Il comitato olimpico russo è sospeso con effetto immediato. È la decisione assunta dall’Esecutivo del Cio e annunciata dal presidente Thomas Bach in vista dell’Olimpiade invernale di PyeongChang di febbraio. Sono gli strascichi del caso Sochi 2014 e dei tanti errori in materia di doping da parte delle federazioni di Mosca. Un certo numero di atleti potrà comunque essere presente ai Giochi: toccherà a un pannello composto da membri di organizzazioni collegate al Cio stesso e guidato dalla francese Valerie Fourneyron invitare coloro che verranno ritenuti idonei alla partecipazione. Ma a questo punto non è escluso il boicottaggio. Le accuse, emerse da ultimo nel report Schmid, le cui conclusioni sono state pubblicate solo nella giornata di ieri, sono pesantissime. La decisione finale spetterà a Vladimir Putin: prevarrà la volontà di salvaguardare i propri atleti puliti o quella di non accettare le decisioni del Cio?
Gli eventuali invitati a PyeongChang non dovranno mai essere stati squalificati. Nel conto andranno considerati anche gli atleti di sport di squadra o di discipline individuali che comprendono gare a squadre e staffette. Tutti, però, parteciperanno da neutrali, sotto l’acronimo OAR, cioè “Olympic Athlete from Russia”, senza bandiera, senza inno (sarà utilizzato quello olimpico) e con divise anonime. Senza possibilità di entrare nel medagliere. Nessun dirigente della delegazione di Sochi sarà invitato, stesso trattamento per gli allenatori o i medici di atleti coinvolti in vicende di doping. Sarà sempre il Cio a decidere quali potranno essere gli accompagnatori, i giudici o gli arbitri eventualmente presenti. Non ci saranno accreditati del ministero dello sport e saranno esclusi Vitaly Mutko, ai tempi di Sochi ministro dello Sport e ora vice premier, e l’allora suo vice Yuri Nagornykh. (AM)