Anche Clubhouse vittima di «scraping» ma è pronta l’app per Android

Sono l’oro del ventunesimo secolo: i dati. Le grandi piattaforme social su di essi hanno costruito le loro fortune. Li custodiscono gelosamente ma non sempre riescono a proteggerli dagli attacchi informatici. L’ultima vittima è Clubhouse, il social network del momento: in rete sono finiti i dati di 1,3 milioni di utenti sottratti attraverso la tecnica dello «scraping», una raccolta di dati basata su softwer automatizzati che estrapolano informazioni pubbliche dalla rete. Clubhouse, che a maggio sarà disponibile su Android, ha infatti escluso su Twitter che si sia trattato di un «data breach» o di una violazione perché le informazioni diffuse erano già disponibili pubblicamente.

La piattaforma è comunque in buona compagnia. Anche LinkedIn, il social network professionale per eccellenza, ha subito lo «scraping» dei dati di 500 milioni di profili (su un totale di quasi 740 milioni di iscritti), finiti in vendita nel Dark Web. Ma a subire le violazioni più significative è stato Facebook, vittima di almeno due «scraping»: il primo, nel 2018, ha colpito i dati di 419 miliardi di utenti; il secondo, nell’agosto 2019, ha invece riguardato ben 533 milioni di iscritti. Quest’ultimo «leak» (perdita) ha interessato il 90% dei profili italiani, quasi 36 milioni di utenti.

Il tweet di Clubhouse:

Il boom di Clubhouse
La vecchia icona di Clubhouse

Rispetto a LinkedIn e Facebook, dunque, Clubhouse ha subito uno «scraping» meno consistente: 1,3 milioni di profili rappresentano circa il 12% degli iscritti al social, che a fine febbraio ha superato gli 8 milioni di download. Numeri da record per un’app che è stata ufficialmente lanciata da poco più di un anno, nell’aprile 2020, ed è scaricabile solo da chi possiede un iPhone o un dispositivo Apple. Senza dimenticare che per accedere alla piattaforma è necessario ricevere l’invito di una persona già iscritta. Ed è proprio grazie a queste limitazioni all’accesso che è sorto intorno a Clubhouse un enorme interesse, rendendo l’applicazione molto popolare in tutto il mondo.

Eppure l’avvio non è stato dei migliori. Ad aprile 2020 gli iscritti erano solo 1500. A maggio 3500. Poi il primo allungo con i 600 mila utenti raggiunti a dicembre 2020. Ma è il 2021 l’anno d’oro. A gennaio i membri salgono a 2 milioni, l’1 febbraio a 3,5 milioni. La consacrazione definitiva giunge invece quando Elon Musk, il patron di Tesla, da appuntamento sul social ai suoi 45 milioni di follower su Twitter per parlare di Marte, bitcoin e intelligenza artificiale. Qualche giorno dopo lo emula Mark Zuckerberg che sbarca su Clubhouse per discutere di realtà virtuale. È così che in meno di un mese i download arrivano a 8 milioni e la piattaforma raggiunge una valutazione superiore al miliardo. Oggi il suo valore è stimato introno ai 4 miliardi di dollari.

L’intervento di Elon Musk su Clubkouse:
Come funziona Clubhouse

Clubhouse è un social network davvero innovativo se raffrontato ai suoi concorrenti. Nato durante la pandemia, ha lo scopo di creare un’esperienza social più umana. Per far ciò Paul Davison e Rohan Seth, i suoi fondatori, progettano un’applicazione in cui si comunica tramite messaggi vocali scambiati in diretta (modello real-time). Una volta fatto l’accesso, infatti, è possibile creare una room – che può contenere al massimo 5 mila persone – dove conversare con altri utenti come se fosse una vera e propria chat audio. Chi avvia la stanza ne diventa il moderatore: è lui a stabilire quali profili possono prendere la parola. Per intervenire, invece, basta cliccare sull’icona «alza la mano».

Le room, poi, sono classificate in base a differenti livelli di privacy: alle «stanze aperte» si può unire chiunque; nelle «stanze social» possono partecipare solo i profili seguiti dal moderatore; nelle «stanze chiuse» occorre avere uno specifico invito. Quanto ai temi trattati, su Clubhouse si affrontano ogni giorno gli argomenti più disparati. Immancabili sono l’attualità e la politica, ma è possibile anche parlare di sesso, economia, cibo e musica. In alcune room vengono persino fornite consulenze mediche gratuite. Del resto, ognuno può creare una stanza o pianificare un evento, visibile a ogni iscritto sul bollettino della piattaforma. I membri che conversano regolarmente, inoltre, possono decidere di fondare un club, una comunità di utenti in cui si affrontano temi condivisi. Ma solo gli iscritti che hanno ospitato almeno 3 room possono crearne uno.

Clubhouse per Android
Un piccolo robot è il logo di Android

Dopo una brillante partenza, tuttavia, Clubhouse ha arrestato la sua crescita esponenziale. Il social network, per superare questo impasse, è pronto a sbarcare su Android: i lavori di sviluppo sono iniziati a marzo e dovrebbero concludersi per fine aprile. Entro maggio ci sarà poi il lancio globale. In più, per incrementare il numero di iscritti, Clubhouse potrebbe decidere di eliminare l’obbligo del previo invito. Così facendo spera di mantenere la sua egemonia. La concorrenza infatti è agguerrita: Twitter ha lanciato la sua chat audio, Spaces, mentre Facebook sta sperimentando la piattaforma Hotline, simile a Clubhouse ma con in più la modalità video. Anche Telegram, infine, per non perdere terreno ha ideato delle room vocali da far partire all’interno dei gruppi: ai partecipanti è offerto l’anonimato e la protezione della crittografia.

Luca Carrello

Aspirante giornalista, laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Pavia. La mia passione: la politica. Adoro leggere (prediligo i grandi classici) e amo il mondo dello sport. Mi trovate spesso sui social.

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