Alla fine Carlo Tavecchio si è dovuto arrendere. Nel Consiglio federale di oggi, l’ormai ex numero uno del calcio italiano ha rassegnato le sue dimissioni. Conseguenze dirette, l’azzeramento del Consiglio federale e la convocazione di nuove elezioni a 90 giorni. La mancata qualificazione al Mondiale 2018 in Russia ha generato la tempesta perfetta, con le teste illustri del ct Ventura e di Tavecchio a saltare per placare la delusione degli italiani. Ma il presidente delle mille gaffe, da “Optì Poba” ai soldi “alle 4 lesbiche”, ha comunque lottato per rimanere in sella e ha cercato di guadagnare tempo. Almeno fino a quando, il 23 e 27 novembre, serie A e serie B avrebbero eletto i propri presidenti e rappresentanti nel consiglio Federale.
Sono arrivate però tre spallate potentissime: prima la richiesta di dimissioni di Gabriele Gravina, presidente della serie C, poi l’affondo del ministro dello sport Luca Lotti, quindi il voltafaccia della “sua” Lega nazionale dilettanti. In particolare, del vice presidente vicario Carlo Sibilia, che non ha assicurato il suo appoggio all’eventuale resa dei conti del Consiglio federale. A Tavecchio mancavano i numeri, così la scelta delle dimissioni è divenuta inevitabile.
Nell’intervento in assemblea per annunciare la sua decisione, l’ex presidente non ha comunque rinunciato a passare al contrattacco e ha lanciato varie stoccate a Gravina e Lnd. E poi quella rivelazione sulla scelta del ct: “Pago per Ventura che non ho scelto io”, ha tuonato, “Malagò ha detto che il ct lo ha scelto Lippi dopo un’analisi di quattro soggetti. Ora lo sapete che Ventura non lo ha scelto Tavecchio”.
Quindi ha rivendicato i suoi meriti: “Secondo voi le 4 squadre in Champions sono venute perché Tavecchio ha la giacca blu o perché abbiamo cambiato gli equilibri europei? Pensate che a 74 anni ho bisogno di sedermi su una sedia?” Tavecchio è rosso in volto mentre parla e punta il dito contro i presenti, prima di lasciare per l’ultima volta il Consiglio federale.
Alla fine di marzo si voterà per eleggere il nuovo numero uno del calcio italiano. Chi saranno i candidati? Tutti da vedere, ma nomi probabili possono essere il vice presidente Uefa Michele Uva, il presidente del settore giovanile e scolastico Vito Tisci, il presidente della serie C Gabriele Gravina e l’outsider ed ex calciatore del Milan e della Nazionale, Demetrio Albertini.