Niente più “casi Sinner”: la Wada rivede le regole anti doping

L’Agenzia mondiale antidoping sta studiando alcune modifiche al codice mondiale, soprattutto per quanto riguarda i casi di positività derivanti da pratiche involontarie. Non si parlerà più di “prodotto contaminato”, ma di “fonte contaminata” e, soprattutto, potrebbe venire introdotta una soglia minima di concentrazione, al di sotto della quale non si tratterà di doping. Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore a partire dal primo gennaio 2027.

Il peso dei casi Sinner e Swiatek

Il regolamento dovrebbe tutelare gli atleti, ma il codice della Wada anziché fornire certezze, solleva interrogativi e polemiche. Lacune normative, parametri poco chiari, procedure fumose che, secondo molti, avrebbero portato a presunte disparità di trattamento e a esiti poco equilibrati. Un vero e proprio labirinto normativo in cui persino gli atleti più integri rischiano di inciampare. Per capirlo è servito che cadessero Jannik Sinner e Iga Swiatek, rispettivamente il numero uno e la numero due del ranking.

I due casi hanno messo in discussione l’equità e la trasparenza dei regolamenti antidoping. Le attuali regole della Wada si basano fortemente sulla definizione ristretta di “prodotto contaminato”. Dal 2027 potrebbe venire applicata una definizione più ampia: “fonte di contaminazione”. Una terminologia in grado di comprende fonti di contaminazione come cibo o bevande, l’ambiente o l’esposizione attraverso il contatto con una terza persona. Questa nuova definizione, quindi, sarà in grado di coprire situazioni similari a quella di Sinner.

Un assist per Sinner?

Le variazione al codice approvate dalla Wada sembrano, però, contraddittorie con la scelta dell’agenzia di appellarsi al TAS per il caso Sinner. L’altoatesino, trovato positivo al Clostebol durante i controlli del 10 e del 18 marzo, era già stato assolto dall’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis. L’ITIA gli ha infatti riconosciuto l’assenza di colpa o negligenza. Sinner era stato in grado di dimostrare che la contaminazione era dipesa dall’intervento di una terza persona, il fisioterapista Giacomo Naldi

Tuttavia, lo scorso 28 settembre la WADA ha deciso di presentare ricorso, chiedendo da uno a due anni di squalifica e ritenendo Sinner in parte responsabile della contaminazione. Eppure, viste le nuove norme, se oggi fosse il 1 gennaio 2027, la positività dell’azzurro rientrerebbe nella stessa casistica di quella di Iga Swiatek. All’atleta bielorussa la stessa Wada ha recentemente riconosciuto l’assenza di colpa o negligenza significativa, sospendendola “solamente” per un mese.

La contraddizione appare ancora più marcata considerando che, per il futuro, la Wada starebbe prevedendo l’introduzione di valori minimi di concentrazione affinché una traccia di una sostanza possa essere classificata come doping. Ricordiamo che Sinner è stato trovato positivo al Clostebol per quantità infinitesimali: la prima volta per 86 picogrammi per millilitro e la seconda per 76

Il direttore della Wada Oliver Niggli ha spiegato all‘Equipe che non è che oggi si verifichino più contaminazioni rispetto al passato, ma che semplicemente « i laboratori sono più efficienti nel rilevare le quantità infinitesimali». Se stabilire una soglia minima aiuterebbe senza dubbio nella gestione e classificazione dei casi, Niggli si chiede: «Siamo davvero pronti ad accettare il microdosaggio? Dove ci fermiamo?».

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