“No Meloni Day” a Milano: «Nessuno ci rappresenta»

«Non è solo contro la Meloni, ma contro quello che rappresenta». Spiega così Giacomo Calvi, diciannovenne della Statale di Milano, mentre il corteo studentesco “No Meloni Day” s’incammina verso via Dante. La protesta partita da Largo Cairoli, organizzata da Rete degli Studenti, Unione degli Universitari e alcuni collettivi locali, è stata indetta per chiedere al nuovo governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di investire sul futuro dell’istruzione.

Una riforma della scuola e dell’università pubblica, ma soprattutto una maggiore rappresentanza. È quello che ripetono i mille studenti presenti a Milano, dietro lo striscione “la generazione meticcia e queer in lotta per il futuro”. «Nessuna delle forze politiche ci rappresenta. Anche la sinistra è tale solo nel nome e non nei fatti perché non è attenta ai problemi sociali e politici, ma fa solo propaganda», spiega Ulisse Guidorizzi, studente del Liceo Statale Virgilio.

Foto di Carlotta Bocchi

Anche Giacomo Calvi, studente di filosofia dell’Università Statale di Milano, è d’accordo: «I partiti presenti in Parlamento portano avanti la stessa linea», racconta il diciannovenne, «La differenza è che quelli di destra hanno un’agenda ultraliberista che attacca la classe popolare, mentre quelli di sinistra si spacciano come paladini del diritto che, però, collaborano con le classi dominanti».

Cercano un’alternativa che garantisca un diritto allo studio che non lasci indietro a nessuno, a partire da nuove aule scolastiche fino ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. «La scuola-lavoro è sfruttamento, sono ore che potremmo usare per formarci come individui e non come lavoratori» dice la diciottenne Alessandra Rossi.

«Anche se loro ci fermano, noi andiamo comunque avanti. Chiedo a Giorgia Meloni di non riportare indietro l’Italia perché è inutile frenare e aumentare la distanza tra diritti civili e sociali», chiede Simone Minniti, ventiduenne del Politecnico di Milano. Sono tutti alla ricerca di un cambiamento di rotta, dunque, ma è difficile trovare un dialogo con chi non ne cerca uno.

Carlotta Bocchi

Un libro nello zaino e una canzone nella testa. Scarpe comode per vagare nella mia città, Milano, accogliente e ostile allo stesso tempo. Sono appassionata di cronaca, mafie e criminalità, migrazioni e tematiche sociali.

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