9 titoli mondiali, 65 pole position, 115 gran premi vinti, 234 volte a podio. Sono i numeri positivi della carriera di Valentino Rossi, che in questo 2019 sta vivendo la sua stagione peggiore di sempre. Dopo nove corse, infatti, il Dottore non aveva mai raccolto un bottino così magro come quello di questo campionato. 80 punti nella prima metà della sua 20esima stagione nella top class, fra 500 e MotoGP, la 24esima in assoluto.
Nell’ultimo ventennio, questa è la quinta volta che Valentino Rossi non totalizza più di 100 punti nelle prime nove gare del campionato. La prima occasione all’esordio nel 2000: 92 punti. Poi nel 2010, anno dell’infortunio alla gamba destra tale da costringerlo a saltare tre tappe. Le altre due volte in cui non ha raggiunto quota 100 si sono avverate nello sfortunato biennio in Ducati: 98 punti nel 2011 e 82 nel 2012, la peggior stagione del numero 46 prima del 2019.
Questo campionato per il Dottore non era poi nemmeno cominciato tanto male con la quinta piazza in Qatar e soprattutto i due secondi posti nelle successive gare di Argentina e America, ma con l’arrivo delle tappe europee tutto è andato storto. Sesto in Spagna, quinto in Francia, dunque i clamorosi tre zeri consecutivi: Italia, Catalogna, Olanda. Al Mugello caduto forse nel suo peggior weekend di sempre; al Montmelò per colpa del famoso strike; quindi, lo scivolone di Assen.
È tornato a fare punti, ottavo, nell’ultima gara in Germania. Già dopo la corsa del Sachsenring, il Dottore era rimasto sorpreso da chi gli indicava che quella in corso è la sua peggior stagione nella classe regina. Eppure è così. C’è chi si chiederà per l’ennesima volta se sia giunta l’ora del ritiro, ma se a 40 anni è ancora lì a lottare con i ragazzini significa che la voglia di tornare in alto è ancora tanta. Non per il podio, ma per la vittoria e magari per quel tanto agognato decimo titolo mondiale.
Bisogna ammettere che almeno da tre stagioni la Yamaha è caduta in una crisi tecnica che sembra davvero senza fine. Valentino Rossi non vince una gara da due anni, Olanda 2017, mentre il suo compagno di squadra Maverick Vinales negli ultimi 24 mesi è riuscito a prendere per primo la bandiera a scacchi due volte, compresa quella di qualche settimana fa ad Assen. Il Dottore ha ormai sposato a vita la Yamaha, ma non è certo che torneranno a vincere insieme.
Il 2019 è il suo 14esimo campionato con la casa di Iwata, il settimo dal rientro del 2013. Sulla moto giapponese aveva sempre fatto più di 100 punti dopo nove gare, tranne l’anno dell’infortunio. Solo qualche stagione fa, il Dottore aveva chiuso secondo in classifica per tre volte di fila: 2014-2015-2016. Valentino Rossi quest’anno sembra essere in estrema difficoltà in qualifica e partendo dietro in gara è sempre più difficile rimontare e raggiungere le posizioni di vertice.
Fare più di 200 punti nelle prime nove gare, come successogli nel 2002 e nel 2005, sembra impossibile anche per Marc Marquez. Ma già solo nel 2017 e nel 2018, a metà stagione, ne aveva totalizzati 119. Oggi è invece a -105 dallo spagnolo, leader del mondiale. Anche a 40 anni le sue motivazioni sono ancora tante. La moto non è però competitiva. Bisogna vedere se si tornerà a vincere in tempi brevi. Perché la carriera di Valentino Rossi non può durare in eterno.