L’Inter rinuncia a Piazza D’Armi. È questo l’ultimo colpo di scena dell’ormai annosa vicenda legata all’estesa area verde presente nel cuore del quartiere Baggio, periferia ovest di Milano. L’ufficialità è giunta nella giornata di martedì, alla scadenza del termine ultimo per presentare le offerte per la tanto agognata riqualificazione dell’area. Ieri era in programma l’apertura delle buste, ma di buste da aprire non ce ne sono state, perché il bando è andato deserto. Il futuro della zona, dunque, resta più incerto che mai.
Una vera beffa per l’amministrazione comunale ma soprattutto per l’Invimit, la società a capitale pubblico proprietaria dell’area. Per il basso impatto ambientale e per l’entità degli investimenti che avrebbe garantito (circa 100 milioni di euro), la soluzione nerazzurra pareva infatti essere la più adeguata alle necessità dell’area. Tutto è però andato in fumo, per il disappunto del presidente dell’Invimit Massimo Ferrarese: «Come da essa stessa anticipato alcuni mesi fa – ha scritto – ci saremmo aspettati un’offerta di acquisto da parte dell’Inter per Piazza d’Armi. Ma considerato il mancato interesse al confronto competitivo concluso ieri, da oggi stesso partirà un’azione di valorizzazione più incisiva per quest’area». Stando alle sue parole verrà quindi a breve avviata un’«interlocuzione serrata» con i vertici comunali per concordare una strategia utile a uscire dall’attuale impasse. Il primo passo in questo senso potrebbe essere rappresentato dalla «demolizione dei fabbricati fatiscenti». Una mossa che, secondo l’associazione “Difendiamo Piazza d’Armi“, mirerebbe a «dimostrare alla stessa Inter la disponibilità dell’Invimit a trovare un compromesso sulla base di condizioni diverse».
Pubblicato da Difendiamo Piazza d'Armi su giovedì 10 maggio 2018
Il sodalizio di corso Vittorio Emanuele, intanto, avrebbe già fatto sapere che alla decisione di non formalizzare dell’offerta avrebbero contribuito in maniera determinante le condizioni proposte dalla Invimit in base alle quali la responsabilità delle bonifiche e della riqualificazione di Piazza d’Armi sarebbe ricaduta in toto proprio sulla società acquirente. (av)