Nations League, la Germania demolisce l’Italia con un clamoroso 5-2

ITALIA

Una figuraccia epica. Non si può che definire in questa maniera l’imbarazzante prestazione fornita dall’Italia di Roberto Mancini contro la Germania nel quarto turno della Nations League: 5-2. Ad un passo dalla peggiore sconfitta della storia azzurra, quella del 12 maggio 1957 quando a vincere fu la Jugoslavia per 6-1.

L’Italia scende in campo schierando un 4-3-3:
Donnarumma, Calabria, Mancini, Bastoni, Spinazzola, Frattesi, Cristante, Barella, Politano, Raspadori, Gnonto.

La Germania schiera invece un 4-2-3-1:
Neuer, Raum, Rudiger, Sule, Klostermann, Kimmich, Gundogan, Sanè, Muller, Hoffman, Werner.

LA STORIA DELLA PARTITA, IL PRIMO TEMPO

Un match totalmente a senso unico, con i tedeschi lanciatissimi che giocano a memoria non sbagliando niente. Non solo una cifra tecnica nettamente superiore, ma una esperienza e una convinzione nei propri mezzi che anche i nuovi inseriti da Hansi Flick hanno messo in mostra. Non è un caso che il migliore in campo sia risultato David Raum, ventiquattrenne terzino dell’Hoffenheim alla settima partita con la Mannschaft.

Italia
David Raum, talentuoso terzino classe 1998 della Germania

Il primo gol tedesco è di Joshua Kimmich, su assist proprio di Raum. In mischia il classe 1998 serve il centrocampista del Bayern Monaco che la mette nel sette. Poco prima, una bellissima parata di Manuel Neuer su Raspadori: il portiere campione del mondo nel 2014 si conferma un vero fenomeno nonostante i 36 anni. Nel recupero del primo tempo Alessandro Bastoni compie una enorme ingenuità facendo fallo a palla lontana in area: sul dischetto si presenta Ilkay Gundogan, che firma il 2-0 all’intervallo.

LA STORIA DELLA PARTITA, SECONDO TEMPO

La seconda frazione è praticamente identica alla prima, anzi peggiore. Nel giro di venti minuti la difesa azzurra sbanda paurosamente per ben tre volte: al 51′ Muller da pochi metri la mette dentro dopo ingresso dalla destra di un compagno, per il 3-0. La frittata è completa al 68′ e 69′ quando l’Italia esce del tutto dal campo e prende quarto e quinto gol. Li firma entrambi Timo Werner, tutti e due su assist di Serge Gnabry. L’Italia si ricorda di essere in campo al 78′ quando Wilfried Gnonto realizza il suo primo gol in azzurro su corta respinta di Neuer. Per il giovane talento classe 2003 una grande soddisfazione: è il giocatore dell’Italia più giovane di sempre a realizzare una rete in competizione ufficiale.La Germania sfiora il 6-1 con Stach che però da pochi metri calcia fuori, prima del 5-2 realizzato di testa su calcio d’angolo da Bastoni.

Italia
Willy Gnonto, classe 2003 italiano
LE ATTENUANTI CI SONO, MA NON BASTANO

Una formazione con pochissima esperienza quella schierata da Roberto Mancini, con tanti giocatori mai scesi in campo insieme. I tedeschi, con molti campioni in panchina, hanno inserito comunque dei campioni del mondo come Gundogan e Neuer e fenomeni assoluti come Kimmich e Gnabry. Per quanto quindi la sconfitta sia comprensibile, ciò che non è accettabile da nessun calciatore e dal tecnico è la totale mancanza di verve e intensità. Una squadra giovane, che dovrebbe essere capace di correre continuamente e tenere perlomeno botta sul piano fisico, si è invece sciolta come neve al sole.

Da dove ripartire? L’Italia è una squadra con del talento, ma appare spesso sconfitta a livello mentale e senza molte idee di gioco. Il dato più eclatante del match è quello dei passaggi portati a termine: più di 600 per la Germania, 300 per l’Italia. Un abisso che lascia francamente pochi commenti. Inoltre, appare evidente come questa squadra non possa fare a meno di alcuni imprescindibili calciatori come TonaliPellegrini.

 

Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

No Comments Yet

Leave a Reply