Quella mattina di luglio all’Arena Civica: «Così nacque il Milan di Berlusconi, io c’ero»

Il rumore assordante degli elicotteri zittisce i cori dei tifosi. All’Arena Civica di Milano, tutti i presenti alzano gli occhi al cielo e si preparano allo spettacolo. È il 18 luglio 1986, inizio ufficiale dell’era Berlusconi come presidente del Milan. Seduto in panchina, ad aspettare i compagni, c’è Catello Cimmino, difensore di 21 anni appena rientrato dal prestito all’Ascoli.

Che ricordi ha di quella giornata?

«Arrivai in macchina perché ero appena uscito dall’ospedale, reduce da un brutto incidente stradale. Fu un evento clamoroso, all’americana: ebbe grande risonanza mediatica. Era evidente che le cose stavano cambiando».

Arena Civica, presentazione Milan ’86

Fu il primo incontro con Berlusconi.

«Ho avuto la fortuna di parlare qualche volta con il presidente: era davvero una persona alla mano, umile. In quell’occasione mi venne a parlare, chiedendomi come stavo. Avevo la faccia tumefatta per l’incidente e mi venne a consolare. Poi mi aiutò anche con l’avvocato per capire come procedere, nello scontro ci furono due morti».

Negli anni l’ha sempre supportata.

«Insieme a Braida e Galliani mi sono sempre stati vicini. Sia a livello affettivo che economico. Nonostante non fossi un campione (tre presenze ufficiali in rossonero, ndr) mi hanno fatto sempre sentire importante, aiutandomi anche quando ero in prestito ad altre squadre».

Cosa si porta dell’esperienza al Milan?

«È stata una parentesi breve ma significativa. Non ho avuto troppa fortuna come calciatore, con tanti problemi fisici e diversi interventi al ginocchio che mi hanno costretto a finire la carriera a 28 anni. Berlusconi però mi ha dato sempre supporto, aiutandomi anche a diventare osservatore».

Catello Cimmino, Milan

Un aneddoto sul presidente?

«A Natale, insieme al regalo per la squadra, mi mandò un bigliettino di auguri con scritto “Adesso tocca a te rinascere, metticela tutta”. Ero lontano dai campi a causa degli infortuni e apprezzai tantissimo. È un bellissimo ricordo, tanto che lo conservo ancora e ogni tanto lo riguardo».

Ha anche visto il Milan di Sacchi.

«Ero in prestito al Como, ma essendo di proprietà del Milan stavo a Milanello per la riabilitazione. Mi è capitato di pranzare qualche volta con la squadra, un gruppo fantastico».

Che persona era Berlusconi?

«Faceva sentire importanti tutti, anche gli ultimi arrivati come me. Scherzava con i giocatori, non so quanti facessero la stessa cosa. Devo davvero ringraziare tutta la famiglia rossonera».

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