«La scuola non si chiude, ma si cura». Questo è solamente uno, dei tanti slogan protagonisti della mobilitazione contro la didattica a distanza tenutasi venerdì 26 marzo a Milano, in piazza XXIV Maggio.
L’organizzazione Priorità alla Scuola Milano, in concomitanza con lo sciopero proclamato dai Cobas e sostenuto dal Coordinamento Nazionale Precari Scuola, ha chiamato a raccolta ragazzi, genitori e docenti per ribadire la centralità della scuola nella vita dei giovani.
La mobilitazione mirava a portare alla luce i disagi nel fronteggiare la didattica a distanza che sta diventando sempre di più la normalità per gli studenti. Ne abbiamo parlato con Francesca Ossorio, del gruppo operativo di Priorità alla scuola Milano, che ci ha spiegato la sua presenza tra la folla: «Siamo qui per chiedere la riapertura delle scuole in sicurezza; per domandare più risorse alla scuola».
La Dad, nonostante il massimo sforzo della classe docente, viene definita «una forma inadatta di contatto con i bambini» soprattutto per aver «escluso a priori il 30% della popolazione scolastica. Infatti chi è più disagiato non ha un dispositivo elettronico, né una buona connessione. Non riesce più a fare scuola».