Nazionale, Ventura: «Le sconfitte non hanno un’unica verità”

«Le vittorie sono sempre il prodotto del merito di tanti. Allo stesso tempo le sconfitte, soprattutto quelle più dolorose, non si possono spiegare con una sola verità». Due giorni dopo l’esonero dall’incarico di Commissario Tecnico della nazionale italiana, Gian Piero Ventura racconta per la prima volta la sua versione della disfatta di San Siro contro la Svezia.

«Sono stati, e sono, giorni difficili e di profondo dispiacere», ha spiegato all’Ansa l’allenatore, il primo dopo 60 anni a mancare la qualificazione ai Mondiali alla guida degli azzurri. «Provo una sensazione di incompiutezza dal momento in cui non ho raggiunto il traguardo che mi ero prefissato».

Il tecnico, unico finora a pagare per l’eliminazione, ha specificato tuttavia di conservare ricordi positivi dell’esperienza in azzurro: «Guidare la Nazionale mi ha trasmesso un senso di appartenenza e un orgoglio mai provati prima, perché non ci può essere niente di più grande».

Ventura ha smorzato le voci di attriti con i giocatori: «Ho lavorato con tutto me stesso, con serietà e professionalità: non sono riuscito là dove ero convinto di farcela alla guida di un gruppo di ragazzi che non smetterò mai di ringraziare». A far parlare di tensioni, in particolare con i senatori, era stata soprattutto la reazione scomposta di Daniele De Rossi alla richiesta di scaldarsi a inizio secondo tempo contro la Svezia.

L’ex CT ha rivendicato lo sforzo di svecchiare il calcio italiano: «Ho lavorato anche per preparare i più giovani al grande salto che potevano, e possono, ancora fare in modo da arricchire tutto il nostro movimento».

Ventura ha concluso la sua dichiarazione con un augurio al prossimo allenatore della Nazionale, non ancora individuato dalla Federazione: «Nel momento della ripartenza sarò il primo tifoso: al mio successore auguro di riportare l’Italia dove merita».

 

No Comments Yet

Leave a Reply