Serie A: la Juve batte la Lazio e vede lo scudetto, pari per Inter e Atalanta

La 34esima giornata doveva essere, alla viglia della ripresa, lo spartiacque della stagione. E così, in parte, è stato. La Juventus batte la Lazio nello scontro diretto e, complice i pareggi di Inter e Atalanta, si porta a +8 dal secondo posto, a quattro giornate dalla fine. Grazie al pari della Roma, Milan e Napoli riaprono la lotta alla quinta posizione, mentre nella parte bassa della classifica Fiorentina e Sampdoria conquistano la salvezza aritmetica. Il Genoa vince un match importantissimo contro il Lecce, la Spal dice addio alla Serie A.

Juventus-Lazio

Doveva essere la partita dell’anno, almeno prima della ripresa del campionato. Alla 26esima giornata Juventus e Lazio erano distanti solo un punto, ma con umori diversi: la Vecchia Signora prima ma senza convincere, i biancocelesti secondi ma in forma smagliante. Invece la pandemia ha rimescolato le carte, con i bianconeri che, pur senza brillare, hanno sfruttato i continui stop degli avversari per allungare.

In ogni caso, anche se le due squadre non sono arrivate a distanza ravvicinata al big match, questa sfida ha comunque regalato una prima bozza di verdetto. La Juventus vince e allunga a otto punti dal secondo posto e, con quattro giornate ancora a disposizione, si può affermare che abbia in mano lo scudetto.

È una Lazio ferita quella che si presenta all’Allianz Stadium: i risultati della ripresa sono stati deludenti e il bollettino di guerra è pieno di caduti. Inzaghi mette in campo l’undici migliore che può, ma deve fare a meno del capitano Radu, di Lucas Leiva, Luis Alberto, Lulic e Correa. Senza i leader carismatici, oltre che tecnici, è dura contenere la Juve, anche se Sarri, a pochi minuti dall’inizio del match, deve fare a meno di Higuain, che ha accusato un dolore alla schiena nel riscaldamento. Dentro Dybala, dunque, destinato inizialmente a partire dalla panchina, ma che si rivelerà decisivo poi nella gara.

Cristiano Ronaldo mentre appoggia il pallone in rete per il 2-0. Con questa doppietta sale a quota 30 goal in campionato, primo insieme a Ciro Immobile

Il primo tempo è quasi tutto tattico, la Lazio si compatta davanti alla propria area e prova a sfruttare le ripartenze. I primi 45 minuti finiscono sullo 0-0, ma uno a uno nel conto dei pali, uno colpito da Alex Sandro e uno da Immobile. A inizio ripresa arriva il doppio gancio della Juventus. Cristiano Ronaldo scarica un potente sinistro che viene deviato dalle braccia di Bastos al limite dell’area. Orsato è lì vicino e fischia la punizione, ma il Var richiama l’arbitro per fargli verificare la posizione del difensore laziale. Il brasiliano è appena dentro l’area di rigore, dunque penalty. Ronaldo trasforma con la solita freddezza ed è 1-0. Tre minuti dopo, al 54esimo, il fenomeno portoghese e Dybala sfruttano un’indecisione di Luiz Felipe e partono a campo aperto, ritrovandosi davanti a Strakosha. L’argentino si dimostra altruista e serve Ronaldo, che non può far altro che appoggiare in porta uno dei goal più facili della sua carriera. È il numero 30 in questo campionato, superando momentaneamente Immobile.

Malgrado il doppio vantaggio, la Juventus non può stare tranquilla. Milan e Sassuolo sono ancora ricordi freschi, per questo i bianconeri difendono più ordinatamente per larghi tratti e la Lazio fatica a rialzarsi dopo i due goal subiti in pochi minuti. Al minuto 83 ecco l’episodio che riapre la partita: su un pallone a metà, Szczesny non esce, Bonucci non protegge e cerca di rinviare ma prende il piede di Immobile, bravo a crederci e a infilarsi. Lo stesso attaccante segna dal dischetto, riacciuffando Ronaldo in testa alla classifica marcatori. Ma sarà l’unica sua gioia della serata, perché l’assalto finale della Lazio non porta al pareggio.

Per la Juventus una vittoria che vale una fetta di scudetto, mentre la Lazio, che si aspettava di arrivare a questa sfida in ben altre condizioni, è ora al quarto posto e le manca un punto per conquistare la qualificazione matematica in Champions League.

Roma-Inter

Come da copione, non sono mancate le emozioni. La sfida all’Olimpico tra Roma e Inter finisce 2-2, un pareggio che ha il sapore di beffa per entrambe le squadre. I nerazzurri avevano la possibilità di mettere il fiato sul collo alla Juventus, i giallorossi di conquistare la quarta vittoria consecutiva, obiettivo mai raggiunto da Fonseca. E invece, in una gara in cui accade di tutto, le squadre escono dal campo con un punto a testa, come all’andata (finita 0-0).

Se da un lato Conte recupera Lukaku, ma lo lascia inizialmente in panchina, dall’altro l’allenatore della Roma deve fare a meno di Zaniolo, seduto in tribuna. Dopo un avvio dalle tinte giallorosse, con un pressing feroce sull’avversario, ci pensa de Vrij a sbloccare il match: calcio d’angolo di Sanchez – il più in forma dei nerazzurri – e incornata vincente dell’olandese. La partita continua equilibrata con la Roma che cerca il pareggio, ma senza creare reali pericoli ad Handanovic. Almeno fino al primo e unico minuto di recupero. Spinazzola centra la rete con un tiro-cross deviato da de Vrij. È il primo gol in Serie A del terzino. L’azione nasce da un contrasto dubbio tra Kolarov e Lautaro, ma l’arbitro, chiamato dal Var al monitor, conferma il gol.

Con il rigore trasformato contro la Roma, Romelu Lukaku sale a quota 21 goal segnati

La ripresa sembra vedere una sola squadra in campo: la Roma passa meritatamente in vantaggio al 12’ grazie a uno scambio tra Mkhitaryan e Dzeko che ricorda un’azione del celebre cartone animato Holly e Benji. L’armeno tira deciso da pochi metri e batte Handanovic. Conte prova a mettersi ai ripari ricorrendo a quei cambi che forse sono arrivati tardi nelle partite precedenti: dentro Lukaku, Biraghi, Moses ed Eriksen. La Roma però regge bene e non corre grossi rischi, almeno fino all’88’. Spinazzola consegna all’Inter un vero e proprio regalo: in piena area colpisce il ginocchio di Moses. È calcio di rigore. Lukaku dal dischetto non sbaglia.

Le due squadre avanzano in classifica di un punto a testa che serve poco a entrambe. La Roma non riesce ad aumentare le distanza con Napoli e Milan, entrambe vittoriose a -2 punti. L’Inter, matematicamente in Champions, vede allontanarsi le già deboli speranze scudetto.

Verona-Atalanta

Al Bentegodi un buon Verona ferma la squadra più in forma del campionato. I ragazzi di Juric – lontano dalla panchina per squalifica – danno filo da torcere all’Atalanta e la partita che ne esce è intensa, nonostante il caldo.

Dopo un avvio equilibrato, è la Dea ad avere la prima vera chance al 13’: Malinovskyi serve Zapata al limite, il colombiano innesca Pasalic di tacco che però si fa ipnotizzare da Silvestri. Un buon Verona non ci sta e aumenta il ritmo. Il match prosegue con occasioni da entrambe le parti. Zapata si fa vedere solo nei minuti finali del primo tempo quando, sulla sinistra, salta Gunter e calcia addosso a Silvestri. La prima frazione di gioco termina con uno 0-0 complessivamente adeguato.

Duvan Zapata, con il goal contro il Verona è diventato il miglior marcatore in campionato dell’Atalanta insieme al connazionale e compagno di squadra Muriel

Il centravanti colombiano si fa perdonare la scarsa presenza al 50’ quando approfitta dell’errore di Gunter per infilare un piattone e segnare l’1-0. Il Verona, nonostante gli sforzi di un super Gollini, trova la via del gol. Al 59’ Rrahmani tira da fuori, il portiere della Dea respinge ma non può nulla contro il tap-in di Pessina. Il pareggio sembra stare stretto a entrambe le squadre che provano a portare a casa i 3 punti, ma non centrano l’obiettivo. E questa volta non arriva nemmeno la mano di Muriel a ribaltare il match (così come era successo contro la Juventus). L’Atalanta può godersi i 14 risultati utili consecutivi in Serie A. Juric, dalla tribuna, può comunque essere soddisfatto della prestazione dei suoi.

Napoli-Udinese

Al San Paolo va in scena una delle partite più divertenti di questa giornata. Di fronte, il Napoli di Gattuso e l’Udinese di Gotti in cerca di punti per congelare la questione salvezza.

Sono proprio gli ospiti a partire col coltello tra i denti. Al minuto 22 il solito Rodrigo De Paul porta in vantaggio i suoi, con un bel destro incrociato che batte un incolpevole Ospina. Il Napoli non sta certo a guardare e reagisce, prima con un palo di Mario Rui, poi con la zampata giusta di Milik, che riporta il punteggio in parità.

Matteo Politano, arrivato a Napoli a gennaio in prestito dall’Inter

Nel secondo tempo succede di tutto, con entrambe le squadre che hanno sui propri piedi il colpo del ko. Zielinski colpisce il secondo legno di giornata, una traversa dopo il tocco di Musso, con il pallone che rimbalza per gran parte oltre la linea di porta, ma non abbastanza da far suonare l’orologio dell’arbitro. Dall’altra parte è Kevin Lasagna a costringere Ospina al miracolo, mentre pochi minuti dopo, Koulibaly e la traversa salvano il Napoli da uno scavetto morbido di De Paul. Quando tutto sembra finito, arriva il goal della vittoria: Politano si accentra da destra e fa partire un missile, che tocca ancora una volta il palo, ma questa volta finisce alle spalle del portiere dell’Udinese.

Il Napoli rimane appaiato al Milan al sesto posto e si avvicina alla Roma, ora distante due punti. Per l’Udinese, questa sconfitta all’ultimo minuto lascia ancora la possibilità, in realtà remota, di rimanere coinvolta nella lotta per non retrocedere. Sono sette i punti di distacco dal terzultimo posto, a quattro giornate dalla fine.

Milan-Bologna

Il Milan non si ferma più. Con il 5-1 rifilato al Bologna, i rossoneri raggiungono l’Atalanta in testa alla classifica della Serie A post lockdown. Gli uomini di Pioli dimostrano il loro momento di forma schiacciando un avversario difficile da affrontare per tutti come i rossoblù.

In una partita da cinque goal ci si aspettano marcature importanti, invece contro il Bologna sono andati a segno tanti giocatori inaspettati. A sbloccare il match è il primo goal in Serie A di Saelemaekers, che sfrutta al meglio la solita cavalcata di Theo Hernandez e l’intelligente velo di Ibrahimovic. Il raddoppio è un pasticcio degli uomini di Mihajlovic e ad approfittarne è Calhanoglu, uno degli uomini che più ha beneficiato della cura Pioli.

A nulla serve il goal che riapre la partita di Tomiyasu, perché nel secondo tempo il Diavolo dilaga con le reti di Bennacer, il solito Rebic e Calabria. Ibrahimovic esce ancora una volta dal campo scontento, forse per non aver segnato, ma di sicuro orgoglioso per quanto lui e il Milan stanno costruendo. I giocatori continuano a lanciare attestati di stima a Stefano Pioli e la sua posizione sembra sempre più difficile da rimuovere.

Stefano Pioli, allenatore del Milan. Dalla ripresa della Serie A, la sua squadra ha una media da zona Champions League

Alcune voci riportano che il Milan stia ripensando ai ruoli, con Ragnick che diventerebbe solamente direttore sportivo, scontrandosi però con la figura di Paolo Maldini. Alla fine la bandiera rossonera e Boban, che ha già lasciato la società per incomprensioni, avevano ragione: l’estate scorsa hanno costruito una squadra giovane e a gennaio hanno corretto il tiro con rinforzi di esperienza come Ibrahimovic e Kjaer, che sono stati in grado di dare equilibrio alla rosa e di svelare la vera identità di alcuni elementi rimasti misteriosi per tutto il girone di andata. Che sia una rivoluzione radicale o meno accentuata, in ogni caso il Milan si trova in mano una situazione spinosa.

Grazie a questa vittoria, i rossoneri si portano, insieme al Napoli, a meno due dal quinto posto occupato dalla Roma, fermata dal pareggio contro l’Inter. Il Bologna, invece, rimane al decimo posto e dice addio a qualunque speranza di rincorrere l’Europa.

Cagliari-Sassuolo

Non sempre la superiorità numerica fa bene alla squadra. Chi ha l’uomo in più tende a rilassarsi, mentre chi ne ha uno in meno raddoppia l’attenzione. È la sintesi perfetta di ciò che è successo durante Cagliari-Sassuolo.

Le due squadre scendono in campo con atteggiamento opposto: remissivo il Cagliari, complice l’assenza di Nainggolan, feroce e aggressivo il Sassuolo. Per un’ora è di fatto un monologo neroverde. I ragazzi di De Zerbi la sbloccano al 12’: calcio d’angolo e il solito Ciccio Caputo supera Cragno di testa e segna il suo 18esimo gol stagionale. Il Cagliari in attacco appare timido e impreciso, mentre in difesa è impegnato continuamente.

Il Sassuolo è tra le squadre più in forma di questo post-lockdown. In otto giornate si è portato in zona Europa

Il secondo tempo inizia come un incubo per la squadra di Zenga: Carboni prende il suo secondo giallo e lascia i compagni in dieci. Il Sassuolo prova a chiudere la partita, ma i sardi non concedono spazi. L’inaspettato arriva al 63’. Rog serve Joao Pedro tutto solo in mezzo all’area che trova il gol – anche per lui il numero 18 – al primo tiro nello specchio della porta. Si tratta di una vera e propria iniezione di fiducia ed energia per il Cagliari che entra finalmente in partita. Pochi minuti dopo, i sardi rischiano anche il vantaggio con Rog, il migliore in campo dopo il gol. Finisce 1-1 alla Sardegna Arena, tra l’amarezza di De Zerbi e il sorriso di Zenga per il punto conquistato, nonostante i suoi siano in una zona della classifica con poco da guadagnare e pochissimo da perdere.

Fiorentina-Torino

La Fiorentina mette un punto definitivo alla lotta salvezza, battendo per 2-0 il Torino. Bastano un autogoal e una rete di Cutrone, la terza consecutiva per l’ex Milan, per piegare la resistenza dei granata, che invece non sono ancora usciti dalla zona retrocessione.

Tanta Viola e poco Toro. Così si può riassumere il match, aperto da una percussione di Kouame che col suo sinistro fa carambolare il pallone sul corpo di Lyanco per la più classica delle autoreti. Da quel momento ci si attende la reazione degli avversari, ma è la Fiorentina a cercare con insistenza il raddoppio.

Per vedere un po’ di Torino bisogna attendere il secondo tempo. Ansaldi fa partire uno dei suoi cross tagliati dalla trequarti, trovando Belotti solo in mezzo all’area: il Gallo la prende bene, ma il suo colpo di testa centra solamente il palo. Al minuto 75 la Fiorentina chiude la partita: Meite perde un brutto pallone a squadra schierata, Ribery si fa tutta la metà campo offensiva palla al piede e scarica per Cutrone, che batte Sirigu a botta sicura.

Patrick Cutrone, arrivato alla Fiorentina a gennaio, è al suo terzo goal di fila

Grazie a questo successo, la Fiorentina dà il colpo di coda al suo campionato, assicurandosi una salvezza pacifica e uscendo da una situazione di classifica che si stava facendo preoccupante. Adesso la Viola può permettersi pure di guardare avanti, con il nono posto del Verona distante solo tre punti.

Il Torino, invece, non è ancora tranquillo. I punti di vantaggio sul terzultimo posto sono otto, è vero, ma raggiungere la salvezza già nel prossimo turno è l’obiettivo di Moreno Longo e dei suoi giocatori.

Parma-Sampdoria

Una partita divisa a metà. Parma e Sampdoria si sono spartite un tempo, ma alla fine sono i blucerchiati a portare a casa la vittoria.

I primi 45 minuti sono tutti dei Ducali. Gervinho la sblocca al diciottesimo con un destro potentissimo che buca Audero. Pochi minuti dopo è Caprari a trovare il raddoppio grazie al classico goal dell’ex, ma la sua gioia è strozzata dal Var, che annulla per fuorigioco. Il Parma trova comunque la seconda rete al 40’ quando Bereszynski tocca nella propria porta un cross basso di Kulusevski.

Claudio Ranieri, allenatore della Sampdoria, ha preso i blucerchiati all’ultimo posto e li ha portati alla salvezza a quattro giornate dalla fine

La Samp però è una squadra che non molla e nella ripresa ribalta completamente la partita. Chabot incorna su calcio d’angolo il goal della speranza, mentre sono Quagliarella e Bonazzoli a segnare il pareggio e la rete del sorpasso. Per il capitano dei blucerchiati si tratta del secondo goal dal suo ritorno dopo l’infortunio, mentre per il giovane attaccante è la quinta rete da dopo il lockdown.

Con questo risultato, la squadra di Ranieri sorpassa il Parma, evento fino a qualche giornata fa impensabile, e guadagna la certezza aritmetica di essere salva. Per i ducali, invece, una ripresa da dimenticare: dal sogno Europa al quattordicesimo posto, a causa delle sei sconfitte maturate nelle ultime nove di campionato.

Genoa-Lecce

Il Grifone non si arrende e, nello scontro salvezza decisivo, la spunta contro il Lecce e porta a 4 i punti di vantaggio sui pugliesi a 4 giornate dalla fine. Il Genoa parte bene e passa in vantaggio quasi subito con Sanabria che sfrutta un rimpallo. Intanto Sturaro accusa problemi muscolari ed è costretto a lasciare il posto a Barreca. Da lì in poi, i padroni di casa provano a mantenere il possesso del pallone, cercando di contenere gli affondi del Lecce. Dopo il cooling break, anche Babacar deve lasciare il campo per un infortunio: al suo posto Lapadula. Al 44′ l’episodio chiave: lancio in area proprio per Lapadula, destro e salvataggio sulla linea di Romero, ma Perin in uscita falcia il giocatore del Lecce. L’arbitro Valeri viene chiamato al Var e assegna calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Mancosu che però calcia sopra la traversa, proprio come contro la Lazio.

Con questo successo contro la diretta rivale Lecce, la salvezza è più vicina per il Genoa

Nella ripresa sono i pugliesi a fare la partita nella costante ricerca del pareggio. Dopo i tentativi di Lapadula e Barak, è Mancosu a farsi perdonare: cross dalla sinistra, Romero si abbassa e la palla si infila nell’angolo sinistro. Le squadre ora sono attente a non concedere terreno all’avversario: un punto guadagnato in zona salvezza è meglio di niente. La partita scivola via senza alcuna occasione degna di nota fino all’81’ quando Jagiello colpisce il palo. La palla rimbalza sulla schiena di Gabriel che si era tuffato per respingere la conclusione: è autogol. Il Genoa festeggia il 2-1 finale, mente il Lecce si sente con un piede in Serie B.

Brescia-Spal

Addio Serie A, è stato un piacere. Con la sconfitta per 2-1 contro il Brescia, la Spal è costretta a salutare matematicamente la massima categoria con quattro giornate d’anticipo. Quella tra le Rondinelle e i ferraresi era una sfida in cui la parola d’ordine era una sola: vincere. Per sperare nella salvezza o per allontanare la tristezza da ultimo posto poco importa.

La partita ci mette un po’ di tempo a decollare, con la squadra di Di Biagio che emerge un po’ più degli avversari e che al 42’ concretizza: triangolo Dabo-Missiroli-Dabo con il francese che sorprende proprio all’ultimo Joronen. Nella Spal si accende la speranza, tanto più che la contemporanea vittoria del Genoa segnerebbe la retrocessione in B per il Brescia.

Il pareggio del Lecce a Genova dovrebbe ridare slancio al Brescia che invece si salva solo grazie a Semprini sulla linea. Al 24’ del secondo tempo arriva il pareggio: Zmrhal di sinistro su assist di Donnarumma. Con il passare del tempo l’entusiasmo lombardo cresce e al 26’ ci sarebbe anche il sorpasso con lo stesso Donnarumma che segna di testa. Il Var però annulla: Martella, autore del cross, era in posizione di offside. Al 43’ Torregrossa costruisce una bella azione personale e affida a Donnarumma il compito di spingerla dentro, ma il numero 9 non ci arriva. Al 48’ le poche speranze di permanenza in A della Spal si spengono definitivamente: Zmrhal fa doppietta e condanna i ferraresi alla B. Il Brescia, invece, continua a lottare e con questi 3 punti si tiene aperta una piccolissima porta.

La Spal è costretta a dire addio alla Serie A dopo tre stagioni

Nemmeno 24 ore di stop e inizierà la 35esima giornata. L’Atalanta, a caccia del 15esimo risultato utile consecutivo, affronterà in casa il Bologna, mentre il Milan sarà impegnato a Sassuolo. L’Inter di Conte si scontrerà con la Fiorentina e la Roma se la vedrà con una già retrocessa Spal. A chiudere Udinese-Juventus e Lazio-Cagliari.

 

 

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