Hamilton trionfa ad Abu Dhabi, au revoir Formula 1

A vincere alla fine è sempre lui, Lewis Hamilton, alla guida non di una monoposto qualunque, ma della macchina da corsa per eccellenza: la Mercedes, la perfezione su ruote. Sesto titolo mondiale per entrambi, festeggiati con ampio anticipo.

L’ultimo atto della Formula 1, di scena nel deserto e nella bellezza di Abu Dhabi, ha visto affermarsi ancora una volta il dominio delle frecce d’argento. Hamilton, capace di centrare prima nella giornata di sabato la quinta pole position stagionale allungando sulla leggenda Michael Schumacher, salendo a 87 pole in carriera, ha poi conquistato l’undicesima vittoria del 2019, la ciliegina sulla torta di una stagione fenomenale. Ineguagliabile.

Tante sono state le novità in questo nuovo anno, ad esempio il cambio di motore per la Red Bull che, abbandonata la motorizzazione Renault, ha deciso di investire sulla Honda, fra tanti interrogativi. E poi i piloti, i migliori 20 al mondo, che hanno visto tanti giovani   come Charles Leclerc in Ferrari e Lando Norris in McLaren.

Una stagione lunga, iniziata per noi italiani sotto i migliori auspici: nei test invernali pre -stagionali infatti, i Ferraristi si sfregavano le mani per i risultati e le prestazioni della Ferrari SF90 sul circuito della Catalogna. Ma alla prima vera prova di maturità, ovvero a Melbourne in Australia, le aspettative di tante scuderie si sono rivelate molto meno rosee del previsto. Ferrari disorientata con il team radio di Seb Vettel: «perché siamo così lenti?» a testimoniare uno stupore generale ingiustificabile. Red Bull arrancante e Mercedes semplicemente perfetta. Le prime 8 gare saranno un monologo Mercedes: 8 vittorie, 6 di Lewis e 2 di Valtteri Bottas, principale contendente al titolo del compagno di scuderia. 

Non sono mancate però le polemiche, le lamentele e le perplessità a maggior ragione dopo un avvio di stagione a forti tinte argentate. La Formula 1 è diventata Formula Noia, sopratutto dopo il GP di Francia, lungo e monotono, successivo alle polemiche del contatto Vettel – Hamilton in Canada, con la penalità conferita al ferrarista e la vittoria del 44. La domanda dopo le prime 8 gare è stata: perché continuare a correre se tanto si sa già chi vince? O meglio, perché continuare a correre se i piloti in pista non possono neanche battagliare per contendersi la vittoria? La risposta non si è fatta attendere.

 

Gran Premio d’Austria, primo successo non Mercedes dell’anno. Ma sopratutto, una gara viva, una gara ricca di emozioni, combattuta tra due giovani, Leclerc e Max
Verst
appen, protagonisti assoluti e dal futuro già scritto. Da qui in poi, una serie di Gran Premi colmi di imprevedibilità e di colpi scena. Prendiamo quello di Germania ad esempio, il primo dopo quasi un’intera stagione corso sotto la pioggia. Tanti ritiri, ma sopratutto, una Mercedes in palese difficoltà nel GP celebrativo dei suoi 125 anni di storia. Sicuramente, il Gran Premio più pazzo dell’anno. 

La Ferrari, viene fuori con l’uomo dell’anno solo dopo 13 gare di digiuno: Charles Leclerc, capace di infilare un tris di pole position consecutive: Belgio, Italia e Singapore. Due le vittorie. Una, quella che rimarrà nei cuori dei Ferraristi per sempre. Monza, 8 settembre 2019. Nove anni dopo Fernando Alonso, la Ferrari torna sul gradino più alto del podio a casa nostra. Indelebile resterà l’urlo di gioia di Carlo Vanzini, telecronista di SkySportF1 a rendere ancor più magico quel pomeriggio: «Il predestinato vince, il Gran Premio d’Italia!»

Gli ultimi Gp saranno di nuovo una sorta di monologo della Mercedes con solo qualche sussulto Ferrari in qualifica con Leclerc recordman di pole stagionali (7) e Verstappen capace di trionfare in Brasile dove l’anno precedente solo una follia di Ocon gli tolse la vittoria.

Rimangono tanti gli aspetti positivi di una stagione intensa, infinita.
Primo su
tutti, lo spettacolo. La Formula 1 è da sempre uno sport emozionante e capace di unire milioni di appassionati in tutto il mondo. Anche la sua storicità permettere di continuare a viverla proprio come nel secolo passato. Legata alla storia della Formula 1, non si può non menzionare il tre volte campione del mondo Nicki Lauda, scomparso lo scorso maggio prima del Gp di Monaco e ricordato da tutti come figura portante della Formula 1. 

Lo spettacolo, però, può spesso essere anche tragico, come l’incidente mortale del Belgio che ha visto perdere la vita il giovanissimo Anthoine Hubert, pilota di Formula 2 morto dopo un incidente dall’uscita dell’Au Rouge, la famosa e insidiosa chicane del circuito belga.

 

Il prossimo anno, il 2020, sarà l’ultimo prima del cambio di regolamento che avverrà nel 2021 con tante incognite. Dunque, godiamoci la pausa invernale ricaricando le batterie, perché dal 15 Marzo a Melbourne, i motori, torneranno a ruggire.

 

Roberto Balestracci

24 anni, quasi 25. Laureato in Scienze della Comunicazione, coltivo da sempre la passione per lo sport e per le sue emozioni. Interista, porto la Maremma nel cuore. Ma non solo. Il diploma in violino al conservatorio di Siena mi permette di collegare due mondi, sport e musica, apparentemente lontani

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