Targhe storiche a Milano
ecco dove trovarle

Le targhe commemorative sui palazzi di Milano sono museo a cielo aperto, un campionario ricco di storie spesso sconosciute anche ai milanesi più autentici. Tante le sorprese che vengono fuori dalla loro lettura. Basti pensare che nel solo capoluogo lombardo ci sono oltre tremila tra lapidi e insegne ma i meneghini, sempre di fretta e pigri nell’alzare lo sguardo, le ignorano quasi del tutto. Innumerevoli i personaggi che hanno fatto la storia passando anche da Milano, con cui hanno stabilito un rapporto d’amore nel tempo

Il primo è un colosso della musica come Giuseppe Verdi. Tre le targhe presenti in città a testimoniare la sua storia sotto la Madoninna. La prima è in via Cesare Correnti 15, al Carrobbio, dove il compositore viveva con la moglie Margherita Barezzi e il figlio Icilio. Entrambi morirono pochi mesi dopo e lui, rimasto solo e disperato, traslocò in Corsia dei Servi, oggi corso Vittorio Emanuele, in un edificio distrutto poi dalle bombe nel 1943. Voleva ritirarsi ma cambiò idea e compose il Nabucco che lo consacrò alla Scala il 9 marzo 1842. La seconda insegna si trova in via Manzoni 29, sulla facciata del Grand Hotel Et De Milan, che lo ospitava quando alloggiava in città dal 1872 fino alla sua morte avvenuta il 27 gennaio 1901. Giuseppe Verdi è sepolto a Milano accanto alla seconda moglie, il soprano Giuseppina Strepponi, nel giardino della Casa di riposo per musicisti in piazza Buonarroti 29. Qui c’è la terza lapide che attesta come Vittorio Emanuele III e la regina Elena gli abbiano reso omaggio l’8 ottobre del 1901.

 

A Milano soggiornò più volte anche Mozart. La prima nel 1970 quando fu ospite assieme al padre Leopold del governatore conte Karl Joesph von Firmian in piazza San Marco 2, dove oggi c’è il liceo Parini. La targa che si trova in via Buonarroti 38 ricorda invece Maria Callas. Dal 1950 al 1960 il soprano ha vissuto in una villa insieme al marito Giovanni Battista Meneghini, poi lasciato per l’armatore greco Aristotele Onassis.

 

Spostandoci in via Durini 20, alle spalle di San Babila, si trova la targa ricordo per Arturo Toscanini che ha vissuto nel seicentesco Palazzo Mombelli dal 1908 al 1957, eccezion fatta per un breve periodo in America dovuto a ragioni politiche durante il fascismo. Il direttore d’orchestra morì il 16 gennaio 1957 in un sobborgo di New York prima che la salma venisse traslata al cimitero Monumentale di Milano nella cappella di famiglia. In via Solferino 27 c’è anche la prima casa di Giacomo Puccini, residente lì dal 1887 al 1900 prima di spostarsi in via Verdi 4, di fianco alla Scala, all’ultimo piano del quattrocentesco Palazzo Talenti. La sua passione per i motori fu fedele compagna di vita fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1924 a Bruxelles.

 

Un milanese doc come Alessandro Manzoni è ricordato da varie targhe sugli immobili meneghini. Da quella in via Visconti di Modrone 16, dove è nato nel 1785, fino a quella in via Gerolamo Morone 1, dove è morto nel 1873 a causa di una meningite, divenuta ora la sua casa-museo a due passi dal Teatro alla Scala. Un’altra insegna di spessore è situata in via Lanzone 53, a ricordare il soggiorno di Francesco Petrarca iniziato nel 1953 e durato sei anni. Lasciò la città nel 1358, costretto a fuggire a Padova per colpa della peste. In via Grossi 2, a circa venti metri dal luogo in cui venne inaugurata nel 1867 la Galleria Vittorio Emanuele II, fu ospite dal 30 luglio al 26 settembre 1823 Giacomo Leopardi. A Milano hanno vissuto a lungo anche due premi Nobel per la Letteratura. Il primo è il ragusano Salvatore Quasimodo, premiato nel 1959, residente in corso Garibaldi 16, dal 1941 fino alla sua morte nel 1968. Il secondo è il genovese Eugenio Montale, insignito del premio nel 1975, che ha abitato in via Bigli 15 dal 1948 al 1981.

 

La lista dei premi Nobel non finisce qui. Una piacevole scoperta è quella di via Armorari 4, dietro a Piazza Duomo. Durante l’estate del 1918 nel palazzo dell’epoca, per l’occasione trasformato in un ospedale dalla Croce Rossa statunitense, trascorse tre mesi di convalescenza Ernest Hemingway, futuro premio Nobel 1954, dopo essere stato ferito dagli austriaci lungo l’argine del Piave. Dal 1894 al 1900 un altro illustre personaggio visse a Milano assieme alla famiglia, dall’età di 15 fino ai 21 anni. È Albert Einstein come certifica una lapide in via Bigli 21. Il Nobel per la Fisica 1921 si innamorò perdutamente del posto.

 

Non manca all’appello Napoleone Bonaparte, entrato a Milano per la prima volta nel maggio 1796. L’imperatore francese soggiornò con la moglie Giuseppina e i suoi generali a Palazzo Serbelloni, in corso Venezia 16. Si proclamò re d’Italia in Duomo nel 1805 e rimase legatissimo alla città e ai milanesi regalando loro molte innovazioni urbanistiche connesse proprio alla Basilica meneghina.

 

Non va dimenticata la targa con il bassorilievo di una monoposto da corsa che dal 1993 si trova in corso Sempione 60, dove abitava il pilota Alberto Ascari, due volte campione del mondo con la Ferrari nel ‘52 e nel ’53 e ultimo italiano a conquistare il titolo iridato in Formula 1. Un incidente automobilistico nel 1908 stravolse invece la vita di Filippo Tommaso Marinetti trasformandolo in un personaggio tutto nuovo, d’assalto. In corso Venezia 23 c’è una lapide che ricorda la fondazione da parte sua della rivista Poesia, organo ufficiale del Futurismo.

 

@A_Lopopolo93 on Twitter

Antonio Lopopolo

Giornalista praticante al Master Iulm nel biennio 2017/2019. Prima di trasferirmi a Milano ho scritto per un sito online pugliese ottenendo il tesserino da pubblicista. Durante il biennio ho svolto il primo stage a Sky Sport e il secondo nella redazione di Corriere Tv del Corriere della Sera. Grande appassionato di sport, soprattutto di calcio.

No Comments Yet

Leave a Reply