The Finalissima: si è persa la magia azzurra?

Argentina – Italia

Wembley, dove solo 12 mesi fa la nazionale italiana saliva sul tetto d’Europa, questa volta è amara. L’Argentina ha schiacciato l’Italia nella Finalissima, match che ha visto scontrarsi le vincitrici di Coppa America e Euro2020, in un tre a zero difficile da digerire, specialmente dopo la disfatta che a marzo ha sancito la mancata qualificazione degli Azzurri al Mondiale. A gonfiar le reti i gol di Lautaro Martinez, Angel Di Maria e Paulo Dybala.

L’addio di Chiellini

La partita ha anche segnato la fine del cammino del capitano Giorgio Chiellini con la maglia azzurra, che chiude la propria carriera dopo 117 presenze in nazionale. Un addio non dei migliori, addolcito però dall’omaggio con cui si è aperta la gara. Re Giorgio è stato salutato prima del calcio d’inizio  con una cerimonia organizzata dalla Figc in cui il presidente federale Gabriele Gravina gli ha consegnato un trofeo davanti ai compagni e ai tifosi di tutto il mondo.

I limiti della Nazionale

Risuonano nella mente le parole del francese Kylian Mbappé. Nei giorni scorsi l’attaccante PSG ha affermato che il calcio sudamericano a livello di squadre nazionali non è al livello del calcio europeo ma stasera si sono resi evidenti i limiti della nazionale di Mancini. Gli azzurri sono stati costretti troppo spesso a inseguire gli avversari e senza poter contare sul tridente Bernadeschi – Belotti – Raspadori, che non ha saputo creare pericoli. Il centrocampo è stato dominato nettamente dalla superiorità degli Albicelesti.

 

Roberto Mancini, Ct Italia

“Nel primo tempo abbiamo fatto due errori e concesso due gol in una partita equilibrata. A quel punto sono stati migliori, tenendo palla e comandando la partita. Avremmo dovuto segnare per riaprirla, ma nella ripresa abbiamo avuto davvero poche possibilità. Abbiamo fatto troppo poco per riuscire a rimontare”, ha detto Mancini in conferenza stampa. Domani si riparte verso la Nations League con volti nuovi, un gruppo molto più giovane e non più legato a quell’Europeo. Si apre un nuovo ciclo.

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