Internazionali d’Italia: Paolini- Errani regine di Roma, Alcaraz batte anche Sinner

Le tribune si svuotano lentamente, le luci si spengono una a una, e sul Centrale del Foro Italico resta solo il riflesso sbiadito di ciò che è stato. È finalmente il momento, anche per la Città Eterna, di prendersi una pausa — dopo aver fatto da sfondo a un’edizione degli Internazionali BNL d’Italia destinata a entrare nella storia. Tre finali su quattro con almeno un azzurro in campo, due vittorie.

Jasmine Paolini e Sara Errani

C’è chi festeggia ballando, chi si rifugia negli abbracci. Jasmine Paolini e Sara Errani, invece, hanno scelto il trampolino. Tre metri, una piscina al Foro Italico e una promessa fatta prima ancora di scendere in campo: se vinciamo, ci tuffiamo. E così è stato. Un volo nell’acqua, tra le risate e con le divise addosso. Il modo migliore per chiudere un torneo vissuto da protagoniste. Sì, perché Errani e Paolini hanno vinto ancora, confermandosi regine del doppio. In rimonta, con cuore e testa, hanno battuto Veronika Kudermetova ed Elise Mertens, 2-6, 7-6, 10-6, replicando il trionfo dello scorso anno.

E sì, che le azzurre erano partite male in entrambi i set. Due parziali fotocopia: 0-4 in apertura, tutto da rifare. Ma è questo il bello del tennis. Con la calma di chi sa aspettare e la determinazione di chi non vuole cedere, le due azzurre hanno ricucito lo strappo punto dopo punto. Una rimonta doppia, fino al 6-4, 7-5 che ha fatto esplodere il Centrale. Non hanno concesso altro. Solo il podio, per la seconda volta di fila. Per le due azzurre è il settimo titolo insieme, il secondo solo in questa stagione, dopo il trionfo a Doha. Quando il gioco si fa duro, Paolini ed Errani sanno dove trovarsi. E soprattutto, come risalire.

Il giorno prima, Jasmine Paolini aveva già stregato il Centrale con una finale da manuale contro Coco Gauff, la n.2 del mondo. Vittoria netta, 6-4, 6-2, senza mai concedere una palla break. Dominio con la prima (76% dei punti vinti), lucidità nei momenti chiave, zero sbavature. Gauff ha chiuso con 55 errori non forzati, ma più che i numeri, ha impressionare è stata Paolini: la sua grinta, l’intelligenza tattica, la sua maniera di condurre e indirizzare il gioco. La vittoria con la statunitense regala a Paolini il suo primo trionfo a Roma e, di nuovo, la quarta posizione del ranking. Un doppio trionfo che mancava da quarant’anni: l’ultima a vincere sia il singolare che il doppio in una sola edizione era stata Raffaella Reggi, nel 1985. Ora, quel nome ha finalmente un’erede.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Jasmine Paolini (@jasmine_paolini)

Jannik Sinner

Se Paolini si è presa la scena, sotto i riflettori c’era soprattutto Jannik Sinner. Al rientro in campo dopo tre mesi di stop, con addosso il peso delle aspettative e la voglia di ricominciare in punta di racchetta. In pochi si aspettavano di vederlo subito in finale, ma tutti — in fondo — ci speravano. Così come speravano nella sua vittoria. Ma Carlos Alcaraz è stato più bravo, più pronto. Resta però l’anticipazione di un duello destinato a segnare il tennis dei prossimi anni. Restano le cinque partite vinte da Sinner e il solo set perso in tutto il torneo, prima della finale. Un ritorno che ha il sapore dell’impresa, anche senza trofeo.

La finale con Alcaraz, però, ha raccontato un’altra storia. Più sporca, più dura. Un primo set combattuto punto a punto, in cui Sinner ha avuto anche due set point in risposta sul 6-5. Occasioni sfuggite che, se fossero state concretizzate, forse ora parleremmo di altro risultato. O forse no. Al tie-break lo spagnolo è salito di colpi, chiudendo 7-5. Poi, nel secondo set, ha preso il largo. Sinner ha ceduto ritmo e campo, mostrando tutti i tre mesi di assenza dal campo, e Alcaraz ne ha approfittato con la lucidità del campione. È finita 7-6(5), 6-1 in un’ora e 43 minuti. Un punteggio più severo di quanto dica il primo parziale, ma giusto per quello che si è visto nella seconda parte di gara.

Una sconfitta che pesa anche sul piano dei numeri: era dal novembre 2023, alle Atp Finals, che Sinner non giocava un match senza vincere almeno un set. In mezzo, 94 partite consecutive con almeno un parziale portato a casa. La striscia si è interrotta sul Centrale, contro il suo rivale più acerrimo, del presente e del futuro.

Per Sinner resta il rammarico, ma anche molto altro. Perché la condizione, dopo la lunga assenza, è apparsa solida. Perché ha lottato. E perché, anche se il trofeo gli è sfuggito, Roma l’ha applaudito come un vincitore. Il duello con Alcaraz — ora avanti 7-4 nei confronti diretti — è solo agli inizi. E tutto lascia pensare che i due si ritroveranno presto, magari già a Parigi. Intanto, il Foro ha avuto il suo finale. E il tennis maschile italiano, il suo protagonista, da 50 settimane in cima al ranking. Occhi puntati su quello che verrà.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da FITP Tennis (@_federtennis)

No Comments Yet

Leave a Reply