Quartiere Adriano scommette sul libro

Chiamatela pure periferia, ma al quartiere Adriano i residenti non ne vogliono proprio sentir parlare. Di colpo la distanza dal centro di Milano si riduce, quando il signor Maurilio, che da anni vive in uno degli imponenti edifici affacciati su via Tremelloni, racconta che dalla terrazza riesce a scorgere lo skyline della città e la madonnina del Duomo. «Io rifiuto il termine periferia, preferisco chiamarlo con il suo nome, Adriano Nuovo», dice convinta la signora Simonetta che all’Alma Bar siede affianco a Maurilio. Paolo che, come altri giovani, ha scelto di trasferirsi nel quartiere agli inizi degli anni Duemila, racconta: «Quando sono venuto qui, non c’era assolutamente nulla. Allora forse eravamo un quartiere dormitorio».

Negli ultimi anni gruppi di residenti hanno costituito comitati e associazioni, con l’intento di offrire dei canali non istituzionali per far crescere il quartiere e, soprattutto, migliorarne la vivibilità. Col tempo l’associazionismo è diventato un tratto distintivo di Adriano Nuovo, che è riuscito a ottenere una parte delle opere e dei servizi che mancavano. Il giardino Franca Rame, vero e proprio cuore pulsante del quartiere, ne è l’esempio.

 

Scorcio di Adriano Nuovo e Vecchio

Con i suoi spazi vuoti, in attesa di essere riempiti e le sue torri residenziali, il quartiere conserva un’architettura unica, in grado di suggestionare chi lo visita. Aree periferiche, come quella di Adriano, corrono però il rischio di rimanere isolate dal resto della città che, pur continuando «a crescere in modo organico e completo, non dovrebbe lasciare indietro zone o persone», afferma Matteo Speroni, giornalista e scrittore che di Adriano riconosce un fascino quasi «letterario». «C’è bisogno di una rete che metta in relazione le periferie verso il centro della città – aggiunge – magari, seppur in modo virtuale, tramite il libro».

 

All’Alma Bar il primo punto di BookCrossing

All’Alma Bar nasce così il progetto del BookCrossing, attraverso cui si possono scambiare e prendere in prestito i libri. Letizia Bombelli, che assieme ad altri residenti, ha dato vita all’associazione ViviAdriano, spiega che, con questa iniziativa, l’obiettivo è creare un punto di aggregazione, dove il piacere della lettura incontra quello della conversazione e di un caffè. Un’idea che affida al libro il compito di creare delle opportunità per tessere relazioni umane in un’area, dove i servizi sono pochi e lo sviluppo urbanistico non riesce ancora a rispondere alle esigenze e ai bisogni delle persone. «Quello che vogliamo fare è estendere il progetto del BookCrossing ad altri punti del quartiere — dice Letizia — visto che manca una biblioteca comunale. Perciò abbiamo chiesto a diversi esercizi commerciali della zona, una lavanderia, un altro bar, una pasticceria… Adriano è un luogo che ha voglia di fare e di fare qualcosa di bello».

 

Daniela Pecoraro membro dell’Associazione PuntoeaCapo

Questa «voglia di fare del quartiere» si respira e si tocca con mano, entrando nella biblioteca di condominio di via Gassman 15. Sfruttando gli spazi comuni di cui è dotato il palazzo, una portineria e una grande sala al primo piano, condomini e volontari l’hanno messa in piedi scaffale dopo scaffale. Daniela Pecoraro, che vive in via Gassman 15 ed è membro dell’associazione PuntoeaCapo, gestisce con altri soci la biblioteca di condominio e altre attività culturali. Per Daniela questa iniziativa è essenziale «in un quartiere dove i servizi che, offrono ai residenti la possibilità di aggregazione, sono pochi». «Un’idea che l’associazione si portava in seno già da molto tempo — continua — e che anche grazie al patrocinio del Comune di Milano, si è finalmente concretizzata». «La risposta del quartiere poi è stata fantastica», dice con un sorriso, ricordando la generosità dei privati nel donare i libri al condominio e al quartiere.

 

Una delle torri residenziali nel quartiere

«C’è sempre piaciuta l’idea di una biblioteca, come luogo per stare insieme, per fare cultura, perché non si tratta solo semplicemente di prendere un libro, si vuole creare uno spazio dove le persone possano incontrarsi e scambiarsi idee», afferma Eugenio Fanelli, condomino e presidente dell’associazione PuntoeaCapo.

 

Una parte della biblioteca condominiale di via Gassman, 15

Nonostante, assieme al BookCrossing, le biblioteche di condominio non siano una novità per Milano, che dal 2013 ne ha viste nascere oltre 10 in diverse aree della città — come in via Rembrandt e in via Solari — per Adriano sono entrambi strumenti indispensabili di aggregazione, di inclusione e di socializzazione. L’associazione PuntoeaCapo crede nel successo della biblioteca condominiale di via Gassman 15 e nel suo valore sociale, anche grazie al suo inserimento nel Sistema bibliotecario comunale.

 

Murales nel parco Franca Rame

«Un’iniziativa spontanea non calata dall’alto», dice Ivan Carozzi, lo scrittoreche nel 2018 ha collaborato al progetto editoriale di Civic Media Art, “Adriano a cielo aperto”, guidato dall’artista olandese Kevin van Braak. «Le biblioteche di condominio sono realtà piene di vita, di scambio, di esperienza, di confronto, di assemblea e di discussione», aggiunge. Con il progetto di via Gassman 15, Adriano Nuovo scommette sul libro e sulla cultura per reinventarsi, migliorarsi, crescere, differenziarsi e, soprattutto, riscattarsi dallo stigma della periferia. Che oggi più che mai, nella stretta maglia delle realtà urbane, sono sinonimo di degrado, abbandono, emarginazione, ignoranza. Adriano, invece, grazie ai suoi residenti insegna che, nonostante tutto possono prendere forma «frammenti di città felici».

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