Serie A, si fermano Juve, Inter e Lazio, l’Atalanta continua a sognare

La trentunesima giornata di Serie A è la caduta dei giganti, ma non della Dea. A fronte delle sconfitte di Juventus e Lazio, e del pareggio dell’Inter, l’Atalanta continua infatti la sua rimonta ai piani alti conquistando il terzo posto. Si fa sempre più interessante anche la corsa al quinto posto, con Roma, Napoli e Milan vittoriose. Si rimescolano le carte in zona salvezza: il successo del Lecce permette ai giallorossi di scavalcare il Genoa al diciassettesimo posto, l’ultimo che vale la permanenza in Serie A, e avvicinarsi alla Sampdoria.

Milan-Juventus

Nel big match di questo turno di campionato succede tutto nella ripresa. Dopo un primo tempo serrato, le squadre escono dal tunnel degli spogliatoi indiavolate. La Juventus in sei minuti trova il doppio vantaggio, prima con una cavalcata solitaria di Rabiot, che trova il primo goal con i bianconeri, e poi con il solito Cristiano Ronaldo che sfrutta una grave disattenzione della coppia Romagnoli-Kjaer. La partita sembra indirizzata, ma il rigore di Ibrahimovic al 62′ spiana la strada alla rimonta. I rossoneri ci mettono solo cinque minuti per ribaltare il match, grazie ai goal di Kessie e Leao, e sigillare la vittoria con il 4-2 di Rebic.

Kessie segna il gol del 2-2 contro la Juventus spiazzando Szczęsny

La Juventus rivede i fantasmi di questa stagione. Quella contro il Milan è infatti la sesta rimonta della stagione in cui i bianconeri hanno perso punti. Altre volte gli uomini di Sarri sono stati ripresi dopo il vantaggio, ma alla fine sono riusciti a portare a casa la partita (tra tutte, Juve-Napoli 4-3 della seconda giornata di campionato).

Insomma, non sempre può andare bene e l’incostanza di rendimento all’interno della stessa gara è un evidente limite che accompagna la Juventus dall’inizio della gestione Sarri. Non si sa se è una questione di concentrazione, quindi mentale, o se si tratti di cali fisiologici visto il gioco dispendioso dell’allenatore toscano. Fatto sta che i bianconeri non sembrano più così granitici come con Allegri, e questo aspetto può giocare un ruolo chiave nella prosecuzione del campionato e nella ripresa della Champions League.

Il Milan, invece, si dimostra non solo una delle squadre più in forma di questa ripresa, ma anche una ammazza-grandi. Da dopo il lockdown, i rossoneri hanno battuto Roma, Lazio e Juventus. È evidente che l’arrivo di Ibrahimovic abbia cambiato volto alla squadra e permesso a Pioli di trovare il sistema giusto e gli uomini adatti per il suo gioco. Con lo svedese, il Milan ha trovato la quadratura del cerchio e viaggia a due punti di media a partita, un rollino di marcia da zona Champions.

Le voci sull’ingaggio di Ralf Ragnick, che dovrebbe diventare allenatore e direttore sportivo, si fanno sempre più insistenti: molti giocatori se ne andranno, compreso forse lo stesso Ibra, la stessa sorte toccherà a Pioli e ci saranno anche cambiamenti all’interno della dirigenza rossonera. Ma osservando l’andamento di questo Milan, ha senso fare la rivoluzione adesso?

Lecce-Lazio

La Lazio non approfitta della sconfitta della Juventus per accorciare sul primo posto. Gli uomini di Inzaghi aprono la giornata perdendo contro il Lecce, che al Via Del Mare non fa prigionieri tra le grandi: dopo aver fermato sul pareggio Juventus e Inter, riesce addirittura a battere i biancocelesti secondi in classifica.

E dire che la gara si era messa subito in discesa per la Lazio, con Gabriel che regala il goal dell’1-0 firmato Caicedo. Babacar pareggia al 30esimo con un bel colpo di testa e a fine primo tempo Mancosu grazia gli avversari sbagliando il primo rigore della stagione dopo otto tentativi messi a segno. La gioia è solo rimandata per il Lecce, perché Lucioni sigla il 2-1 su calcio d’angolo a inizio ripresa. Immobile e compagni ci provano, ma trovano sulla loro strada un super Gabriel, disastroso coi piedi, ma miracoloso con le mani.

Immobile e compagni cadono al Via del Mare contro il Lecce

La Lazio continua nel suo trend negativo: quella col Lecce è la terza sconfitta dalla ripresa del campionato, mentre nelle 26 giornate prima del lockdown le partite perse erano state solamente due. I biancocelesti non sembrano più la squadra dominante vista per tutto il campionato. Inzaghi deve fare i conti con alcuni infortuni e con i suoi migliori giocatori che non si trovano più in una condizione di forma straripante come nei mesi pre-pandemia. Non è comunque tutto perduto: la Lazio ha un calendario più favorevole rispetto alle avversarie e lo scontro diretto con la Juventus, apparsa non così irresistibile, ancora da giocare.

Il Lecce invece esce momentaneamente dalla zona retrocessione, trovandosi a 28 punti, uno in più del Genoa terzultimo. La squadra di Liverani – che non rinuncia mai al suo gioco, indipendentemente dalla squadra che affronta – ha fermato ancora una delle prime in classifica in casa propria, ma sarà abbastanza per raggiungere la salvezza?

Atalanta-Sampdoria

Senza limiti. L’Atalanta non conosce stop e il sogno Champions League è sempre più reale. Con la vittoria per 2-0 sulla Sampdoria, la Dea si porta al terzo posto lasciando dietro di sé gli altri nerazzurri, quelli dell’Inter, fermati dal Verona. Continuano le difficoltà per i blucerchiati che rimangono nella parte bassa della classifica, laggiù a 32 punti.

L’Atalanta travolge la Sampdoria e mette a segno la nona vittoria consecutiva

La partita inizia in maniera equilibrata con la Sampdoria che contiene bene i bergamaschi. La prima vera occasione arriva al 29’: ci prova Zapata con un destro rasoterra, ma Audero si accartoccia in presa. Dall’altra parte, super Gollini al 30’ para un bolide da fuori di Gabbiadini. Si torna negli spogliatoi sullo 0-0.

Il secondo tempo sembra non cambiare musica: l’Atalanta fatica a costruire e la Samp tenta di far male. La partita svolta al minuto 76 e a sbloccarla, come accade spesso, è l’Atalanta. Dalla bandierina parte il mancino di Malinovskyi dritto sul secondo palo dove Toloi, che sovrasta Murru, infila dentro di testa. È 1-0, la Dea è avanti. E ci resterà. Il raddoppio arriva all’85’ grazie al solito Muriel che segna ancora una volta da fuori area.

Tutta Bergamo esulta per la nona vittoria consecutiva. L’Atalanta tocca i 66 punti, sorpassa l’Inter e si piazza al terzo posto in classifica a soli 2 punti dalla Lazio. La squadra di Gasperini ora fa davvero paura.

Verona-Inter

La storia si ripete. Ancora una volta l’Inter spreca la possibilità di ridurre la distanza da Lazio e Juve – rispettivamente sconfitte da Lecce e Milan – e, anzi, precipita al quarto posto lasciando l’ultimo gradino del podio all’Atalanta.

Un match sofferto quello contro il Verona: l’Inter si addormenta due volte, una a inizio partita e una alla fine, e porta a casa dal Bentegodi solo un punto. Dall’inizio di questo campionato, i nerazzurri hanno perso 17 punti negli ultimi 20’, segno di un evidente problema mentale di gestione delle partite. Il 2-2 non cambia molto, a livello di classifica, per gli Scaligeri: l’Europa League rimane a 6 punti di distanza, difficile da raggiungere con un Milan così.

L’Inter non approfitta delle sconfitte di Juve e Lazio e si fa beffare sul finale

La partita inizia con un vero shock per la squadra di Conte: Skriniar, in una delle sue prestazioni peggiori, non riesce a contenere Lazovic, che dalla fascia si accentra, rientra, lo salta e scarica in porta: dopo appena 2 minuti 1-0 Hellas. L’Inter prova una reazione, ma appare appannata con un centrocampo che non gira –complice Brozovic tutt’altro che in forma – e una difesa che continua a ballare. Il Verona va vicino al raddoppio con un palo di Veloso, i nerazzurri tentano una reazione ma il primo tempo è di fatto gialloblù.

Nel secondo tempo l’Inter rientra in campo con un piglio diverso. Nel giro di 6’ cambia il punteggio: prima Candreva realizza l’1-1, attento a riprendere un destro in girata di Lukaku respinto dal palo. Poi uno sfortunato Dimarco devia nella propria porta un cross dello stesso Candreva. 55’ del secondo tempo e partita ribaltata. Conte e i suoi ragazzi sentono i 3 punti in tasca e si vedono proiettati più vicini al secondo posto. E invece, a 4 minuti dalla fine, ci pensa Rrahmani a raffreddare gli animi nerazzurri: con un’azione personale sorprende la difesa avversaria e libera al tiro Veloso che con il sinistro spiazza Handanovic. È 2-2.

Conte si gioca la carta Eriksen, ma ormai è tardi. Da Verona l’Inter si riporta a Milano due punti sfumati, una nuova battuta d’arresto e tanti rimpianti.

Roma-Parma

Entrambe venivano da tre sconfitte consecutive, ma alla fine è la Roma a tornare alla vittoria. Il Parma è passato in vantaggio con il rigore di Kucka, ma alla fine i giallorossi sono riusciti a ribaltare la partita grazie ai goal di Mkhitaryan e Veretout.

Gli uomini di Fonseca trovano così il secondo successo in campionato e mantengono il quinto posto. Un risultato che però non risolve i problemi dell’allenatore portoghese. La Roma appare ancora troppo fragile in fase difensiva e poco pungente in quella offensiva. Pare essere la squadra meno in forma tra quelle che si stanno giocando il quinto posto.

Il Parma perde invece la quarta partita consecutiva, rivelandosi una delle squadre meno in forma della ripresa, anche se il calendario complicato ha sicuramente giocato un ruolo importante nell’andamento degli emiliani. Fino a poche giornate fa Kulusevski e compagni erano a ridosso dell’Europa League, mentre ora si ritrovano costretti a dire addio ai sogni europei.

Genoa-Napoli

Il Napoli mette la freccia e sorpassa di nuovo il Milan. A Marassi la squadra di Gattuso si impone per 2-1, vince e convince grazie alle solite certezza, Mertens, Insigne e Ruiz, ma anche grazie a qualche piacevole riscoperta come Elmas e Lozano. Il Genoa appare poco convinto, consapevole della superiorità dell’avversario. La testa è già agli scontri diretti in chiave salvezza che arriveranno da qui al 22 luglio (Spal, Torino, Lecce e infine il derby). Se vuole salvarsi però, il Grifone dovrà avere tutto un altro atteggiamento.

Mertens mette a segno l’ottavo gol in campionato fulminando il portiere dopo un bello scambio con Insigne

La partita la fanno gli azzurri che vanno in gol già dopo 7’: sugli sviluppi di un calcio d’angolo si innescano una serie di rimpalli, Elmas recupera palla, si gira e batte Perin da pochi passi. Mariani viene però richiamato al Var e decide di annullare per un tocco di mano di Manolas. Dopo due interventi spettacolari di Perin su Elmas e Mertens, il Napoli trova la rete del vantaggio sullo scadere del primo tempo. Lo stesso Mertens mette a segno l’ottavo gol in campionato fulminando il portiere dopo un bello scambio con Insigne.

Il secondo tempo inizia con un altro ritmo. Uno strano retropassaggio di Mertens diventa un corner per i padroni di casa. Goldaniga trova lo stacco di testa che vale l’1-1, anticipando secco Maksimovic. La partita diventa vivace. Al 21′ della ripresa però il Napoli si porta di nuovo avanti: lancio millimetrico di Fabian Ruiz per il neoentrato Lozano, che infila la retroguardia avversaria e batte Perin. 1-2 e partita finita. Il Napoli si gode i 3 punti, mentre i ragazzi d Nicola dovranno tirare fuori qualcosa in più nelle prossime partite per non dover lasciare la Serie A.

Bologna-Sassuolo

Reduce dalla vittoria contro l’Inter, il Bologna non replica l’impresa contro un Sassuolo in ottima forma che dimostra di saper gestire gli spazi e essere incisivo in attacco. Sono proprio gli uomini di De Zerbi, infatti, ad andare in vantaggio, grazie ad una magia di Berardi che, su assist di Muldur, evita Tomiyasu e fulmina Skrorupski con un destro forte e preciso. Il portiere rossoblù evita poi il raddoppio su Caputo mettendo in angolo al 44′ e prima del riposo il solito Barrow conclude male una bella cavalcata con un tiro sbilenco.

A 10’ dall’inizio della ripresa il Sassuolo raddoppia con Haraslin, veloce a ribadire in rete una respinta di Skorupski. La porta del Sassuolo rimane inviolata fino al recupero, quando arriva il gol di Barrow su un cross basso di Tomiyasu. Il Bologna si lancia in un disperato assalto finale, ma pretendere una doppietta nel recupero sarebbe stato eccessivo. Il Sassuolo incassa il quinto risultato utile consecutivo, scavalcando Verona e Bologna con un Mihajlovic nervoso che viene allontanato dal campo per proteste.

Fiorentina-Cagliari

Dopo i sette gol del match di andata ci si aspettava una pioggia di reti. E invece termina 0-0 la sfida al Franchi tra Fiorentina e Cagliari. Un risultato che non rispecchia la mole di occasioni e che non tocca il divario tra le due squadre, con i 5 punti in più per i sardi.

A inizio partita la Fiorentina fatica a contenere il Cagliari, che dopo nemmeno un minuto spaventa i viola con un tiro da fuori area di Nainggolan. Al 6’ i sardi esultano per il gol: Lykogiannis serve Simeone che abbatte Dragowski, ma il Var annulla i festeggiamenti per fuorigioco. Dopo un’occasione firmata Rog, i padroni di casa iniziano a prendere le misure sugli avversari. Ribery innesca Chiesa che non inganna Cragno, ma dimostra che i viola ci stanno provando. Prima dell’intervallo Badelj libera Duncan che prende il palo. A tempo ormai scaduto è Cragno che si oppone a Ribery, mentre sulla ribattuta spreca Venuti.

Anche nella ripresa a partire meglio è il Cagliari: Nandez ci prova due volte nell’arco di un minuto, ma Dragowski si oppone. Torna in campo Kouamé, dopo il brutto infortunio al ginocchio che lo ha costretto a uno stop di 8 mesi. L’ex Genoa ci mette tre minuti per testare la reattività di Cragno. Nei minuti di recupero Caceres e Cutrone sfiorano un vantaggio che però non arriva. Al Franchi finisce 0-0.

Spal-Udinese

Nella stagione in corso, l’Udinese non aveva mai avuto questa media-goal in campionato. Con le tre reti rifilate alla Spal sono nove nelle ultime quattro partite. Merito sicuramente di un Kevin Lasagna in forma smagliante, autore di cinque goal dalla ripresa.

Non sempre questa vena realizzativa dei bianconeri è valsa una vittoria, ma mister Gotti sembra aver risolto il problema che aveva afflitto l’Udinese per tutta la stagione. Con questa facilità nel segnare, la salvezza non dovrebbe rappresentare un problema per i friulani.

La Spal invece continua nella sua stagione nera. Sono 19 i punti ottenuti dai ferraresi, a fronte di sole cinque vittorie. La Serie B è sempre più vicina.

Torino-Brescia

Il Torino si riprende dal ko nel derby contro la Juventus e porta a casa una vittoria importante nella lotta salvezza. Il Brescia di Lopez non riesce a dare seguito al bel successo ottenuto contro il Verona, che aveva riacceso per qualche giorno le speranze di rimanere in Serie A delle Rondinelle.

Il Torino si riprende dopo la sconfitta nel derby, a segno anche Andrea Belotti

A nulla è servito il vantaggio di Torregrossa, perché i granata nel secondo tempo si sono scatenati. In goal ancora il solito Andrea Belotti, al quinto sigillo in altrettante partite in questa ripresa di campionato. È lui il vero trascinatore del Torino, il capitano che sta conducendo i suoi fuori dalle acque mosse della lotta per non retrocede.

Gli uomini di Longo ora si trovano a 34 punti, a sei lunghezze dal terzultimo posto, mentre il Brescia rimane penultimo, a sei punti dal Genoa terzultimo.

Un solo giorno senza Serie A e poi si riparte sabato 11 luglio con tre anticipi: la Lazio affronterà il Sassuolo all’Olimpico, la Roma se la vedrà con il Brescia e alla sera la maxi-sfida tra Juventus e Atalanta. Il Milan, reduce dalla vittoria contro i bianconeri, sfiderà il Napoli al San Paolo, mentre l’Inter tenterà di accaparrarsi i 3 punti contro il Torino. In chiave salvezza, importanti le sfide tra Genoa e Spal e Udinese e Sampdoria.

Martina Soligo

26 anni, da Treviso a Milano per seguire il mio sogno. Laureata in Lettere all'Università Ca' Foscari di Venezia e in Editoria e Giornalismo all'Università degli studi di Verona, ora frequento il Master in Giornalismo e scrivo per MasterX. Sogno di diventare una grande giornalista sportiva.

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