Serie A: Juventus campione d’Italia. È il nono scudetto consecutivo

L’attesa è finita. La Juventus ha fatto dimenticare il passo falso di Udine e si è aggiudicata, grazie alla vittoria sulla Sampdoria, il nono scudetto consecutivo. I bianconeri festeggiano in un Allianz Stadium vuoto, l’inno risuona tra gli spalti deserti, ma la soddisfazione rimane la stessa di nove anni fa. Non serve a molto, dunque, la vittoria dell’Inter in casa del Genoa: i nerazzurri si riprendono il secondo posto grazie anche al pareggio dell’Atalanta a San Siro contro il Milan. La Lazio travolge il Verona e la Roma vince in casa sulla Fiorentina. In chiave salvezza il Lecce non riesce ad approfittare dello stop dei rossoblù e si ritrova con un piede in Serie B.

Juventus-Sampdoria

La Juventus è campione d’Italia per la nona volta consecutiva. I bianconeri conquistano lo scudetto al secondo match point, vincendo per 2-0 contro la Sampdoria di Claudio Ranieri, grazie ai goal del solito Cristiano Ronaldo e di Bernardeschi.

I blucerchiati, già salvi, onorano l’impegno e lasciano subito intendere agli avversari che si dovranno guadagnare la vittoria lottando fino all’ultimo. Ranieri schiera i suoi con un 3-5-2 molto organizzato, che alterna il pressing alto a momenti di difesa bassa, non permettendo agli uomini di Sarri di trovare gli spazi giusti. Il goal del vantaggio arriva infatti sugli sviluppi di un calcio piazzato, all’ultima azione del primo tempo. Dalla destra, in posizione defilata, Pjanic si prepara a crossare in mezzo, ma all’ultimo scarica un pallone al limite dell’area, che smarca Cristiano Ronaldo. Il fenomeno portoghese colpisce di piatto e il suo tiro, leggermente deviato, si infila all’angolino.

Nel secondo tempo la Sampdoria cerca il goal del pareggio e mette paura a Szczesny con due calci piazzati. Al minuto 67, però, arriva il raddoppio bianconero. Higuain parte in contropiede, scarica il pallone a Ronaldo che calcia in modo apparentemente innocuo. La respinta di Audero non è irresistibile e Bernardeschi è il più veloce ad avventarsi sul pallone. Per il numero 33 della Juve, che non segnava in Serie A dal 23 settembre 2018 contro il Frosinone, è il primo goal in campionato quest’anno. Gli uomini di Sarri amministrano il vantaggio, anche se devono subire il tentativo di rimonta blucerchiato, con la partita che rischia di essere riaperta da un colpo di testa ravvicinato di Quagliarella. L’espulsione di Thorsby al 77esimo taglia le gambe alla Samp ed è solo il preludio del triplice fischio. C’è spazio però per il rigore sbagliato da Cristiano Ronaldo, il suo secondo in Serie A, che non gli permette di accorciare su Immobile nella classifica marcatori.

Maurizio Sarri, allenatore della Juventus, ha vinto il suo primo scudetto a 61 anni

Per Maurizio Sarri è il primo scudetto della sua carriera. Una stagione vissuta tra alti e bassi, in cui però alla fine la sua squadra è riuscita a essere più costante rispetto alla concorrenza, e che spesso non è mancata nelle sfide decisive. Il tecnico toscano festeggerà questo grande traguardo, ma dai prossimi giorni dovrà vedersela con diverse e preoccupanti questioni. Oltre all’infortunio di Douglas Costa, nella partita di ieri si è aggiunto anche quello di Dybala, uscito a fine primo tempo per un problema muscolare. Il 7 agosto c’è la sfida di ritorno contro il Lione, nella quale la Juventus dovrà ribaltare l’1-0 subito all’andata. E farlo senza due dei giocatori più talentuosi potrebbe rivelarsi un’impresa assai ardua.

Ora, però, è il momento di fare festa, perché nemmeno Sarri, partito da allenatore della seconda categoria, si sarebbe mai immaginato di poter celebrare un giorno uno scudetto.

Genoa-Inter

L’Inter si riprende il secondo posto e lo fa vincendo 3-0 contro il Genoa. Non solo. I nerazzurri registrano il maggior bottino di punti dopo il Triplete, al pari di Leonardo. Il merito non è più della Lu-La, ma di un’altra accoppiata lì davanti: Romelu Lukaku e Alexis Sanchez. Il belga, con la sua doppietta, sale a quota 23 gol in Serie A diventando il terzo interista della storia al debutto a segnare così tanto – dietro a Nyers e Ronaldo –. Anche meglio di Diego Milito, il principe tanto caro ai tifosi interisti che diventò re nella notte di Madrid il 22 maggio 2010.  Il cileno, invece, firma il quarto gol dell’anno. Il Genoa rimane vivo fino a 10 minuti dalla fine e, complice la sconfitta del Lecce contro il Bologna, resta a 4 punti dai salentini. La salvezza non è ancora matematica.

Conte decide di affidarsi di nuovo al tandem d’attacco che tante soddisfazioni ha dato ai nerazzurri soprattutto prima del lockdown: dentro Lukaku e Lautaro Martinez. Eriksen titolare alle loro spalle. Ma l’Inter parte senza il piede sull’acceleratore e Conte vuole più cattiveria dai suoi. Poche occasioni da entrambe le parti in una partita piuttosto equilibrata. Al 34’ i nerazzurri la sbloccano: l’azione parte da Eriksen, Biraghi crossa dalla sinistra e Lukaku sposta Zapata in un duello tra giganti e segna di testa. Il Grifone protesta, ma per l’arbitro è tutto regolare. Alla fine del primo tempo il Genoa va vicinissimo al pareggio: Gagliardini stende Behrami, Jagiello si incarica della punizione e il pallone esce di un soffio, con Handanovic che non può far altro che guardare.

Romelu Lukaku, alla sua prima stagione in Serie A ha segnato 23 goal. Meglio di lui all’Inter solo Nyers e Ronaldo

Il secondo tempo registra ritmi bassi, almeno fino alle sostituzioni. Fuori Lautaro ed Eriksen – ancora una volta grossi punti di domanda – e dentro Sanchez e Borja Valero. Dall’altro lato, Nicola lancia Destro e Conte torna al 3-5-2 per contenere l’avversario. Al 37’ Goldaniga crossa per Zapata che di testa va alto. È l’ultimo assalto rossoblù perché l’Inter chiude la partita con Sanchez che segna su un cross al bacio di Moses. C’è ancora tempo per una grande azione personale di Lukaku che si fa metà campo di corsa e chiude in porta.

Nonostante la vittoria nerazzurra, la Juventus ha chiuso il campionato battendo la Sampdoria. L’Inter è seconda e dovrà difendere la sua posizione nelle ultime due giornate. Il secondo «è il primo dei perdenti» secondo Conte, ma chiudere il campionato così non sarebbe poi così male.

Milan-Atalanta

La sfida tra le due squadre più in forma del campionato dopo il lockdown si chiude sull’1-1. Un match ricco di emozioni che consegna al Diavolo e alla Dea un punto a testa, troppo poco per entrambe per cambiare le sorti della classifica.

Pioli deve fare i conti con tante assenze: schiera dall’inizio Gabbia e Biglia, nonché Laxalt al posto dello squalificato Hernandez. Nonostante questo i rossoneri reggono bene l’urto bergamasco, trovandosi persino in vantaggio. Al 14’ Calhanoglu, tra i migliori in quest’ultima parte di stagione, batte una punizione sotto all’incrocio scavalcando Gollini. È un capolavoro che segna l’1-0 per i rossoneri. Ci pensa poi Donnarumma, fresco delle 200 presenze con la maglia del Milan, a salvare i suoi. Biglia pesta Malinovskyi in area, l’arbitro dopo il controllo al Var concede il calcio di rigore. Gigio para sull’ucraino che calcia male. Non è però finita: Zapata sfrutta una percussione di Freuler e segna un pareggio che ci sta.

Hakan Calhanoglu, uno degli uomini rivitalizzati da Pioli. Con 8 reti è alla sua miglior stagione a livello realizzativo in Italia

Un match che si conferma bello e intenso anche nel secondo tempo, nonostante non si vedano più gol. L’Atalanta quando avanza fa paura. In campo anche l’ex Pasalic, che oltre a non incidere litiga pure con il Papu Gomez, dopo avergli negato una facile conclusione. Il Milan non molla e si rende pericoloso prima con Leao e poi con Bonaventura che, vicinissimo al gol, centra il palo. Finisce così, senza vincitori né vinti, un match che, pur non cambiando molto per le sorti del campionato, ha regalato diverse emozioni.

Verona-Lazio

La Lazio vince largamente su uno dei campi più difficili della Serie A. Un 1-5 all’Hellas Verona che però non racconta tutta la verità della partita, ma che permette ai biancocelesti di continuare a inseguire il secondo posto, distante solo un punto.

Come in ogni partita, gli uomini di Juric partono forte, imponendo un ritmo altissimo e un pressing asfissiante agli avversari. E su una di queste pressioni arriva il goal dei padroni di casa. Luiz Felipe si distrare, Zaccagni gli ruba il pallone e incrocia le sue gambe con quelle del difensore brasiliano. Amrabat dal dischetto spiazza Strakosha per il suo primo goal il campionato. Il primo tempo sta per volgere al termine, quando Immobile entra in area e viene atterrato. L’arbitro non fischia, ma il Var lo richiama al monitor per segnalargli un tocco di mano da parte di Lazovic. Il bomber della Lazio segna dagli undici metri e inizia il suo show.

Ciro Immobile, con la tripletta al Verona è salito a quota 34 goal in campionato, a meno due dal record di Higuain in Serie A

Nella ripresa la Lazio dilaga. Milinkovic-Savic, autore di un finale di campionato in crescendo, porta in vantaggio i suoi grazie a una punizione deviata e Correa firma la rete dell’1-3 al 63esimo. C’è ancora spazio per le emozioni, però. Ciro Immobile fa in tempo a segnare altri due goal, per una tripletta che lo porta a 34 goal in campionato, a +3 da Cristiano Ronaldo e alla pari di Lewandoski nella corsa alla scarpa d’oro. Se l’attaccante della Lazio dovesse segnare altri due goal, inoltre, eguaglierebbe il record di 36 goal in Serie A, stabilito da Gonzalo Higuain nel 2016.

Roma-Fiorentina

La Roma scende in campo all’Olimpico con l’obiettivo di aumentare il distacco sul Milan per la corsa al quinto posto, contro una Fiorentina che gioca per terminare il campionato nella parte sinistra della classifica. E la partita che ne è uscita è stata una delle più godibili di questa giornata.

Alla fine, sono due rigori – entrambi segnati da Veretout, l’ex di questa sfida – a decidere il match, inframezzati dal pareggio della Fiorentina. Il primo penalty arriva allo scadere del primo tempo. Dzeko pennella un pallone per Bruno Peres, che passa davanti a Lirola e viene colpito dal terzino Viola. Veretout dal dischetto è freddissimo e spiazza Terracciano.

La Roma festeggia la doppietta su rigore di Jordan Veretout. Ai giallorossi basta una vittoria per arrivare quinti

Al 54esimo la Fiorentina trova il pareggio. Pulgar batte il calcio d’angolo e il gigante Milenkovic sovrasta Diawara, trovando l’angolino e l’1-1. A questo punto la Roma inizia a spingere, andando vicina al goal in varie occasioni, soprattutto con due pali, uno di Mkhitaryan e uno di Kolarov. Sugli sviluppi di quest’ultima azione, avviene l’episodio più controverso di questa giornata. Terracciano respinge un tiro di Carles Perez, Dzeko si avventa sul pallone e calcia fuori, ma viene colpito dal portiere avversario in uscita. L’arbitro ci pensa qualche secondo e alla fine decreta il calcio di rigore, tra le proteste Viola. In effetti, l’episodio sembra al limite: è vero che l’estremo difensore prende Dzeko, ma è altrettanto vero che non lo travolge e che si tratta di uno scontro in cui entrambi i giocatori vanno l’uno verso l’altro. In ogni caso, a fugare ogni dubbio ci pensa Veretout, ancora una volta infallibile dagli undici metri.

Grazie a questa vittoria, e al pareggio del Milan contro l’Atalanta, la Roma si porta a 4 punti dai rossoneri e rimane a 5 lunghezze dal Napoli. Con una vittoria nella prossima partita, gli uomini di Fonseca blinderebbero il quinto posto.

Napoli-Sassuolo

Sono sei i gol segnati al San Paolo, ma la partita finisce 2-0 per il Napoli. Il Sassuolo si è visto invalidare – giustamente – ben quattro reti, in un match che ha evidenziato i punti oscuri della squadra di Gattuso.

I ragazzi di De Zerbi partono forte, ma all’8’ sono già costretti a inseguire: Hysaj segna il suo primo gol in serie A con un destro al limite dell’area. Il Sassuolo perde sicurezza, prova a reagire ma soffre le ripartenze dei partenopei. Soltanto dopo la mezz’ora di gioco gli ospiti riescono a rendersi incisivi dalla parti di Ospina, ma per ben due volte è il fuorigioco a vanificare il pari di Djuricic. Il punteggio rimane quindi 1-0 per il Napoli in un finale di primo tempo che vede Hysaj tentare il raddoppio.

Milik (a sinistra) e Fabian Ruiz (dietro) celebrano il primo goal in Serie A di Hysaj (a destra), dopo sei stagioni

Nella ripresa il Sassuolo sembra rinato e schiaccia gli avversari nella loro metà campo. Troppi gli errori degli azzurri in fase di disimpegno, che vengono punti per ben due volte: al 49’ da Caputo e al 61’ da Berardi. Fortunatamente per Gattuso, però, in entrambe le occasioni il Var richiama il direttore di gara per annullare le reti per fuorigioco. Per i neroverdi la stanchezza si fa sentire e i quattro gol annullati non aiutano. Nel finale il Napoli riesce a gestire il match e a trovare il doppio vantaggio con un tiro da fuori del neo entrato Allan.

Gli azzurri, che con la vittoria della Coppa Italia hanno messo al sicuro la qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League, salgono a -1 dal Milan. Ma è un Napoli appannato quello che si è visto al San Paolo. In vista della sfida Champions contro il Barcellona ci vorrà davvero qualcosa in più.

Bologna-Lecce

Una partita vivace e ricca di gol. Quello tra Bologna e Lecce è un match in cui è successo di tutto, ma alla fine a trionfare sono i rossoblù, con i salentini che ormai hanno più di un piede in Serie B.

Pronti, via. Ci si aspettava un Lecce agguerrito, considerando quanto aveva da perdere, e invece in cinque minuti viene messo sotto dalla squadra di Mihajlovic. Per due volte. Prima Barrow serve di tacco Palacio che segna l’1-0. Poi Soriano su ripartenza ha il tempo di prendere la mira e infilare l’angolino basso. È 2-0. Una doccia fredda per i salentini che faticano a riprendersi. Barrow nel frattempo dà spettacolo tra ripartenze e conclusioni. Gabriel salva più volte la porta dei suoi, ma la partita sembra segnata.

Con questa vittoria, il Bologna sale a quota 46 punti in campionato. Ora si trovano al decimo posto

«Se continuiamo così prendiamo gol» si sente dalla panchina. È la voce di Mihajlovic che non perdona gli errori difensivi dei suoi. E così come profetizzato dall’allenatore rossoblù, il Lecce accorcia le distanze: Mancosu di petto riaccende le speranze dei ragazzi di Liverani.

Il secondo tempo inizia diversamente per il Lecce, rinvigorito dal gol. Skorupski, dopo un paio di buone parate, deve arrendersi alla bordata sotto l’incrocio di Falco che segna il pareggio dei giallorossi. La partita si accende, l’entusiasmo del Lecce pure. Su un gran tiro del solito Falco il portiere avversario si arrende, ma viene salvato da Krejci che si infortuna. Sei i minuti di recupero. Al 93’ Barrow si lancia in un tre contro uno e segna dopo un rigore in movimento sbagliato da Santander. Prima però c’era stata una lieve trattenuta di Denswil su Mancosu in area: il Lecce è tutto intorno all’arbitro. Il Var verifica e conferma il gol. Il Lecce esce sconfitto da una partita importante in cui ha dato tutto. «Sei senza cuore» le parole rivolte all’arbitro da Liverani. E la Serie B è sempre più vicina.

Cagliari-Udinese

Con la sconfitta del Lecce di pochi minuti prima, l’Udinese aveva già conquistato l’aritmetica salvezza. Ma bastano tre minuti ai bianconeri per segnare il goal della vittoria contro il Cagliari. Stryger-Larsen crossa un pallone per Okaka dentro l’area, l’attaccante lo addomestica, si gira e batte Cragno.

I friulani cercano di archiviare la pratica già nel primo tempo, sfondando da sinistra con un incontenibile Sema, che mette per due volte De Paul nelle condizioni di concludere a rete, ma i suoi tiri vengono fermati dall’estremo difensore del Cagliari.

Luca Gotti, allenatore dell’Udinese subentrato a Tudor a stagione in corso, ha condotto i friulani alla salvezza

Per vedere veramente impegnato Musso, bisogna aspettare la ripresa. Il portiere dell’Udinese viene impensierito da un tiro di Mattiello e da uno di Pereiro, mentre Simeone tira alta l’occasione del pari dopo una sponda di Joao Pedro.

La vera chance per il pareggio arriva nei minuti finali. Simeone si allarga sulla sinistra, mette in mezzo un cross che trova Joao Pedro. L’attaccante brasiliano sbuca alle spalle della difesa e anticipa Musso con la punta del piede, ma il suo tocco sfiora solo il palo. È l’ultima opportunità per il Cagliari, che con questa sconfitta si fa superare in classifica proprio dall’Udinese.

Spal-Torino

Il Torino certifica la salvezza già conquistata con la sconfitta del Lecce ed esce con un pari dalla sfida contro la già retrocessa Spal.

Le cose più interessanti accadono nel secondo tempo. Verdi fa le prove con un sinistro al volo che colpisce il palo e sulla respinta Belotti la mette sull’esterno della rete. Pochi minuti dopo, al 57esimo, ecco la magia. Verdi riceve palla da Rincon sull’angolo sinistro dell’area, si accentra e calcia di sinistro, facendo finire il pallone all’incrocio dei pali. Un goal tanto atteso per il centrocampista ex Bologna e Napoli, reduce da una stagione al di sotto delle aspettative e della cifra spesa da Cairo per portarlo in maglia granata.

Simone Verdi, 28 anni. Il suo goal alla Spal è solo il secondo del suo campionato

Il Torino prova a chiudere la partita e ci va vicino con un contropiede di Zaza e un destro di Verdi che finisce di poco a lato del palo, ma alla fine si fa raggiungere sul pareggio. Meite perde palla a centrocampo, Dabo avvia il contropiede e allarga per D’Alessandro, che entra in area e scarica un diagonale su cui Sirigu non può nulla. È 1-1.

Per il Torino un pareggio che vuol dire salvezza. Un obiettivo ben diverso da quello di inizio stagione, che i granata avevano iniziato con i preliminari di Europa League dopo il bel sesto posto dell’anno scorso.

Brescia-Parma

Un match tra due squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato. Il Brescia, già retrocesso, affronta un Parma salvo e senza obiettivi da raggiungere. Eppure la mancanza di stimoli non si è notata.

Il primo tempo scorre via liscio, con le due squadre che si studiano e provano a prendersi le misure. Nella ripresa è un’altra storia. Prima Caprari prende il palo con uno splendido colpo di tacco, poi Darmian firma il gol del vantaggio, concretizzando l’assist di Kulusevski. Il Brescia tira fuori l’orgoglio e pareggia dopo appena 3’: Torregrossa viene steso in area da Iacoponi ma, ancor prima che l’arbitro possa pensare di decidere per il rigore, arriva Dessena che conclude in rete.

Il pareggio sembra scritto, ma Kulusevski non ci sta: all’81’ lo svedese beffa Andrenacci con un meraviglioso destro a giro. Il Brescia non ha più le forze per reagire e il Parma riesce a gestire il vantaggio fino al 90’. Con questa vittoria i ducali raggiungono quota 46 punti in classifica, superando la Fiorentina e portandosi a pari merito con Verona e Bologna.

Dejan Kulusevski, 20 anni, alla sua prima stagione in Serie A ha già segnato 9 goal. Nella prossima stagione giocherà nella Juventus

Sono ancora pochi i verdetti da scrivere, ma che già potrebbero essere rivelati dalla prossima giornata. Il 37esimo turno di Serie A si aprirà martedì 28 luglio con Parma-Lazio, cui farà seguito il big match tra Inter e Napoli. Il giorno successivo, invece, tutte le altre partite. Alle 19.30 si giocheranno Verona-Spal, Udinese-Lecce, Lazio-Brescia, Sampdoria-Milan e Sassuolo-Genoa. Alle 21.45 chiuderanno Fiorentina-Bologna, Cagliari-Juventus e Torino-Roma.

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