I Robot non conquisteranno il mondo, ma per il momento hanno conquistato la medicina. Il primo intervento chirurgico fatto in autonomia da un robot è già realtà. L’automa chirurgo ha un nome, si chiama Star (Smart Tissue Autonomous Robot). L’automa è stato sviluppato da ricercatori dell’Università americana Johns Hopkins. Star ha eseguito un’ operazione di laparoscopia su maiali con precisione migliore di quella di mani umane. Due bracci dotati di sensori di pressione per tagliare e cucire. Come occhi due telecamere, una tridimensionale e una a infrarossi.
Operazioni robotiche: passato, presente e futuro
Alex Krieger, l’ingegnere meccanico che ha guidato il lavoro, ha dichiarato;
«Il robot chirurgo ha eseguito la procedura su quattro animali e ha prodotto risultati significativamente migliori rispetto ai suoi colleghi umani»
Il compito, interamente delegato all’automa, era complesso: la riconnessione di due estremità di intestino. La chirurgia dei tessuti molli presenta più difficoltà per i robot, l’alto tasso di imprevedibilità rende necessario adattarsi rapidamente e gestire ostacoli imprevisti. Il collegamento di due lembi di un intestino è uno dei passaggi più delicati nella chirurgia gastrointestinale. In questo tipo di interventi è richiesta una precisione elevatissima.
Il futuro si orienta nella chirurgia a distanza. Ma già nel 2001 un chirurgo a New York operò tramite un robot telecomandato un paziente che si trovava a Strasburgo. Era l’«operazione Lindbergh» ,dal nome del pioniere della traversata dell’Atlantico in aereo.
Cosa ne pensano gli esperti
Leonardo De Mattos, responsabile del laboratorio di robotica biomedica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha commentato all’Ansa: «I robot possono dare importanti miglioramenti in operazioni molto delicate, in cui l’alta precisione può fare davvero la differenza. Non si tratta di sostituire gli umani ma affiancare il chirurgo in questioni delicate».
L’aiuto dei robot sul tavolo operatorio va avanti dagli anni ’90. I primi strumenti erano guidati dall’uomo, ora stanno gradualmente guadagnando precisione, affidabilità e autonomia. Nel futuro si auspica che i robot possano intervenire anche nella cura dei tumori. I prossimi test su Star sono programmati in questo settore. Francesco Basile, presidente della Società italiana di chirurgia, invita alla cautela: «A un robot si può insegnare tanto ma ci sono dettagli dell’anatomia del paziente che emergono solo durante l’intervento. Lì bisogna essere pronti a valutare la situazione e cambiare strategia se necessario. Se si opera un tumore, si può scoprire un linfonodo che gli esami davano come negativo, ma ha un aspetto sospetto».