L’esonero di Walter Mazzarri decreta per il Napoli la terza guida tecnica in pochi mesi. A pochi giorni dalla sfida di Champions League contro il Barcellona, Aurelio De Laurentiis ha scelto come nuovo allenatore Francesco Calzona, attuale ct della Slovacchia. Vista la situazione, sembra facile additare il patron dei partenopei come un mangia-allenatori, ma le statistiche della Serie A restituiscono un’immagine diversa.
Cosa succede in casa Napoli
Francesco Calzona è ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli, l’undicesimo incaricato da Aurelio De Laurentiis. Calzona è il ct della nazione slovacca dal 2022, incarico che porterà avanti parallelamente a quello sulla panchina del Napoli. Ringraziando Mazzarri, il presidente del club azzurro ha motivato così la sua decisione. «Francesco Calzona ha già lavorato con noi sia nella gestione Sarri che con Spalletti e conosce l’80% di questo gruppo».
Solo il tempo dirà se sia la mossa giusta per rilanciare la deludente stagione dei campioni d’Italia in carica. La decisione del presidente è comunque indice di una tensione che attraversa l’ambiente partenopeo, alla terza guida tecnica da settembre. Già gli esoneri di Rudi Garcia prima e di Walter Mazzarri poi avevano testimoniato una volta di più i conflitti di De Laurentiis con i suoi collaboratori. Ma il patron della Filmauro non è l’unico, né il più aggressivo, dei “mangia-allenatori”.
Da Zamparini a Preziosi, i più voraci mangia-allenatori
Mangia-allenatori per definizione fu Maurizio Zamparini, storico presidente del Palermo, capace di cambiare 43 allenatori (molti dei quali ciclicamente richiamati e riesonerati) in 16 anni di proprietà. Mangia-allenatori è la famiglia Pozzo, che dal 1986 ad oggi ha affidato la panchina dell’Udinese a 45 tecnici. A Zamparini va inoltre il primato per il maggior numero di allenatori succedutisi alla guida di una squadra in una sola stagione di Serie A: ben nove, nell’edizione 2015-2016.
Ad avere l’esonero facile anche due presidenti di club non più in Serie A. Nel solo Genoa Enrico Preziosi ha cambiato, dal 2003 al 2021, 28 allenatori, esonerandone 18 di essi. Per la stessa ragione si è messo in luce anche Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari ora a capo del Brescia. Nel club lombardo sono 23 gli allenatori passati dal 2017 ad oggi. Nella società sarda, invece, Cellino dal 1992 al 2005 ha affidato la panchina a 22 tecnici.
Cifre che ridimensionano considerevolmente la percezione su De Laurentiis, un presidente senza dubbio decisionista, ma che in vent’anni di Napoli ha visto passare “solo” 12 allenatori, dato assolutamente in media con altre big del campionato. Per dare un confronto, nello stesso periodo l’Inter ha avuto 15 allenatori (senza contare la sola giornata di Stefano Vecchi tra De Boer e Pioli nel 2016-2017), il Milan 11, la Juventus 12, la Roma 17 e la Lazio 10.
Lo storico dei De Laurentiis, tra Napoli e Bari
Per dovere di cronaca va anche ricordato di quale genere siano stati gli addii tra De Laurentiis e i suoi allenatori. Ad essere esonerati a stagione in corso, prima di Garcia e Mazzarri, furono soltanto Gian Piero Ventura nel 2005, Edy Reja e Roberto Donadoni, rispettivamente a marzo e ottobre 2009. Da quel momento in avanti, con l’unica eccezione di Carlo Ancelotti nel 2019, De Laurentiis ha sempre preferito salutare i suoi tecnici a fine stagione: così fu per la prima esperienza di Mazzarri, terminata nel 2013, altrettanto per Benitez, Sarri, Gattuso e Spalletti.
Solo in apparenza più aggressiva la conduzione dell’altra società calcistica posseduta da Filmauro S.r.l, il Bari, oggi in Serie B. Nel corso di una gestione molto più breve, cominciata con la rifondazione societaria nel 2018, il presidente Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio, ha assunto alla guida del club pugliese otto allenatori, esonerandone cinque a stagione in corso. Due di questi licenziamenti, tuttavia, sono arrivati in questo campionato, analogamente a quanto avvenuto in casa Napoli.
Non solo Napoli: tutte le panchine saltate in questo campionato
Allargando lo sguardo in orizzontale, ci si accorge che quello di Mazzarri è l’ottavo esonero della stagione in Serie A e non è neanche l’unico caso di doppio cambio. Stessa sorte infatti ha riguardato la Salernitana, che ha optato per Liverani al posto di Filippo Inzaghi, a sua volta subentrato a Paulo Sousa in ottobre. Vale il medesimo discorso per l’Empoli, dove Davide Nicola ha rilevato il posto di Andreazzoli, chiamato a sostituire Paolo Zanetti il 19 settembre scorso. Completano il panorama degli esoneri l’Udinese, con Cioffi subentrato a Sottil il 24 ottobre, e la Roma, che il 16 gennaio si è affidata a Daniele De Rossi in sostituzione di Mourinho.
A conti fatti, sembra che l’esonero a stagione in corso non rappresenti un capriccio del singolo presidente, ma una tendenza di tutto l’ambiente, peraltro piuttosto affermata, che ha visto in media 12 cambi allenatore a stagione in corso nelle ultime dieci edizioni del campionato. A volte questa scelta ha fruttato, altre volte ha affossato ancora di più un ambiente già in crisi. Giudizio rinviato, dunque, in attesa di vedere che ne sarà del Napoli.