Primo match point fallito. La Juventus non sfrutta lo stop dell’Inter, fermato in casa dalla Fiorentina, e spreca la prima possibilità di vincere il suo nono scudetto consecutivo. I bianconeri vengono battuti in rimonta dall’Udinese, che con questa vittoria si mettono in una posizione di sicurezza nella lotta per non retrocedere. L’Atalanta si prende il secondo posto, mentre la Lazio conquista la matematica qualificazione alla prossima Champions League. Roma e Milan proseguono nella battaglia per il quinto posto, mentre la corsa per la salvezza si fa sempre più calda.
Udinese-Juventus
Sembrava tutto apparecchiato per una grande abbuffata, e invece la Juventus incappa nell’ennesimo passo falso di questa stagione. A causa del pareggio dell’Inter, alla Vecchia Signora bastava una vittoria per mettere la parola fine a questo strano campionato, e invece si è ripetuto un copione già visto e recitato durante tutta la stagione.
Ad affrontare la Juventus, l’Udinese di Gotti, in cerca di punti salvezza. Nel primo tempo i padroni di casa difendono in undici nella propria metà campo con l’obiettivo di non subire goal, mentre sono gli uomini di Sarri ad amministrare il gioco ma senza rendersi troppo pericolosi. L’Udinese copre bene, la Juventus non accelera. Al minuto 42 la svolta: De Ligt anticipa Okaka e dalla trequarti scaglia un missile improvviso all’angolino su cui Musso non può fare nulla. Potrebbe essere il goal dello scudetto.
Nel secondo tempo, però, la musica cambia. L’Udinese ritorna in campo trasformata e si apre alla ricerca del pareggio, con la partita che ne beneficia nello spettacolo. Al 52esimo la Juventus si fa cogliere impreparata: dopo una buona transizione offensiva dei friulani, Sema crossa un pallone millimetrico sulla testa di Nestorovski, che non può far altro che insaccare alle spalle di Szczesny.
A questo punto, entrambe le squadre provano a vincerla, il pari non servirebbe a nessuno. A un minuto dalla fine, Fofana sfrutta un contrasto favorevole e si lancia verso la porta, salta De Ligt e conclude di sinistro, per l’esplosione della panchina dell’Udinese. È il goal della quasi certa salvezza.
Con questa sconfitta, per la Juventus la festa è rimandata. Una vittoria contro la Sampdoria, nel prossimo turno, significherebbe vittoria del campionato, ma ancora una volta si è evidenziata la tendenza dei bianconeri a fallire l’obiettivo al primo colpo. Se sarà scudetto, Sarri dovrà ringraziare anche e soprattutto la concorrenza, che è venuta a mancare proprio nel momento di massimo appannamento della sua squadra.
Per l’Udinese, invece, una vittoria che sa di libertà. La salvezza non è ancora raggiunta, mancano due punti, ma un successo inaspettato contro la Juventus mette De Paul e compagni nella condizione di chiudere il discorso già dalla prossima giornata.
Atalanta-Bologna
L’Atalanta, invece, non perde la propria occasione e in un solo colpo, vincendo contro il Bologna, supera l’Inter al secondo posto in classifica e mantiene ancora viva la corsa scudetto. La Dea ora si trova a -6 dalla vetta.
La partita è di quelle tese, con il Bologna che, nonostante abbia poco sia da perdere sia da guadagnare, rende la vita difficile ai suoi avversari. Sono infatti gli ospiti a rendersi pericolosi a inizio partita, con un bel destro di Soriano e con l’ex Barrow che colpisce la traversa su punizione. In mezzo, la lite tra Mihajlovic e Gasperini – che ha fatto il giro sui social grazie ai microfoni aperti e all’eco dello stadio vuoto – che costa il cartellino rosso all’allenatore della Dea.
Nel secondo tempo, l’Atalanta scende in campo più agguerrita. Con una vistosa fasciatura alla testa, a causa di una brutta botta rimediata in seguito a una caduta in casa, Muriel subentra a Pasalic e cambia la partita. Prima va vicino al goal con un bel diagonale di sinistro respinto da Skorupski, poi, al 62esimo, sfrutta lo scarico di Zapata e infila il portiere del Bologna con un destro improvviso sul primo palo. Per il colombiano è il goal numero 18 in campionato, l’undicesimo da subentrato, un record per la Serie A.
Inter-Fiorentina
L’Inter non ne approfitta. Il secondo pareggio consecutivo avvicina lo scudetto nelle mani della Juventus, che però spreca a Udine il primo match point. I ragazzi di Conte perdono il ritmo e anche il secondo posto a vantaggio dell’Atalanta che si posiziona a più 1 dai nerazzurri. Nonostante poco meno di una settimana fa le speranze di scudetto sembravano riaccendersi, il destino di Lautaro e compagni pare segnato da quell’8 marzo in cui persero lo scontro diretto all’Allianz Stadium.
Causa turnover Conte cambia quattro giocatori rispetto al match contro la Roma: dentro D’Ambrosio e Godin al posto di Skriniar e Bastoni, davanti Eriksen e Lukaku invece di Brozovic e Lautaro. Sorpresa Fiorentina con Iachini che lascia fuori Chiesa.
Sotto al diluvio di San Siro l’Inter parte forte, costruendo due occasioni da gol nei primi 10 minuti. Al 5’ Terracciano – che non fa rimpiangere Dragowski – salva i suoi per ben due volte: prima su un flipper generato dalla deviazione di due giocatori viola, poi su Lukaku da pochi passi. Al 10’ il portiere viola si ripete: grande parata sulla conclusione di Barella. Ad assistere la Fiorentina ci pensa anche il palo: al 18’ Lukaku colpisce di testa una palla che centra il legno. Come se non bastasse, a metà del primo tempo Conte perde De Vrij che cadendo appoggia male il ginocchio sinistro: fuori l’olandese, dentro Ranocchia.
Il secondo tempo inizia di nuovo con un assalto nerazzurro. E di nuovo è il palo a salvare la Fiorentina: conclusione da fuori di Sanchez, Terracciano mette le mani e devia la conclusione sul legno. Nonostante i cambi – dentro Lautaro e Moses per Sanchez e Candreva – l’Inter cala e i viola provano ad approfittarne. Al 57’ Castrovilli spreca una buona ripartenza calciando direttamente tra le braccia di Handanovic. Al 79’ il portiere nerazzurro salva la partita con una parata fenomenale sulla conclusione di Lirola da due passi. Il match termina 0-0, spegnendo quasi del tutto quella speranza scudetto apparsa sempre più flebile dopo i rimpianti contro Bologna e Sassuolo.
Lazio-Cagliari
Svanito in poche giornate il sogno scudetto, la Lazio si accontenta di raggiungere l’obiettivo Champions League grazie alla vittoria contro il Cagliari. Un successo in rimonta, che chiude una striscia di cinque risultati negativi di fila, tra cui quattro sconfitte.
Le cose non si mettono subito bene, però, per i biancocelesti. Gli uomini di Zenga, che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato, ci tengono comunque a fare una bella figura e a chiudere la stagione nel migliore dei modi. Dopo tre minuti il Cagliari passa già in vantaggio, grazie a una splendida punizione di Joao Pedro. I sardi iniziano a esultare, ma la loro gioia viene interrotta dall’arbitro e dal suo braccio alzato: il gioco non doveva riprendere direttamente, bensì di seconda, perciò il goal è annullato.
A questo punto la Lazio si sveglia, ma un super Cragno tiene in vita i suoi. Il Cagliari trova il vantaggio a fine primo tempo grazie a un destro di Simeone, che inganna Strakosha in seguito a una deviazione. Nella ripresa, i biancocelesti ci mettono due minuti per pareggiare: Milinkovic-Savic raccoglie un cross allontanato dalla difesa dei sardi e colpisce di prima un destro che si insacca all’incrocio dei pali.
Al minuto 60 arriva il goal della vittoria. L’asse Luis Alberto-Immobile, che era tanto mancato alla Lazio in questa ripresa, torna a lavorare a pieno regime: lo spagnolo serve un assist al bacio al suo bomber, che non sbaglia davanti a Cragno, segnando la rete numero 31 del suo campionato e superando Cristiano Ronaldo in testa alla classifica marcatori. È il goal che vale l’aritmetica qualificazione in Champions League per la Lazio, un traguardo che mancava dalla stagione 2007-2008.
Spal-Roma
Per la Roma è quasi tutto facile al Paolo Mazza di Ferrara. I giallorossi affrontano la Spal, già retrocessa e senza particolari stimoli per queste ultime giornate, e mantengono la distanza di sicurezza sul Milan nella lotta per il quinto posto, l’ultimo valevole per la qualificazione diretta alla prossima Europa League.
Sono sei i goal rifilati alla squadra di Di Biagio. Kalinic apre le marcature, dopo dieci minuti, ma al 24esimo arriva il pareggio di Cerri, che di testa sovrasta Kolarov e batte Pau Lopez. È l’ultimo sussulto della Spal, perché da questo momento in poi è un monologo romanista. Carles Perez riporta in vantaggio la Roma, mentre a inizio ripresa Kolarov firma il 3-1.
Con la partita ormai in ghiaccio, inizia lo show di Bruno Peres. Uno dei terzini migliori della Serie A fino a qualche anno fa, che si è perso una volta arrivato alla Roma nel 2016. Dopo alcune stagioni buie, da gennaio Fonseca l’ha rilanciato in squadra, trovandogli spesso un posto da titolare. Contro la Spal, il brasiliano è tornato non solo al goal, ma ha trovato perfino la doppietta.
Al novantesimo, la ciliegina sulla torta. Zaniolo parte dalla sua metà campo, salta quattro uomini e conclude con un dolce sinistro che bacia la traversa prima di insaccarsi in rete. Un goal da fuoriclasse. Forse ora possiamo finalmente dirlo: bentornato Nicolò.
Sassuolo- Milan
Il Milan non si ferma più. E Ibrahimovic neppure. 2-1 dei rossoneri a Sassuolo con doppietta dello svedese che consegna ai suoi compagni la matematica qualificazione per l’Europa. Partita ricca di emozioni, tra gol, Var, infortuni ed espulsioni, ma mentre le due squadre si davano battaglia al Mapei, la notizia vera è arrivata dalla Germania. Il Milan e Rangnick hanno rotto, Pioli rimarrà in rossonero anche per la prossima stagione, indiscrezione confermata dallo stesso manager tedesco che resterà al Lipsia.
Primo tempo ricco di sorprese. Due gol targati Ibrahimovic, entrambi su assist di Calhanoglu: l’attaccante svedese mette un punto alle polemiche con Pioli – nate dopo la sostituzione contro il Bologna – esultando con un pollice all’insù proprio verso l’allenatore. A nulla è valso il pareggio momentaneo di Caputo su calcio di rigore. L’arbitro ha indicato il dischetto dopo un lungo consulto al Var. Il motivo? L’ennesimo fallo di mano, una storia già vista e rivista in questa stagione. Calhanoglu allarga il braccio su una punizione di Rogerio, con il regolamento attuale il direttore di gara decide per il penalty. Caputo non sbaglia. Nel frattempo Pioli perde mezza difesa: out sia Conti che Romagnoli. Per non far mancare nulla c’è tempo anche per un’espulsione: doppio giallo per Bourabia.
Il secondo tempo scorre via veloce. Il Milan gestisce bene la partita, ma non chiude la gara sciupando ottime occasioni, in particolare con Bennacer che prende il palo. Alla fine Rogerio va vicino al 2-2 ma Donnarumma impedisce che una serata perfetta si trasformi in un incubo. Il portiere rossonero festeggia le 200 presenze in Serie A. Il Milan, invece, può festeggiare il traguardo Europa e Pioli la permanenza in panchina. Premio meritato per aver rivoluzionato la squadra e ottenuto questi risultati.
Parma-Napoli
Una sfida decisa dai calci di rigore. Il Parma conquista la matematica salvezza vincendo per 2-1 contro il Napoli, che invece si allontana dal quinto posto.
Complici l’infortunio di Mertens e la squalifica di Milik, Gattuso si presenta al Tardini senza una prima punta di ruolo ed è costretto a schierare Lozano come terminale offensivo. D’Aversa, invece, sceglie di tenere in panchina Kulusevski, probabilmente per usarlo come arma a gara in corso.
La partita è divertente, le due squadre giocano a viso aperto, ma alla fine il match viene deciso dagli undici metri. Il primo arriva allo scadere del primo tempo: Grassi entra in area dalla sinistra, Mario Rui fa di tutto per togliersi ma non riesce a evitare il contatto. Dal dischetto Caprari spiazza Meret e la prima frazione si conclude con il Parma in vantaggio.
Al 54esimo il secondo episodio. Fabian Ruiz riceve uno scarico, tira col sinistro e centra le braccia dello stesso Grassi. Guia è a due passi e decreta il calcio di punizione al limite, ma un’attenta revisione al Var, che evidenzia come il centrocampista del Parma fosse appena dentro l’area, fa cambiare idea all’arbitro, che assegna il penalty. Dagli undici metri Insigne è freddo e batte Sepe.
Entrambe le squadre provano a vincerla. Il Napoli ci prova con Insigne e Lozano, mentre D’Aversa manda in campo il gioiellino Kulusevski per l’ultima mezz’ora. Ed è proprio lo svedese a segnare le sorti del match. Al minuto 87, sulla fascia destra e supera Koulibaly, immolandosi verso l’area. Nel momento in cui sembra che stia per perdere il controllo del pallone, facendosi rimontare dal difensore senegalese, Kulusevski mette astutamente davanti il corpo e si fa travolgere dall’avversario. Per Guia è rigore e il numero 44 del Parma non sbaglia, regalando così la salvezza ai suoi.
Torino-Verona
Da un lato l’obiettivo ottavo posto. Dall’altro la voglia di agguantare definitivamente la salvezza. Questa la posta in palio del match dell’Olimpico che finisce con un punto a testa. La squadra di Juric – fresco di rinnovo fino al 2023 – parte con il piede sull’acceleratore. Al 12’ Borini va vicino alla rete del vantaggio, seguito al 17’ da Verre che non riesce a concretizzare la cavalcata di Lazovic. Il primo tempo termina 0-0.
Nella ripresa il Torino alza la testa solo con le sventagliate di Verdi, che però sono mal sfruttate dal duo Zaza-Belotti. Al 56’ la svolta: fallo di Nkoulou su Borini. L’arbitro, dopo aver consultato il Var indica il dischetto. L’attaccante ex Milan non sbaglia. I granata però non si arrendono e ci pensa Zaza, fino ad allora piuttosto anonimo, a segnare la rete del pareggio: cross di Ansaldi e l’attaccante colpisce di testa. La rete del compagno di attacco pare svegliare Belotti che ci prova prima all’80’ con un tiro poco convinto e poi al 91’, ma la palla scheggia la traversa. È l’ultimo sussulto di un match sostanzialmente equilibrato.
Sampdoria-Genoa
Il derby della Lanterna si tinge di rossoblù, regalando una doppia gioia al Genoa che festeggia la vittoria della sfida cittadina, ma anche 3 punti importantissimi in chiave salvezza. La squadra di Nicola ci ha creduto e mantenere 4 punti di distanza sul Lecce le permette di sperare nella permanenza in Serie A.
In avvio la partita è aperta ed equilibrata: ci si prova da una parte con Thorsby e Bonazzoli, dall’altra con Iago Falque, Pandev e Criscito. È però il Grifone a essere più determinato. Al 22’ Iago Falque fa partire l’azione, Pandev vuole concretizzare, ma viene fermato fallosamente in area da Colley. L’arbitro non ha dubbi e assegna il calcio di rigore. Ci pensa capitan Criscito a portare i suoi in vantaggio, festeggiando alla Batistuta con dedica a favore di telecamera. La risposta blucerchiata non si fa attendere. Jankto trova Bonazzoli, che viene chiuso da Criscito, la palla però resta in area e Gabbiadini la calcia in rete. È 1-1. Il Genoa trema e grazie a Romero mantiene il pareggio: salvataggio incredibile su missile di Bonazzoli. Il Grifone ha poi la forza di tornare in vantaggio a tempo scaduto grazie alla rete di Lerager. Il Var però annulla per fuorigioco e le squadre tornano negli spogliatoi.
Nel secondo tempo la Sampdoria si fa vedere a tratti, mentre viene premiata la costanza del Genoa. Al 72’ Jagiello fa perdere il pallone a Bereszynskj sulla linea di fondo e Lerager conclude in rete. Il danese festeggia mimando lo schermo del Var dopo il gol annullato nel primo tempo. La Sampdoria ci prova fino alla fine con Augello che non trova Quagliarella e Ramirez che scuote Perin. Il Grifone però non si piega. Arriva il triplice fischio finale e il Genoa vince il derby dopo oltre quattro anni. Una partita che profuma di salvezza.
Lecce-Brescia
Le speranze salvezza del Lecce rimangono accese, mentre il Brescia è costretto a dire addio alla Serie A. Ma per i salentini non è ancora detta l’ultima parola: il Genoa si aggiudica il derby della Lanterna e rimane a +4 punti.
Finisce 3-1 il match al Via del Mare, merito anche di un super Lapadula. I primi istanti di gara vedono però le Rondinelle aggrappate alla speranza salvezza, anche se ben presto sono i padroni di casa a prendere in mano le redini del gioco, spingendo per il vantaggio. Al 22’ Falco tira su punizione, Lapadula, smarcato, insacca di testa. Il Brescia cerca di reagire, ma al 32’ è ancora Lapadula a spegnere le speranze degli ospiti: Mancosu, servito proprio dal numero 9, tira, Joronen respinge, ma l’attaccante giallorosso realizza il tap-in del raddoppio.
Nel secondo tempo un grosso rischio di Gabriel risveglia il Brescia: cross a campanile di Tonali, il portiere brasiliano va in presa alta ma si fa scivolare il pallone dai guantoni, recuperandolo solamente sulla riga. Al 64’ ci pensa Dessena ad accorciare le distanze: calcio d’angolo, Gabriel la tocca con la punta delle dita ma non è abbastanza. Il Lecce sembra far fatica a reagire, ma Saponara si prende la squadra sulle spalle e chiude il match: contropiede di Tachtsidis che serve il fantasista per la rete del 3-1 finale. Una vittoria che però non basta. Il Genoa, vittorioso, si tiene a distanza. La salvezza è ancora tutta da guadagnare.
Il campionato ormai è giunto alle battute finali. La 36esima giornata è alle porte: la Juventus sfiderà la Sampdoria per aggiudicarsi il nono scudetto consecutivo. L’Inter se la vedrà con il Genoa, mentre l’Atalanta sfiderà il Milan. In zona salvezza il Lecce affronterà il Bologna e il Torino una Spal già retrocessa.