Un nuovo incubo doping aleggia nel ciclismo. La novità arriva da Morlaix, un paese di 16mila abitanti nella Bretagna francese. Lì ha sede Hemarina, un’azienda biofarmaceutica fondata da un gruppo di ricercatori universitari, che da 15 anni analizza le proprietà dell’emoglobina dell’arenicola marina, alias verme della sabbia. La metalloproteina contenuta nei globuli rossi dell’animale sarebbe in grado di portare ossigeno al sangue in quantità 40 volte superiore al normale.
Lo studio
L’obiettivo dello studio è trovare una cura a chi soffre di malattie gravi con un’alternativa “naturale” e più efficace rispetto ai farmaci classici. Questa emoglobina non ha particolari effetti collaterali ed è adatta a tutti i gruppi sanguini. Inoltre, è facile da reperire rispetto alle donazioni. E, come quest’ultime, viene iniettata nel sangue tramite trasfusioni. Hemarina ha brevettato 6 prodotti che sono supportati da vasta letteratura scientifica.
L’autore è il dottor Franck Zal, fondatore e amministratore delegato del gruppo. Il ricercatore possiede un allevamento di arenicole marine sull’isola di Noirmoutier, in Vandea. La scoperta risale al 2007 ed è brevettata col nome scientifico di M101. Secondo Zal e André Toulmond, i due leader dell’équipe di ricerca, “le emoglobine di questo invertebrato marino hanno proprietà funzionali vicinissime a quelle dell’emoglobina umana. Inoltre, la grandissima dimensione delle loro molecole lascia aperta la possibilità che, iniettate direttamente, possano sopravvivere nel sistema sanguigno dell’uomo”.
Le caratteristiche dell’arenicola marina
Il verme è una sorta di lombrico marino e vive sotto le sabbie del Mar della Bretagna. In genere, è utilizzato dai pescatori come esca. La sua emoglobina è libera, senza alcun involucro protettivo, a differenza di quella umana. Ma ciò che dà fiducia agli scienziati è la dimensione di questa proteina, circa 50 volte superiore alla nostra. Vista la sua grandezza, non può essere filtrata dai reni, che quindi non rischiano di essere danneggiati.
L’incubo doping nel ciclismo
In un’intervista al quotidiano francese L’Équipe, Zal ha rivelato che “nel 2020 un notissimo ciclista di un grande gruppo sportivo mi ha chiesto una fornitura del farmaco“. La ragione è semplice. Questa superEpo ha una durata limitata ed è smaltita rapidamente dall’organismo. Si parla di 8 ore dopo l’assunzione. E questo è un problema per i controlli antidoping.
Nel ciclismo essi vengono effettuati circa un’ora dopo il termine della tappa. Per poter rilevare l’emoglobina del verme è necessario fare il prelievo tra le 4 e le 8 ore dalla somministrazione. Un tempo breve per incastrare chi lo usa. L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha vietato la sostanza, come tutti i trasportatori di ossigeno a base di emoglobina (HBOC).
“Abbiamo ricevuto diverse richieste dirette da parte di atleti o palestre – ha aggiunto il dottor Zal – Ho capito molto presto che l’uso di questa sostanza poteva finire nelle mani sbagliate”. Il ciclista anonimo non sarebbe l’unico a essersi rivolto a Hemarina. Il laboratorio ha prontamente avvertito l’Oclaesp. La polizia francese che equivale ai nostri Nas dei Carabinieri ha confermato la notizia affermando che le indagini sono iniziate 3 anni fa.
Come scovare la sostanza
Nonostante il poco tempo a disposizione, le alterazioni derivanti dalla superEpo sarebbero rilevabili nel passaporto biologico. Al momento, però, nessun atleta di alto livello è stato colto in flagrante. Non tutti i ricercatori però concordano con questa idea. Gli studi scientifici confermano che l’uso di questa sostanza non stravolgerebbe i valori di ematocrito, uno dei parametri chiave usati nell’algoritmo che disegna la curva del passaporto. L’impressione è che, come sempre, il doping sia più avanti dell’antidoping.