Sempre più Italia al Roland Garros: Sinner è in semifinale, Errani-Vavassori finalisti

Sinner accede alla semifinale del Roland Garros

Dalla solidità spaventosa di Jannik Sinner, alla complicità perfetta di Sara Errani e Andrea Vavassori, l’Italia, ancora una volta, si prende la scena al Roland Garros. Sinner continua a macinare vittorie, piegando Alexander Bublik e centrando il suo 19esimo successo consecutivo in uno Slam. L’azzurro ha così conquistato la semifinale del torneo per il secondo anno di fila, in un’edizione storica che vede anche Lorenzo Musetti tra i migliori quattro: un risultato che mancava dai tempi di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola nel 1960.

Sinner-Bublik

Che Sinner non fosse come gli altri, Bublik lo aveva già detto nel 2021, quando ai quarti di finale del Masters 1000 di Madrid l’azzurro aveva vinto 7-6, 6-4. Una battaglia di un’ora e quaranta minuti, al termine della quale il kazako si era lasciato sfuggire un sorriso e un commento a metà tra lo stupore e l’ammirazione: «Non sei umano, hai 15 anni e giochi in questo modo… Bravo!»

In realtà, Sinner di anni ne aveva 19. Proprio a Madrid avrebbe conquistato la sua prima finale in un Masters 1000, sfondando il muro della Top 20. Il resto è storia: poco più di quattro anni dopo, a rete, il numero uno del mondo – quel ragazzino di San Candido “inumano” – abbraccia il numero 62, colui che diceva di odiare la terra rossa e che invece si ritrova, inaspettatamente, tra i migliori otto dello Slam francese.

Perché se Sinner è costanza e mentalità di ferro, Bublik è estro e pura volatilità. “Never let them know your next move” (non lasciarli mai conoscere la tua prossima mossa): se il kazako avesse un motto, sarebbe proprio questo. E così, a suon di dropshot dalla precisione chirurgica e variazioni imprevedibili, Bublik si è fatto strada fino ai quarti del Roland Garros. Ha eliminato anche il numero 5 del mondo, Jack Draper, e regalandosi il quinto confronto con Sinner.

La quarta sconfitta – Bublik aveva avuto la meglio solo ad Halle, nel 2023, quando Sinner fu costretto al ritiro per un problema fisico – forse la più netta: 6-1, 7-5, 6-0. Una partita indirizzata fin dalle prime battute, con l’altoatesino che parte fortissimo e conquista game su game, annullando anche due palle break nel settimo gioco. Bublik non può fare altro che farsi travolgere. Riesce a tenere il servizio solo dopo 28 minuti.

Poi però prende le misure: nel secondo parziale assorbe l’onda d’urto, migliora le percentuali e tiene testa a Sinner. Ma quando conta, sul 5-5, il numero uno del mondo alza il livello e non sbaglia, chiudendo 7-5. Il terzo set, vinto dall’azzurro con l’ennesimo, schiacciante 6-0, lascia poco spazio ai dubbi. Per Sinner è la 65esima vittoria di fila contro giocatori fuori da Top 20, non perde dal 2023. A fine partita, volano sorrisi e parole d’affetto. Questa volta, sui social, Bublik scherza: «Questa volta, ragazzi, l’ho quasi battuto».

 

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Errani-Vavassori

E mentre Sinner continua a scrivere la sua storia, c’è un’altra favola tutta azzurra che si sta facendo largo a Parigi. Quella di Sara Errani e Andrea Vavassori. Con un secco 6-2, 6-3 in semifinale contro Zhang e Arevalo, i due azzurri si sono guadagnati un posto nella finale del doppio misto al Roland Garros. Insieme hanno già vinto a New York, agli US Open 2024, e a Indian Wells 2025.

In finale li aspettano Townsend e King, reduci da un successo netto su Krawczyk e Skupsy: 6-2, 6-3. Sara e Andrea ci arrivano con la leggerezza di chi si conosce a memoria e a memoria si completa: Errani con la sua grinta e visione di gioco, Vavassori con la sua fantasia e la mano educatissima. Sul Simonne-Mathieu hanno messo in scena una partita che hanno saputo chiudere in 59 minuti contro una coppia di doppisti esperti. Torneranno in campo giovedì 5 giugno alle 12.

Ma non finisce qui: venerdì Sara giocherà anche la semifinale del doppio femminile con Jasmine Paolini, contro Andreeva e Shnaider. Sinner, sempre venerdì, invece se la vedrà con Novak Djokovic, che ha battuto Alexander Zverev in quattro set (4-6, 6-3, 6-2, 6-4). E chissà che, magari, Parigi – dopo Roma – non decida davvero di tingersi d’azzurro.

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