Una nuova rivoluzione attende il calcio. L’International Football Association Board (IFAB), l’organo legislativo del mondo del pallone, ha dato ufficialmente il via libera alla sperimentazione dell’espulsione temporanea. La misura è stata pensata per tentare di porre argini più duri al comportamento dei giocatori, in particolar modo agli insulti o altri tipi di abusi diretti verso l’arbitro. «Bisogna fare qualcosa. Potrebbe essere il cancro che uccide definitivamente questo sport» ha affermato l’ex arbitro Pierluigi Collina. Inizia, forse, l’era del cartellino arancione.
La decisione dei legislatori del calcio
La svolta è maturata martedì 28 novembre a Londra, durante l’incontro annuale (annual business meeting) dell’IFAB. Non si tratta, però, di una vera e propria novità. In Inghilterra le espulsioni temporanee sono già state introdotte nelle categorie minori fin dalla stagione 2019-2020. Ora «potranno essere implementate anche fino al più alto livello professionistico», ha spiegato ai margini dell’incontro Collina. Secondo un report di PGMOL (Professional Game Match Officials Board) quest’anno nelle massime competizioni inglesi le occasioni di protesta sono raddoppiate rispetto a un anno fa.
Secondo quanto appreso finora, andranno a sanzionare le proteste più plateali e i falli tattici. «C’è grande frustrazione tra i tifosi quando un contropiede è interrotto, anzi rovinato, da un intervento non regolare. E il cartellino giallo non è una punizione sufficiente», ha spiegato Mark Bullingham, chief executive della Football Association. Una decisione cui l’IFAB è giunta portando esempi reali, primo tra tutti l’ormai celebre strattone di Giorgio Chiellini su Bukayo Saka nella finale di Euro 2020. Per gli italiani un lampo di genio, per il Consiglio calcistico forse un po’ meno.
Il cosiddetto sin bin non sarà introdotto da subito, sebbene la speranza sia di renderlo parte integrante del gioco il prima possibile. L’IFAB infatti dovrà prima sviluppare dei protocolli di test per verificarne la fattibilità. L’obiettivo per la piena funzionalità è la stagione 2024-2025. Per i test pratici si sono già citate molte competizioni papabili, dalla FA Cup inglese alla Super League femminile. Bullingham non si è sbilanciato: «Sono tutte conversazioni che abbiamo avuto, ma dobbiamo aspettare che venga pubblicato il protocollo ufficiale. Da quel momento capiremo in quale lega è meglio testarlo».
In occasione dalla quinta edizione del Social Football Summit, si è espresso sulla questione anche il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini. La perplessità sollevata da Casini è legata alle lunghe prove di attuazione: il tempo a disposizione è pressoché nullo considerando impegni di club e Nazionali.
Come funzionano in Inghilterra?
«Prevenire, non curare» è lo scopo delle espulsioni temporanee secondo Bullingham. «Bisogna arrivare al punto in cui il calciatore sanno che rischio corrono, e scelgono di non trasgredire il regolamento».
Ed effettivamente, secondo i dati della Football Association, l’esperimento che dal 2020 va avanti in terra britannica ha dato ottime risposte. Introdotta nella stagione del Covid dopo due anni di prove in 31 delle leghe minori, l’espulsione temporanea ha portato a una netta diminuzione delle proteste. Si parla di un calo di circa il 38% in tutte le competizioni. Un cambiamento che sarebbe stato accolto con favore da tre quarti dei giocatori e degli allenatori. Ma come ha funzionato finora?
Niente cartellino arancione, con ogni probabilità. L’arbitro estrarrà il classico cartellino giallo e indicherà con entrambe le mani verso bordocampo. Il giocatore sanzionato dal sin bin dovrà lasciare il campo e potrà scegliere se rimanere nell’area tecnica della sua squadra o seguire lo svolgersi della partita a bordo campo. Probabile che sia aggiunta la possibilità di rientrare negli spogliatoi. L’espulsione durerà dieci minuti, al termine dei quali il calciatore potrà rientrare al segnale del direttore di gara.
Due sin bin nella stessa partita equivalgono, ovviamente, a un’espulsione definitiva. Una volta sanzionato con il secondo, il giocatore uscirà quindi dal campo lasciando di nuovo in inferiorità numerica la sua squadra per dieci minuti. Al termine dei quali, se non sono state esaurite le sostituzioni, la squadra potrà far entrare un altro calciatore.
Anche i portieri possono subire l’espulsione temporanea. In questo caso, per dieci minuti toccherà a un giocatore di movimento a proteggere i pali. Dopo aver scontato la punizione, il numero 1 rientrerà e riprenderà il suo posto alla prima interruzione di gioco.
Uno sport in ritardo
Nell’anno 2023 è arrivato il calcio. Ma la sua grande – e potenziale – rivoluzione arriva quaranta anni più tardi. Perché in altri sport, meno noti del pallone rotondo, è una misura attiva ormai da decenni. Si parte addirittura nel 1981, nella New South Wales Rugby Football League australiana, per noi italiani il ‘rugby a 13’. Nel più convenzionale, ed europeo, rugby a 15 fin dal 2001. In entrambi questi casi, il sin bin è il semplice cartellino giallo e prevede l’espulsione per dieci minuti di partita. Falli antisportivi (tra cui anche quelli tattici) e condotta violenta sono le infrazioni punite.
Negli ultimi anni l’emisfero australe è andato ancora oltre, sempre in ambito rugbistico. Anche l’espulsione definitiva è diventata per certi versi temporanea. Prevede, semplicemente, venti minuti di inferiorità numerica al termine dei quali la squadra può ripareggiare i numeri inserendo un altro giocatore. Ma non solo il rugby. Il sin bin è già adottato nel lacrosse, nella pallamano e nell’hockey (su prato, su ghiaccio e su pista). Nell’anno 2023 è arrivato (finalmente) anche il calcio.
Le altre decisioni dell’IFAB
I cambiamenti non sono certo finiti qui. L’International Football Association Board ha continuato a concentrarsi sul tema delle proteste. Non a caso, un’altra mozione approvata prevede che solamente il capitano possa approcciare e parlare al direttore di gara «in situazioni di gioco delicate». Anche questa nuova regola dovrà essere prima sottoposta a un periodo di test.
Il Consiglio, inoltre, ha aperto alla possibilità di far indossare agli arbitri una piccola body cam, che permetterebbe di revisionare gli abusi in campo direttamente dal punto di vista di chi li subisce. Nessun accordo, invece, per l’ampliamento dei poteri di intervento del VAR oltre ai gol, ai calci di rigore e ai cartellini rossi. Troppo forte il timore di ulteriormente rallentare il ritmo delle partite.
In questa stessa direzione vanno ulteriori decisioni. L’impegno a continuare lo sviluppo del fuorigioco semi-automatico, per velocizzare le decisioni riguardanti le situazioni di fuorigioco dubbio. Così come la necessità di punire più spesso le perdite di tempo. Prima tra tutte la regola, mai rispettata dai portieri, dei sei secondi per rinviare. «Un calcio di punizione indiretto da dentro l’area è una punizione troppo severa – commenta Bullingham – ma si potrebbe concedere un calcio d’angolo». Insomma, un semplice cambio di possesso palla senza fornire una plateale occasione da gol in maniera gratuita. Questo, secondo l’IFAB, potrebbe portare i direttori di gara a essere meno restii alla sanzione.
I membri dell’IFAB si ritroveranno il 2 marzo 2024 a Glasgow, in Scozia, per l’annual general meeting. Se dovessero essere approvate queste decisioni, potranno diventare ufficialmente parte del regolamento dal 1° luglio.