L’Università Statale di Milano ha riunito una équipe di oltre 50 scienziati per l’ambiente, tra economisti, agronomi, medici, chimici, biologi e matematici. Si tratta di docenti, ricercatori e tecnici che, grazie all’aiuto dei droni, cercano di studiare lo scioglimento dei ghiacciai e di valutare gli effetti dei pesticidi sul sistema immunitario. Riuniti nel nuovo dipartimento di Scienze e Politiche ambientali (ESP Environmental Science and Policy) l’ateneo tenta di costruire un «modello unico nel panorama accademico italiano», ha affermato il direttore Alessandro Barlente.
Al centro, la ricerca e la formazione. Dal prossimo anno, il dipartimento sarà la sede di un corso di laurea triennale. L’ESP, infatti, gestisce già una magistrale in ‘Environmental and food economics’, in lingua inglese. Barlente è deciso a formare la nuova figura professionale del ‘manager ambientale’, per integrare competenze scientifiche, economiche e giuridiche.
Il Dipartimento ha sviluppato dei progetti integrati sui temi legati all’ambiente, perché, come ha spiegato il direttore dell’ESP, «serve una visione sistemica». Il gruppo di 50 studiosi è al lavoro dalla primavera scorsa in diversi progetti finanziati da enti pubblici ed imprese. Anche dalla Fondazione Cariplo sono in arrivo fondi per altri due progetti interdisciplinari.
Banterle ha ricordato lo straordinario risultato scientifico raggiunto da Giuseppe Ficetola, zoologo vincitore di un premio Erc da 1,85 milioni di euro, grazie ai suoi studi sui ghiacciai. Oggi professore associato all’Università Statale di Milano, Ficetola é «un cervello di ritorno» – ha aggiunto Barlente – «il cui lavoro è stato premiato dall’European Research Council e che affiancherà l’ équipe di scienziati per i prossimi cinque anni».
Oggi, la giornata inaugurale dell’ESP, con la partecipazione dei docenti, ricercatori, dottorandi e tecnici, ma restano i problemi per la sede. Barlente si auspica di trovare uno spazio sull’area EXPO a Rho, fino ad allora, questo progetto rischia di rimanere sospeso.