7-5, 6-2, 6-2 e Novak Djokovic vince gli Australian Open per la nona volta. In finale con Daniil Medvedev, il campione serbo emoziona e si riconferma padrone della Rod Laver Arena. In tre set e meno di due ore Nole sbaraglia ogni ipotesi sul cambio di guardia degli Australian Open che vedevano Medvedev in corsa per la sua 21esima vittoria consecutiva. A 33 anni Novak Djokovic è ancora numero 1 al mondo e con l’ultimo trofeo arriva al 18° slam in carriera, a sole due lunghezze dagli altri due maestri, Roger Federer e Rafael Nadal
Il match
La finale 2021 degli Australian Open sembrava inizialmente ricalcare quella dell’anno scorso dopo che Djokovic aveva offerto al 25enne russo un contro-break dopo un vantaggio di 3-0 iniziale, ma dopo la prima mezz’ora la partita è stata a senso unico. Medvedev dal 5 pari del primo set ha perso il servizio cinque volte in sei turni di battuta, fino a lasciare definitivamente il controllo della situazione dalla metà del secondo set. A un’ora e 17 minuti dall’inizio del match la partita era già definita: un finale molto diverso dai 5 set contro Thiem dell’anno scorso.
Il primo set è stato cruciale, ma Medvedev ammette la superiorità del suo avversario che l’ha sorpassato, oltre che in tecnica, anche in controllo mentale, nonostante il clima teso della competizione. «La differenza è stata lì» dice il tennista russo a fine match e aggiunge: «se andiamo a vedere il primo game che ho perso, il primo di servizio, ho messo solo prime in campo e mi ha breakkato. Non molti sono capaci di farlo, solo i primi tre al mondo. L’ultimo game eravamo 0-40 e stavo provando a recuperare. Ho messo due buoni servizi, un buon punto e mi trovo 30-40. Faccio un ottimo servizio e lui riesce in allungo a rimetterla in campo. La metto in rete e il set è finito. In quei momenti è più forte di tutti gli altri».
Djokovic non è stato perfetto al servizio come in altre occasioni in questo torneo, ma è stato chirurgico alla risposta e ha mostrato una maturità di gioco che ad ora solo i top 3 riescono a mantenere in competizioni così importanti.
Per Medvedev, ora numero 3 della classifica Atp, è la seconda finale Slam persa contro uno dei maestri da quando è stato battuto in 5 set da Rafael Nadal agli US Open del 2019. A differenza di quel match però stavolta ha giocato a suo sfavore l’emozione di trovarsi davanti al numero uno al mondo: «quando perdi un primo set molto duro è sempre positivo trovare il break subito, ti fa dimenticare il primo set» racconta in conferenza stampa il 25enne russo che ammette «pensavo fosse il momento del cambio di marcia ma mi sono trovato sotto 1-4 praticamente subito. Lui rimetteva tutto in campo, era aggressivo e faceva vincenti quando servivano. È stato il migliore in campo oggi. Senza dubbio».
Novak e Melbourne: un amore duraturo
«Ringrazio questo campo, la Rod Laver Arena, Melbourne ti voglio sempre più bene e continua a crescere questo rapporto d’amore per te». Così Novak Djokovic rende omaggio allo Slam australiano e ringrazia anche gli organizzatori per aver permesso la riuscita del torneo. Nole in conferenza stampa ricorda la professionalità del suo fisioterapista e le difficoltà di continuare il torneo dopo l’infortunio del terzo turno.
«È uno strappo al muscolo obliquo dell’addome» ha voluto chiarire il serbo che racconta: «L’ho sentito appena è successo contro Fritz. Sono andato a intuito, ma ho pensato quello a causa dello schiocco e di come mi sono sentito subito dopo. Ero preoccupato e non sembravo in grado di giocare. Il dolore era sopportabile e ho accettato di dover giocare con il dolore».
Nello sport professionistico si gioca spesso con il dolore e Nole era consapevole che continuare avrebbe potuto peggiorare la situazione, ma il numero uno al mondo ha giustificato così la sua tenacia: «se devo scegliere un torneo in cui rischiare un infortunio più grave pur di avere una chance di vincere, è questo. Ovviamente non ho fatto tutto da solo, il mio team e il mio fisioterapista hanno fatto un lavoro incredibile».
Una sfida che sa di fairplay
A termine della “finale lampo” Djokovic ha riconosciuto le qualità del possibile futuro numero uno Daniil Medvedev al quale ha detto «Hai classe e lo hai dimostrato ancora una volta. Sei uno dei giocatori più complicati da affrontare, è solo una questione di tempo».
Le parole di stima sono state contraccambiate dal tennista russo che ha voluto ricordare un episodio a cui è affezionato. «La prima volta che ho giocato con lui – racconta Medvedev – ero n.600/o e pensavo che non mi avrebbe rivolto la parola, e invece mi ha trattato come fosse il mio migliore amico e non è mai cambiato, anche adesso che sono qui».
Nole conquista così il 18° torneo dello Slam, è a -2 da Federer e Nadal, ed è pronto a conquistare altri record dal momento che tra un paio di settimane sarà anche il tennista con più settimane al vertice nella storia del tennis.