NBA: in chiusura un accordo da $75 miliardi in nove anni per i diritti tv

Settantacinque miliardi di dollari in nove anni, circa 8 miliardi a stagione. Questa è la cifra che si aspetta di incassare la NBA con il prossimo contratto per i diritti tv. Secondo quanto riportato dalla CNBC, la trattativa sarebbe ormai in dirittura d’arrivo e, dunque, l’attuale contratto da circa 24 miliardi di dollari fino al termine della stagione 2024/2025 – circa 2,6 miliardi annui – sarebbe addirittura triplicato. Questo nuovo patto per i diritti televisivi metterebbe la NBA subito dietro la NFL che, pochi giorni fa, ne ha sottoscritto uno che entrerà in vigore dal 2023 al 2033 dal valore di 100 miliardi di dollari. Se si volesse paragonare le nuove cifre della NBA con quelle del calcio europeo vedremo che nell’ultimo triennio la Serie A italiana ha incassato “solamente” quasi 3 miliardi di euro, La Liga spagnola circa mezzo miliardo in più, la Bundesliga 4,6 e la Premier League quasi 5.

I primi commenti alla notizia

Appena trapelata l’indiscrezione alcuni vertici delle maggiori televisioni americane si sono espressi a riguardo. In particolare, Neal Pilson, presidente di CBS Sports ha posto l’accento sul fatto che la NBA è una delle leghe più seguite a livello mondiale e, soprattutto, ogni anno continua a crescere:

Penso che fin quando la gente seguirà la NBA ed i rating TV dimostreranno questo, dobbiamo aspettarci aumenti significativi.

A sostegno di quanto dichiarato da Pilson, si sa che una parte dei diritti ottenuti sarà utilizzata per potenziare ancor di più tutti i servizi di streaming. Il tutto per continuare ad ampliare l’interesse di una fascia di pubblico sempre più giovane, con gran parte della generazione Z che si sta appassionando al mondo NBA.

Anche il presidente di ESPN Jimmy Pitaro si è detto soddisfatto della partnership con la NBA tanto che non vede l’ora di tornare a lavorare con il commissioner Adam Silver e tutta la sua squadra.

Superato, non senza problemi, anche il Covid
Uno dei tre campi utilizzati nella bolla di Orlando per disputare le partite

La scorsa stagione, causa Coronavirus, la NBA ha terminato la sua stagione dentro la bolla di Orlando, una sorta di Truman Show al riparo dalla possibilità di eventuali contagi. Nonostante la Lega sia riuscita a evitare 1,5 miliardi di perdite, il deficit complessivo dell’annata colpita dalla pandemia supererebbe comunque il miliardo.

I proprietari delle franchigie hanno perso molti soldi e alcuni di loro traggono profitto esclusivamente dalle finanze delle loro rispettive franchigie, dunque gli owner hanno un grande bisogno di tifosi che guardino le partite e che dunque facciano aumentare gli introiti provenienti dai diritti TV. Desiderio che, vista questa notizia, è stato pienamente esaudito. Va precisato che questo interesse continuo e crescente a livello mondiale, che porta poi alla possibilità di stringere accordi di questo tipo, è legato soprattutto alle ottime mosse di marketing e brand awareness che la NBA mette in campo ormai da decenni. A dimostrazione che, sotto questo aspetto, la National Basketball Association è sempre più il modello di riferimento per ogni altra lega sportiva nel mondo.

Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

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