La dolce vita italiana, la penisola da sempre sinonimo di buona cucina, luoghi ameni e sterminato patrimonio artistico, in poche parole, la meta turistica privilegiata. Nel 2019 sono state oltre 433 milioni le presenze sul territorio nazionale, in aumento rispetto al 2018. Una dinamica che si manteneva in crescita da qualche anno, potenziata a Milano dal fenomeno Expo 2015. Il capoluogo lombardo si è sempre distinto per l’alta percentuale di turisti provenienti da ogni parte del mondo, che rimanevano incantati davanti all’imponenza del Duomo e alla maestosità della Galleria Vittorio Emanuele.
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA
Da marzo a luglio del 2015, si registrò un’accelerazione significativa, in piena coerenza con il vivace scenario turistico globale. Albergatori e operatori del turismo auspicavano un futuro roseo in termini di profitti. Nessuno immaginava il dramma della pandemia che si sarebbe consumato da lì a poco e che avrebbe colpito soprattutto il terzo settore. La lenta ripresa negli ultimi mesi sta riportando un po’ di speranza. Il Covid-19 ha ribaltato tutte le previsioni. Distanziamento sociale, blocco dei flussi turistici, norme che limitavano gli spostamenti e chiusura delle attività. La crisi pandemica ha avuto un impatto negativo soprattutto nel settore dell’ospitalità, comprensivo di alloggi e ristorazione. Nella primavera del 2020, rispetto ai dati del 2019, sono mancati in Lombardia circa 10 milioni di turisti. Poi nel 2021 i primi timidi segnali di ripresa, con una tendenza in crescita continua, e una voglia di viaggiare alimentata dalle precedenti chiusure per la pandemia. L’Istat ha rilevato, a livello nazionale, che da gennaio a settembre 2021 le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono cresciute del 22,3% rispetto al 2020. Comunque ancora ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%).
LA TIMIDA RIPRESA DEL 2022
Secondo il report pubblicato l’11 maggio 2022 dal Comune di Milano, il turismo in città sembrerebbe oggi ritornare ai livelli pre-Covid con 587.717 arrivi registrati nel mese di aprile. Un aumento di oltre il 500% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2021, quando si rilevavano poco meno di 100mila turisti.
Il sindaco Beppe Sala ha confermato questa lenta ripresa, parlando di grande fermento: «I numeri dei turisti e dei visitatori ai musei vanno meglio, è chiaro che c’è una grande disponibilità dei milanesi e dei turisti alla nostra offerta culturale». Milano, polo culturale e attrattivo, non solo è una città d’arte ma anche punto nevralgico per le iniziative che propone. Luca Martinazzoli, general manager di YesMilano (progetto di Milano&Partners, l’agenzia di promozione della città di Milano sostenuta dal comune e dalla camera di commercio di Milano, Monza, Brianza, Lodi) ha parlato del «rilancio del territorio, avvenuto non solo attraverso l’immagine di luoghi iconici, ma anche con la scoperta dei quartieri milanesi che rappresentano l’identità e l’anima della città». La città è pronta ad accogliere grandi eventi per la primavera, che continueranno a incentivare l’arrivo di visitatori. Dal 7 al 12 giugno inizierà una delle settimane più importanti nel panorama delle iniziative del capoluogo lombardo, il Salone del Mobile, ulteriore spinta per la ripresa del turismo in città.
Già da Pasqua e dal ponte del 25 aprile si è rilevato un lento miglioramento. A confermarlo è Maurizio Naro, presidente di Federalberghi, che aggiunge: «Il giorno di Pasqua le prenotazioni sono salite al 70-80%, sono arrivate proprio all’ultimo momento, nel giro di 24 o 48 ore la situazione può cambiare radicalmente». Naro mette in luce un nuovo fenomeno nelle abitudini degli italiani, la tendenza a prenotare in extremis. Prima le prenotazioni davano la possibilità agli albergatori di avere una bussola su quello che sarebbe stato l’andamento della settimana. Adesso difficilmente c’è corrispondenza tra la quantità di richieste fatte con anticipo e l’effettivo riempimento delle strutture alberghiere. L’estrema flessibilità nelle cancellazioni delle prenotazioni rimane eredità del periodo di piena emergenza Covid, quando per ragioni sanitarie era possibile disdire una camera senza costi aggiuntivi.
TIPOLOGIA DI BUSINESS E DI TURISTI
Milano, per tanto tempo considerata città per il turismo business, cioè per chi viaggia per convegni, congressi o ragioni aziendali, oggi è anche meta del turismo leisure. In tanti decidono di visitarla, indipendentemente da motivazioni lavorative. Federalberghi fa sapere che «c’è stato una trasformazione nella valutazione della città, diventata sempre più dinamica e sostenibile». A cambiare è anche la tipologia di turisti: durante i mesi peggiori della pandemia sono mancati i clienti che arrivavano a Milano per fare acquisti, specialmente nel periodo di bassa stagione coincidente con i saldi. Ora la situazione sembra piano piano tornare alla normalità, o almeno avvicinarsi ai numeri del 2019 ma siamo ancora lontani dall’essere trionfalistici. La componente estera della domanda turistica è quella che ha evidenziato maggiori difficoltà di ripresa, infatti non si registrano ancora le presenze di americani, giapponesi, cinesi e russi. La situazione drammatica della guerra in Ucraina è un ulteriore fattore che incide sulle previsioni del turismo. Gli operatori di questo settore sono fiduciosi ma rimangono comunque appesi a un filo, in un equilibrio instabile tra una crisi internazionale e “un mondo diverso, libertà e tempo perso” come canta Lo Stato Sociale nella canzone Una vita in vacanza.