiche italiane, come quelle dello scorso 25 settembre 2022, anche i residenti all’estero agiscono da italiani, forse in Europa qualcosa cambia. Perché sì, si vota Paese per Paese, ma per eleggere un parlamento comune, che deve fare gli interessi di tutti. È possibile che un italiano che vive all’estero, quando entra nella cabina elettorale per le europee, si trasformi in qualcos’altro? In un tedesco, se vive in Germania? O in un francese, se sta in Francia? Oppure sarà sempre un italiano, indipendentemente dal fatto che viva in paesino sull’Appennino o in una metropoli mitteleuropea?
Abbiamo provato a scoprirlo. E, come spesso accade, è emerso un quadro più complesso di quanto potessimo prevedere. Tra chi privilegia il bene del proprio Paese di origine a chi vorrebbe votare i candidati locali. Da chi si sente ormai straniero a chi, studente Erasmus, nemmeno questa volta potrà votare da fuorisede.
Ascolta il podcast di MasterX, scritto e diretto da Umberto Cascone ed Erica Vailati e con la voce di Filippo di Chio .