Nuovi cittadini all’ombra
della Madonnina,
così è cambiata Milano

Il milanese medio, oggi, si chiama Hu. Il cognome cinese, infatti, stando ai dati forniti dall’Anagrafe comunale e aggiornati al 31 dicembre 2017, ha superato l’italianissimo Rossi sia tra gli uomini che tra le donne. Con un netto 5.901 a 4.788, il sorpasso certifica una realtà di fatto: Milano è sempre di più una città cosmopolita.

Il sorpasso, d’altra parte, non è una sorpresa ed era facile da prevedere. Bastava guardare nei reparti maternità: il segreto si nascondeva tanto nei “nidi”, quanto nelle stanze delle neomamme. Tra i bimbi nati nel 2016, infatti, si contavano ben 46 Hu, seguiti da 27 Mohamed, 21 Chen e 19 Zhou. I Rossi, a pari quota con i Bianchi, erano solo 15. E l’evidente aumento della componente straniera presente nella popolazione milanese è confermato anche dall’analisi dei dati relativi alle donne al momento del parto: stando ai più recenti, aggiornati al 31 dicembre 2016, la milanese-tipo partorisce a 33,7 anni e mette al mondo 1,34 figli. La media, però, non descrive il quadro corretto, che emerge, invece, isolando i dati sulle mamme italiane da quelli relativi alle straniere.

Considerando le sole italiane l’età media al parto sale a 34,9 anni, mentre il numero di bambini messi al mondo scende a 1,2. Le straniere, invece, partoriscono in media a 31,3 anni e nel 2016 hanno messo al mondo 1,8 bambini a testa. Osservando la serie storica dei dati, tuttavia, si nota come le donne straniere tendano a uniformare i loro comportamenti a quelli delle italiane: il loro tasso di fecondità, corrispondente al numero di figli messi al mondo da ogni donna, era di 2,26 nel 2008 e di 2,58 nel 2004.

La differenza più evidente tra italiane e straniere sta nell’età al momento del parto. Tra le straniere, per esempio, è molto alta la quota delle mamme giovanissime: nel 2016, infatti, hanno partorito 35 ragazze straniere di età compresa tra i 15 e i 18 anni, mentre le loro coetanee italiane a entrare in sala parto sono state solo 5. Va detto, tuttavia, che le mamme straniere under18, pur essendo ancora numerose, stanno diminuendo, basti pensare che erano 67 nel 2010 e 106 nel 2006.

Di contro, si rileva il costante aumento delle italiane che arrivano al parto in età avanzata, tra i 40 e i 45 anni: nel 2016 sono state 132, erano 113 nel 2010 e appena 68 nel 2003. Le donne straniere della stessa fascia d’età che hanno partorito nel 2016, invece, sono state 81.

La popolazione di Milano cresce in modo costante, come testimonia l’aumento dei residenti da 1.345.851 al 31 dicembre 2015 a 1.368.590 a fine 2016. E i nuovi milanesi non sono solo di origine straniera. La città, infatti, attrae da sempre nuovi residenti provenienti da altre regioni e la composizione interna di questo gruppo è radicalmente cambiata nel corso del tempo. Se tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta i nuovi residenti provenivano soprattutto dalle regioni del sud, nell’ordine da Puglia, Sicilia e Campania, nel 2012 la classifica delle regioni d’origine vedeva in testa la Lombardia con il 51,78% dei “nuovi cittadini”, seguita dalla Campania con il 6,39% e dal Piemonte con il 5,66%. Nel 2017, però, la tendenza sembra essersi di nuovo invertita con la Lombardia che resta sempre la prima regione di provenienza, ma scende al 43,83%, e le posizioni alle sue spalle che tornano a essere appannaggio delle regioni meridionali: Campania al 7,14%, Sicilia al 6,81% e Puglia al 6,35%.

In ultima analisi, quella scattata dai dati del Comune è la fotografia di una città in continua evoluzione. Un fermo immagine che, con tutta probabilità, tra qualche mese sarà già storia. Perché nell’epoca della globalizzazione, sotto la Madonnina, i milanesi cambiano alla velocità della luce.

No Comments Yet

Leave a Reply