Occhi vispi e qualche dentino in meno, tipico dell’età. Mamma Silvia tiene per mano il piccolo Cher, quando a cinque anni entra per la prima volta su un campo da calcio. A pochi passi da casa, tra il quartiere Fiumicello e la parrocchia San Giacomo di Brescia: «Il nostro oratorio è stata la prima squadra di Ndour». Oggi Umberto Bini è il presidente del piccolo club dilettantistico, nel 2009 è stato il primo allenatore del centrocampista italiano del Benfica. Il gol in finale di Youth League e la vittoria del trofeo contro il Salisburgo hanno acceso i riflettori sul talentuoso giovane bresciano: «Era una spanna sopra tutti, già da bambino, ce ne siamo accorti subito. A quell’età gli altri prendono il pallone con le mani, lui controllava con la suola e segnava gol da centrocampo».
L’occasione Brescia
Due stagioni al San Giacomo, fino al 2011, prima del passaggio nel settore giovanile del Brescia a sette anni: «Organizzavamo molti tornei, Cher giocava coi ragazzi più grandi. Era in attacco – ricorda Bini – segnava cinque gol a partita. Ricordo una competizione a Desenzano del Garda, lui era in panchina e perdevamo 3-0. Appena entrato ha fatto tre reti e abbiamo vinto 4-3». Gli osservatori del club di Cellino lo hanno notato così: «Ci chiesero il ragazzo in prestito per un anno. Di solito, l’oratorio riceveva in cambio palloni o materiale tecnico. Per Cher ci hanno rimborsato la quota associativa annuale, poche centinaia di euro».
Al Benfica per vincere
Mamma Silvia e papà Mamadou lo seguivano sempre: ogni allenamento e partita. Di fronte casa, al Centro Sportivo Rigamonti, dove qualche anno fa si allenava il settore giovanile del Brescia. Già nel 2013, l’Atalanta lo ha preso. Nel settore giovanile della Dea, Cher ha fatto benissimo, anche in Nazionale. «Nell’estate del 2020 il Benfica lo ha visto giocare e lo hanno voluto a tutti i costi». In questa stagione il salto nella squadra B: 24 presenze e un gol in seconda divisione. Il più giovane ad aver segnato nella storia della competizione ad appena 17 anni. Biglietto da visita e promesse mantenute. Ndour sta impressionando tutti, come ai tempi dell’oratorio. Al San Giacomo ne parlano ancora.