Quando la passione diventa forma d’arte. Intervista a Giovanni Contardi l’artista del cubo di Rubik

È possibile trasformare uno dei passatempi più conosciuti al mondo, come il cubo di Rubik, in un oggetto per creare vere e proprie opere d’arte? Sì, se ti chiami Giovanni Contardi.

Giovanni Contardi, classe 1995 di Pesaro, è un artista del cubo di Rubik. La sua storia inizia al liceo: un compagno gli insegna qualche trucchetto per risolvere velocemente il cubo e, sin da subito, il giocattolo più venduto al mondo cattura l’attenzione di Giovanni che continua ad allenarsi per riuscire a risolverlo nel minor tempo possibile. La passione cresce di pari passo con l’abilità, tanto da farlo arrivare a competere a livello nazionale e mondiale. Oltre alle gare, prima di finire il liceo, realizza anche la sua prima opera d’arte in occasione del suo esame di maturità: una riproduzione del celebre quadro l’Urlo di Edvard Munch fatta con 925 cubi di Rubik.

Chiude la carriera da speedcuber con un palmarès incredibile: 60 record nazionali, 9 record europei e 3 record mondiali, tra cui quello per aver risolto il cubo con una sola mano in meno di dieci secondi nel 2012.

Nel mentre, ha continuato a coltivare la sua passione per l’arte e il cubo, realizzando mosaici di personaggi noti e condividendoli sul proprio account Instagram. Passione che è poi diventata lavoro alla fine del 2018. Celebrità del calibro di Dwayne “The Rock” Johnson, Will Smith e Kevin Hart hanno condiviso sui propri canali social i mosaici che Giovanni gli aveva dedicato. Da lì in poi, la sua popolarità è notevolmente cresciuta, tanto da esser diventato collaboratore di aziende come Sony o Red Bull.

Per vedere tutte le sue opere basta seguirlo sul suo profilo Instagram: @jvenb 

Di seguito l’intervista completa a Giovanni Contardi
Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

No Comments Yet

Leave a Reply