L’Inter pone le basi per la qualificazione alla finale di Champions League. I nerazzurri si sono imposti 2-0 su un Milan opaco, grazie a un avvio devastante. Due gol nei primi undici minuti di gara hanno deciso la partita.
Il risultato potrebbe spianare la strada al club nerazzurro verso la finalissima di Istanbul. Ecco com’è andata, 20 anni dopo l’ultima volta.
L’andata Milan-Inter, il primo tempo
Nel primo tempo l’Inter prende subito il controllo della partita con due gol in undici minuti. Apre le danze Edin Džeko all’ottavo minuto, in girata di sinistro su calcio d’angolo. Solo tre minuti dopo Henrikh Mkhitaryan raddoppia. L’armeno, su assist di Federico Dimarco, si è trovato a tu per tu col portiere rossonero Mike Maignan e senza esitare ha insaccato in rete con un destro incrociato. Il Milan ha subito il contraccolpo psicologico, faticando a rispondere. Il dominio dell’Inter è continuato lungo tutta la prima frazione di gioco.
Ma non sono mancati i momenti di tensione. I nerazzurri intorno al 30’ hanno sfiorato il terzo gol. L’arbitro inizialmente aveva concesso all’Inter un calcio di rigore, per un contatto in area tra Lautaro Martinez e Simon Kjaer. Ma su richiamo del Var, ha cambiato decisione ammonendo per simulazione l’argentino.
L’andata Milan-Inter, il secondo tempo
Il secondo tempo inizia col Milan che ha l’occasione di riaprire la partita. Junior Messias al 51’ tira in area da ottima posizione, ma non centra lo specchio. Meno di due minuti dopo, l’Inter risponde con Džeko. L’attaccante bosniaco al 53’ si trova di fronte al portiere rossonero, ma fallisce il 3-0 fermato dall’uscita tempestiva di Maignan.
Ma il Milan ha cambiato volto rispetto ai primi 45′. Al 63′, dopo una bella azione di Divock Origi sulla fascia sinistra, Sandro Tonali dal limite dell’area colpisce il palo esterno. L’Inter nel frattempo pensa più a gestire, rendendo il secondo tempo meno movimentato.
La partita termina con un 2-0 secco. Nonostante i rossoneri abbiano avuto un possesso palla maggiore (57%), i nerazzurri si sono rivelati più incisivi. Cinque i tiri in porta per l’Inter, contro i due del Milan.
L’Euroderby 20 anni dopo
Mercoledì 10 maggio 2023 si è giocato il derby d’andata della semifinale di Champions, Milan-Inter. Il ritorno, Inter-Milan, è invece programmato per il 16 maggio. In una Milano che vive un’altra epica sfida fratricida, ricordiamo l’ultima volta in cui le due squadre si sono affrontate nella stessa situazione.
Esattamente 20 stagioni fa, infatti, le due milanesi si sono affrontate proprio in semifinale di Champions. In quell’occasione vinse il Milan, che sarebbe poi andato fino in fondo, trionfando sulla Juve di Del Piero e Buffon e portando a casa la sua sesta Champions. Il passaggio del turno per il Milan si verificò grazie alla regola del “gol in trasferta” oggi abolita. Di fatto, sia l’andata che il ritorno finirono in pareggio: 0-0 “in casa” del Milan, 1-1 nella stessa casa – il San Siro – ma dell’Inter.
Ma com’era 20 anni fa per un tifoso guardare quelle partite, e cosa cambia per lo spettatore del 2023? Il calcio del passato può aiutarci a comprendere meglio quello di oggi? Scopriamolo.
Zanetti vs Lautaro
In quella semifinale nel lontano maggio del 2003, l’Inter dell’eterno capitan Zanetti contava tra le sue fila alcuni nomi indelebili per i tifosi di vecchia data: da Toldo a “Matrix” Materazzi, passando per Cordoba e Recoba, con Crespo unica punta in attacco. Una formazione invidiabile per una squadra che aveva tanta voglia di vincere e i nomi giusti per sperare. Grande assente Bobo Vieri, infortunato.
Dopo 20 anni, per i nerazzurri molte cose sono cambiate. A partire dal simbolo della squadra, cambiato per ben due volte: la prima nel 2007, col primo restyling del logo iconico di Muggiani; la seconda nel 2021, a causa del rebranding della nuova gestione Zhang.
Cambiamenti anche nella sostanza. La formazione titolare del 2023 è priva di “bandiere”, giocatori che riassumano in sé il popolo nerazzurro. Solo Lautaro può pensare di ambire a un tale onore, anche se impallidisce nei confronti di un gigante come il “Pupi” Zanetti.
Maldini vs Leão
Gli ormai leggendari Maldini e Nesta, per sette anni (2002-2009) pilastri della difesa rossonera, guardavano le spalle a una formazione completa. Con Inzaghi e l’immancabile “Sheva” in attacco, e un centrocampo di sostanza e talento con Gattuso, Seedorf e Rui Costa. Si aggiungeva un Pirlo nei suoi anni migliori, indisponibile per infortunio.
Oggi i rossoneri possono contare su una formazione meno altisonante dei tempi di Patron Berlusconi. A parte Leão, Giroud ed Hernandez, mancano i fuoriclasse del calibro di quelli schierati da Ancelotti – allora allenatore del Milan – nel 2003.
Il Milan di 20 anni fa aveva anche una panchina più profonda di adesso, se pensiamo che per le sostituzioni erano disponibili giocatori di spicco come Rivaldo e Serginho. Oggi – a parte la panchina più ampia, essendoci più sostituzioni possibili – non ci sono talenti in panchina in grado di cambiare gli equilibri di una partita. Almeno sulla carta.
Guardare una partita vent’anni fa
Dal punto di vista di un tifoso, molto è cambiato. A partire dal prezzo dei biglietti. Nel 2003 per assistere all’andata di Milan-Inter bastavano 21 euro per un “secondo verde”, un settore medio non troppo lontano. Per il match del 10 maggio 2023, invece, il prezzo di un biglietto per lo stesso identico settore – il 233 – sfiora i 140 euro.
Diritti tv, cosa è cambiato
Anche per chi voleva vedere la partita in televisione, la situazione era leggermente diversa. Sia l’andata che il ritorno del derby di vent’anni fa erano trasmessi in diretta su canale 5, con nessuna spesa a carico degli spettatori.
Al contrario, seppure le due semifinali di Champions del 2023 saranno in chiaro, la questione dei diritti dell’andata è più complessa. Da contratto una delle partite del mercoledì è in esclusiva su Amazon Prime Video. In teoria la diretta del 10 maggio dovrebbe essere disponibile solo sulla piattaforma del colosso web. Tuttavia, un decreto del 9 marzo 1999 del Ministero dello Sviluppo Economico, ribadisce che: «Gli eventi considerati di particolare importanza per la società non possono essere trasmessi in esclusiva e solo in forma codificata». Questo per «permettere ad una parte consistente (più del 90%) del pubblico italiano di seguirli su un canale televisivo gratuito, senza costi supplementari per l’acquisto di impianti tecnici». Tra gli eventi elencati nel decreto, al punto E risultano proprio «la finale e semifinali della Coppa dei Campioni e della Coppa UEFA, qualora vi siano coinvolte squadre italiane».
Amazon, allineandosi alle linee guida del governo, ha indetto un bando a busta chiusa per i diritti tv non esclusivi dell’andata tra Milan e Inter. Il bando è terminato alle 15:00 del 26 aprile. Avrebbero presentato un’offerta Sky, Mediaset, Rai e La7. Sicuramente Amazon propenderebbe per il miglior offerente. Ma in questo caso ha scelto l’emittente che generalmente ha meno ascolti, vale a dire Tv8, il canale Sky in chiaro. In questo modo Amazon si garantirebbe comunque degli ascolti maggiori.
La pubblicità tra ieri e oggi
Da non sottovalutare nell’esperienza di un tifoso gli spot pubblicitari. Nel 2003, a fare da sfondo ai momenti di tensione di un derby per la finalissima più ambita d’Europa, c’erano le pubblicità di cinque grandi marchi. Moretti, Playstation 2, Mastercard, Adidas e Ford Fusion, come si può vedere dalle immagini, erano tutti brand accompagnati da cartelloni veri e propri, non digitali.
Nelle ultime partite di Champions disputate da squadre italiane – nel nostro caso i quarti di finale tra Milan e Napoli – la situazione pubblicitaria è ben diversa. L’avvento dei cartelloni virtuali consente il movimento e la variazione dei marchi lungo tutto il perimetro del campo. Più brand stranieri, a partire dalla sostituzione dell’italianissima Moretti con la tedesca Heineken (comunque di proprietà della Moretti). La campagna UEFA #realscars, per sensibilizzare sugli abusi online, è lo specchio di una società più digitalizzata e più attenta ai soggetti fragili. E poi gli onnipresenti Mastercard e Playstation, che si riconfermano a 20 anni distanza. Ma invece della Playstation 2, oggi a essere pubblicizzata è la 5.
Serie A: da Vieri, Totti e Del Piero, a Osimhen, Dybala e Kvaratskhelia
La massima serie di un’Italia che solo tre anni dopo si sarebbe aggiudicata la Coppa del Mondo, aveva tra i suoi simboli alcuni degli attaccanti più iconici del nostro Paese: il tridente azzurro delle meraviglie di Totti, Del Piero e Vieri, capocannoniere per la stagione 2002-2003. La maggiore presenza di italiani in Serie A è evidente a partire dallo spot che andava in onda a quei tempi.
La Serie A del 2023 ha invece presenti molti più campioni stranieri, ed è il riflesso di una nazionale che fatica a imporsi sul panorama mondiale. Il dominio del Napoli è garantito da due stelle straniere: Kvaratskhelia e il capocannoniere Osimhen, acclamato dai tifosi.
Per gli azzurri negli utlimi anni la vittoria agli europei è stata spazzata via dalla delusione per la mancata partecipazione ai Mondiali in Qatar del 2022. Ecco la pubblicità della stagione in corso.
Non è un caso che persino oggi la pubblicità preferisca sfruttare i grandi volti del passato per attirare l’attenzione del pubblico italiano. Ma un altro dettaglio importante è la lingua. Se nella stagione 2002-2003 si preferiva usare l’italiano, adesso la Serie A ha deciso di optare per la lingua inglese, puntando così a un pubblico più internazionale.
L’attenzione mediatica che ha a livello globale per Milan-Inter ha il pregio di riportare dopo tanti anni il focus sulle big italiane. La semifinale di Champions League è l’ultima prova del prestigio di un derby che – seppure diverso sotto molti aspetti da quello disputato 20 anni prima – è rimasto uguale per i tifosi nerazurri e rossoneri nella sua natura più intima.