Wimbledon ha un nuovo re: Carlos Alcaraz

In 4 ore e 42 minuti è stata riscritta la storia del tennis. Carlos Alcaraz, il ragazzo ventenne di Murcia (Spagna), ha battuto il sette volte campione Novak Djokovic, raccogliendo con il sorriso l’eredità di una genia di titani che pareva insuperabile e irraggiungibile.
Le sue spalle larghe, nonostante la giovane età, ma soprattutto il talento e l’enorme forza mentale hanno permesso allo spagnolo di diventare il dominatore del prossimo decennio.

Carlos Alcaraz è il più giovane tennista nº 1 al mondo nella storia del ranking ATP. Vanta dodici titoli conquistati nel circuito maggiore, tra cui due tornei del Grande Slam e quattro Masters 1000
Dall’abisso al paradiso

Una battaglia aspra, palpitante e spettacolare quella combattuta tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz domenica 16 luglio. Un match che è già storia. Per Alcaraz era appena il quarto torneo in carriera sull’erba e con questa vittoria, diventa paladino del tanto atteso cambio generazionale, che vista la sua performance sembra destinato a diventare irreversibile.

I primi 34 minuti di gioco, la durata del primo set, iniziano come il peggiore degli incubi: Djokovic, come spesso accade, è padrone della scena e senza fatica va avanti 4-0. In fretta però, Alcaraz aggiusta il braccio e soprattutto la testa. Torna al centro del campo, concentratissimo. Comincia a spingere, a cercare le righe, a tenere il ritmo e, poi, ad accelerarlo. «Dopo il primo set mi sono detto che dovevo salire di livello altrimenti sarebbero stati tutti delusi» ha confidato Carlos Alcaraz a match concluso.

A ogni modo, è stato il tie break a decidere il secondo set, e con un minibreak di vantaggio, sul 3-2, Nole gioca una smorzata senza logica. È il segnale che il giovane spagnolo gli è entrato nella testa e la sua capacità di difendere ogni centimetro di campo gli hanno richiesto di trovare delle soluzioni di gioco che, però, non sente sue.
Insomma, Novak è in crisi sul suo terreno preferito.

Infine, il colpo decisivo. Nel break del 2-1 finale, Carlos Alcaraz va a servire per il match. È il primo passo verso la leggenda: infila un pallonetto imprendibile e una volée in allungo.

Vamos Alcaraz, sei storia.

Le parole di Novak Djokovic
Novak Djokovic

L’amaro sapore della sconfitta, quella che in una finale di Wimbledon non conosceva da dieci anni, Novak Djokovic lo mette da parte quasi subito.

«Non ha tremato. Ha giocato un paio di colpi straordinario, meritando di vincere. Spero di ritrovare Carlos agli Us Open: penso sia positivo per il nostro sport vedere il numero 1 e il numero 2 affrontarsi in una battaglia di quasi 5 ore lunga 5 set. Io sono pronto».

 

 

Francesca Daria Boldo

Nata e cresciuta tra le Dolomiti Bellunesi, Patrimonio UNESCO, classe ’96. Scorpione di segno e di fatto: empatica, estroversa ed energica (un po' rivoluzionaria). Laureata in Filosofia e specializzata alla magistrale di Editoria e Giornalismo all’Università degli studi di Verona, collaboratrice del quotidiano scaligero L’Arena e giornalista praticante per MasterX. Fin da piccola, annotare su un foglio bianco il mio punto di vista sul mondo e interrogarmi su mille perché è sempre stato il mio passatempo preferito e lo è anche adesso. La mia ambizione? Diventare una giornalista televisiva. Quando? Senza fretta ma senza sosta.

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