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Fa discutere la sperimentazione di un salto in lungo senza la pedana di stacco. Pensato per rilanciare una disciplina spesso lenta e viziata dai “nulli”, la proposta di questo nuovo format si è già attirata le critiche di numerosi addetti ai lavori. Fra questi anche “il figlio del vento”, l’ex campione del mondo Carl Lewis.
Una rivoluzione tecnica
Rincorsa, stacco, volo e allungo. Il salto in lungo è un gesto naturale che ha fatto la storia dell’atletica leggera. Ma ora un significativo cambiamento delle regole potrebbe rappresentare uno spartiacque per la specialità. Domenica 9 febbraio un meeting a Dusseldorf ha visto per la prima l’assenza della pedana di stacco.
Fino ad oggi la prova non ha conosciuto variazioni: dopo la rincorsa il saltatore spicca un balzo e atterra nella cosiddetta “buca”, piena di sabbia. La lunghezza del salto viene poi misurata dall’asse di battuta, prima del quale deve tassativamente avvenire lo stacco, al punto di atterraggio dell’atleta nella sabbia.
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La novità, per ora solo sperimentata in un numero ristretto di eventi, è la rimozione dell’asse di battuta. Al suo posto una “zona di decollo”, lunga 40 centimentri, all’interno della quale deve avvenire lo stacco, con la sostanziale differenza che la prestazione sarà misurata a partire dal punto di stacco effettivo e non più dall’asse di battuta.
Le ragioni della World Athletics
La federazione dell’atletica mondiale (IAAF, conosciuta anche come World Athletics) ha fatto sapere che la sperimentazione avrà successo potrebbe diventare lo standard per tutte le competizioni dal 2026. Ma quali sono le ragioni di questa rivoluzione?
Il Ceo della World Athletics, Jon Ridgeon, ha suggerito i motivi principali: «Ai Campionati del mondo di Budapest (2023), un terzo di tutti i salti sono stati nulli. Non funziona. È una perdita di tempo». Ridurre i salti nulli e rendere più spettacolare lo sport sembrano essere dunque le ragioni principali.
Effettivamente, in termini puramente prestazionali, il salto in lungo è lontano dai fasti dei suoi anni migliori. L’attuale primato mondiale, l’8,95m di Mike Powell, risale al 1991, mentre il record indoor, firmato da Carl Lewis con 8,79m, è del 1984. Stessa situazione in ambito femminile, dove entrambi i primati furono ottenuti nel 1988.
Le reazioni degli atleti
È proprio l’ex campione Carl Lewis il primo a scagliarsi contro questa modalità. Il leggendario atleta ha mostrato il suo disappunto con una provocazione: «Allora perché non rendere il canestro del basket più grande per i tiri liberi? Sono in molti a sbagliarli».
I guess It supports what I’ve been saying, that the long jump is the most difficult event in track and field. That would just eliminate the the most difficult skill from the event. Just make the basket larger for free throws because so many people miss them. What do you think? https://t.co/KwnjSoFj1L
— Carl Lewis (@Carl_Lewis) February 20, 2024
Rimostranze anche dal miglior saltatore contemporaneo. Due volte medaglia d’oro olimpica, il greco Miltiadis Tentoglou non ha usato mezzi termini: «E’ una stronz…», ha commentato. «Devi correre come uno sprinter e atterrare perfettamente sulla tavola: questa è la parte difficile del salto in lungo. Il salto in sé è facile. La parte difficile è la corsa. Se cambiano la regola non farò più il salto in lungo. Passerò al triplo».
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L’Italia si aggiunge al coro delle critiche. Larissa Iapichino, che era attesa a Dusseldorf, ha spiegato la situazione a cui l’ha costretta questa novità inattesa: «Ho dovuto ritirarmi dalla competizione dopo essere stata informata di questo nuovo format solo otto giorni prima. Un cambiamento di questa portata potrebbe avere conseguenze significative, ma non sono stati effettuati test preliminari o una valutazione adeguata. Con un anno così importante davanti a me, non posso correre rischi inutili». La campionessa ha poi espresso un parere più generale: «Al di là della mia situazione personale, sono fortemente contraria a questo format. Il salto in lungo è definito dalle sue esigenze tecniche e alterare lo stacco cambia radicalmente la natura dell’evento. Se questo cambiamento verrà attuato, il salto in lungo perderà la sua essenza e diventerà uno sport completamente diverso».