C’era un tempo in cui i nobili milanesi villeggiavano nelle campagne lontane dal cuore di Milano. Nelle loro residenze suburbane organizzavano feste, balli, salotti letterari, raccolte d’arte e battute di caccia. Ancora oggi in Lombardia esistono decine di queste dimore, le cosiddette “ville di delizia”, nella Brianza e lungo i Navigli.
L’epoca delle ville di delizia
La loro storia cominciò nel Quattrocento, con gli Sforza. Nacquero come centri per la gestione dei poderi e delle attività produttive, dove i nobili si recavano in periodi cruciali: durante la mietitura, la raccolta dei bachi, la vendemmia e la vinificazione. Con il passare del tempo questi edifici vennero ampliati, con giardini, granai, stalle e magazzini, divenendo più sfarzosi e maestosi. Per la nobiltà milanese e brianzola erano un modo per competere con l’antico patriziato e con le dimore gentilizie europee.
La grande stagione per lo sviluppo delle ville di delizia cominciò nel Settecento. Spinti da epidemie, degrado edilizio e inurbanizzazione delle campagne, i nobili si allontanarono in massa dalla città, recandosi nelle loro residenze suburbane. Col tempo, queste persero la loro funzione rurale e accentuarono quella di villeggiatura, divenendo teatro di eventi, luogo di riposo per il proprietario, simbolo del potere e di ostentazione del lusso.
Cassina De’ Pomm
Tra le ville di delizia che costellano il Naviglio della Martesana, una delle più celebri è Cassina De’ Pomm (“cascina delle mele”). Situata in via Melchiorre Gioia, a Milano, la dimora a corte risale al Quattrocento. All’epoca faceva parte di un sistema articolato di terreni per la coltivazione di frutteti di mele.
Successivamente, venne usata come meta di villeggiatura, dai Marino prima e dai De Leyva poi. Nel Settecento divenne un albergo e un punto di cambio per i cavalli: vi alloggiarono personalità del calibro di Garibaldi, Napoleone, Stendhal, Cesare Beccaria e Casanova. Dopo essere stata un ristorante alla moda, ad oggi ospita degli uffici e un pub.
Villa Angelica
Di grande prestigio è Villa Angelica. Costruita nel 1884, divenne subito il fulcro del nucleo storico di Gorla. Stando alla testimonianza dell’allora Parroco di Turro, Davide Sesia, veniva frequentata persino dall’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria, durante i suoi periodi di villeggiatura.
La villa presentava un’architettura esotica, con ricercate decorazioni in pietra, tetto a pagoda, pinnacoli e torretta a loggia colonnata. Abbattuta negli anni ’40, è ormai ridotta a un rudere.
Villa De Ponti
Non troppo distante c’è Villa De Ponti, una delle più vecchie della riviera di Crescenzago. Di aspetto barocco, con pianta a “U” e un ampio giardino all’italiana, inizialmente era di proprietà della Chiesa e veniva usata come luogo di villeggiatura per la curia ambrosiana.
Col tempo passò di proprietario in proprietario: dai Monti ai Sormani, dai Pavia ai Valerio, sino ai De Ponti. Nel 1855 subì una profonda modifica: Luigi De Ponti, industriale tessile, vi impiantò una filanda, usata oggi come trafileria di materiale ferroso.
Villa Rey
Un altro esempio è Villa Rey, a Inzago. Costruita verso la fine del Seicento da Paolo Antonio Morandi, un ricco negoziante di seta milanese, la struttura non era legata alla proprietà di un fondo ed era finalizzata alla mera villeggiatura.
Nel corso dei secoli, la residenza venne ampliata ed ebbe vari proprietari, passando infine nelle mani di Paul Rey, l’industriale della seta francese da cui ancora oggi la dimora prende il nome. Estintasi la sua discendenza, adesso la villa è di proprietà della famiglia Cremonesi.
Tra passato e presente
Di ville di delizia ne esistono tante altre. Riqualificate e adibite a nuovi usi, molte di loro hanno resistito allo scorrere del tempo e al mutare dei costumi, continuando a impreziosire il verde della Martesana. Basta farsi un giro lungo il Naviglio per ammirarle. Cominciando a riscoprire la bellezza di queste dimore. Simbolo della storia di una città. Memoria di un passato che non c’è più.